Colonscopia: le ultime tecniche e le varie tipologie

PUBBLICATO IL 23 GENNAIO 2023

*(pagina aggiornata il 20 dicembre 2023)

La colonscopia è una procedura diagnostico-terapeutica che consente di osservare dall’interno colon e ileo (la parte terminale dell’intestino tenue, ndr), quindi di diagnosticare eventuali patologie a carico del tratto intestinale e all’occorrenza anche di intervenire su queste. Una procedura che, effettuata nella modalità tradizionale, può risultare poco piacevole per il paziente. Al fine di renderla meno fastidiosa, negli ultimi decenni sono state sviluppate:

  • tipi di colonscopie alternative o complementari (es: colonscopia robotica, colonscopia con videocapsula, colonscopia virtuale…);
  • modalità di preparazione intestinale alternative alla classica (che a detta di alcuni pazienti può risultare più fastidiosa della colonscopia stessa);

Approfondiamo l’argomento con il Dott. Felice Cosentino, gastroenterologo e specialista in chirurgia dell’apparato digerente della Casa di Cura La Madonnina.

 

Tipologie di colonscopia

“Esistono varie tecniche di colonscopia che vengono indicate ed utilizzate dallo specialista gastroenterologo in base al quadro clinico del paziente”, spiega il dottor Cosentino. Nello specifico, partendo dalle più recenti, si parla di seguenti tipi di colonscopia con tecniche di esecuzione della procedura alternative o complementari a quella classica:

  • colonscopia robotica;
  • colonscopia con videocapsula;
  • colonscopia virtuale;
  • colonscopia tradizionale.

 

Vediamo di cosa si stratta e come funzionano.

Colonscopia robotica

La colonscopia robotica, che in Italia viene effettuata in strutture altamente specializzate come la Casa di Cura La Madonnina, è una tecnica di ultima generazione che prevede l’utilizzo di un colonscopio in silicone flessibile e monouso, che avanza delicatamente all’interno dell’intestino come un ‘bruco’ che si allunga e accorcia, senza ricevere alcuna spinta dall’esterno. Collegato a una consolle, il medico lo manovra comodamente tramite un joystick.

I vantaggi della colonscopia robotica possono essere così riassunti:

  • non richiede sedazione, se non su desiderio dal paziente o per circostanze particolari, cosa che rende la procedura particolarmente indicata a persone che non vogliono o non possono sottoporsi a sedazione, con possibilità di tornare immediatamente alle proprie attività quotidiane, senza dover rimanere in osservazione dopo l’esecuzione dell’esame;
  • consente di effettuare biopsie e asportazioni di polipi (polipectomie) fino ai 2 cm;
  • non ha rischio di infezioni, grazie alla strumentazione sterile monouso;
  • esclude perforazioni, in quanto la sonda è in morbido silicone e si adatta perfettamente alle angolazioni del colon.

Gli svantaggi della procedura robotica sono che:

  • non è indicata per operazioni chirurgiche importanti, come asportazioni di polipi di dimensioni superiori ai 2 cm per i quali, invece, si rende necessario il ricorso alla tecnica tradizionale;
  • i segmenti ristretti (stenosi) del colon non sono facilmente superabili dalla sonda che non ha possibilità di spinta esterna. 

La procedura robotica può, ad ogni modo, essere tranquillamente convertita in corso in quella standard (ovviamente in sedazione) per cui al paziente viene sempre garantita l’esplorazione completa del colon e il trattamento terapeutico.

Colonscopia con videocapsula

La colonscopia con videocapsula è una procedura effettuata per via orale tramite l’ingestione di una piccola videocamera a forma di pillola che, ingerita come un alimento, una volta giunta nell’intestino consente di reperire immagini del colon.

I vantaggi della colonscopia con videocapsula sono:

  • rappresenta la procedura più semplice e meno invasiva;
  • non necessita di sedazione, può essere effettuata dai soggetti che non vogliono o hanno problemi ad eseguirla o che non possono eseguire le altre procedure di esplorazione del colon.

Gli svantaggi della colonscopia con videocapsula sono:

  • il colon deve avere una pulizia molto profonda rispetto alla colonscopia tradizionale, o i risultati dell’esame risultano inattendibili;
  • il transito troppo veloce della capsula (inferiore ai 40 minuti) non consente un’adeguata esplorazione del colon;
  • non si possono eseguire prelievi o procedure chirurgiche per cui, in caso di necessità, il paziente dovrà essere sottoposto a una successiva colonscopia tradizionale (con ripetizione anche della pulizia intestinale);
  • rischio di blocco della capsula in pazienti con, ad esempio, restringimenti intestinali o patologie infiammatorie avanzate, per i quali questa tecnica è sconsigliata.

Colonscopia virtuale

La colonscopia virtuale è un’indagine radiologica che, tramite immagini di tomografia computerizzata (TC), simula al computer una colonscopia tradizionale consentendo, quindi, di studiare le pareti interne del colon in maniera non invasiva, ma solo inserendo nell’intestino una piccola sonda rettale flessibile e insufflando anidride carbonica/aria per distenderlo.

I vantaggi della colonscopia virtuale sono:

  • è poco invasiva;
  • si può eseguire nei casi di colonscopia tradizionale incompleta (per colon lungo, restringimenti del lume, ecc);
  • è indicata per pazienti anziani o con controindicazioni alla colonscopia tradizionale come, ad esempio, soggetti con cardiopatie o problemi respiratori.

Tra gli svantaggi della colonscopia virtuale ci sono:

  • la sua prescrizione deve essere valutata dallo specialista di riferimento, soprattutto in caso di gravidanza, come tutti gli esami che prevedono l’esposizione a radiazioni, anche se a basso dosaggio;
  • ha difficoltà a diagnosticare lesioni piatte e polipi di dimensioni inferiori ai 5 mm
  • non è in grado di valutare lo stato infiammatorio della mucosa;
  • non consente di effettuare prelievi bioptici o procedure chirurgiche per cui in caso di polipi o lesioni dubbie il paziente dovrà effettuare, in tempi diversi, la colonscopia tradizionale con un aumento dei disagi per l'utente (che si sottopone a una doppia preparazione) e di costi;
  • la procedura è sicura, ma eccezionalmente si possono verificare perforazioni, lesioni rettali, reazioni vagali (del nervo vago, ndr) alla distensione colica.

La colonscopia tradizionale

La colonscopia tradizionale viene effettuata inserendo nel colon un sottile e lungo tubo dotato di una piccola telecamera (colonscopio), che consente di visionare perfettamente l’interno del grosso intestino (colon), il quale viene leggermente gonfiato d’aria per permetterne l’esplorazione. La colonscopia tradizionale può svolgersi:

  • limitatamente al primo tratto definito retto (rettoscopia);
  • estesa al secondo tratto intestinale, definito sigma (rettosigmoidoscopia);
  • in tutto il colon (pancolonscopia), come avviene generalmente e, ove sussistano le indicazioni cliniche, anche l'ultimo tratto (circa 20 cm) dell'intestino tenue (ileo) (pancolon-ileoscopia).

La colonscopia tradizionale costituisce il ‘gold standard’ fra le procedure di esplorazione del colon sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Inoltre, consente di: 

  • effettuare prelievi e operazioni chirurgiche, come la rimozione dei polipi (polipectomia) di forma e dimensioni diverse utilizzando tecniche sempre più sofisticate;
  • intervenire su lesioni sanguinanti; 
  • trattare restringimenti neoplastici del colon (posizionando delle protesi).

Gli svantaggi della colonscopia tradizionale sono:

  • è una procedura invasiva per cui è necessaria una sedazione (cosciente o profonda) per rendere l’esame meno doloroso; sedazione che non è sempre praticabile o gradita da tutti i pazienti e che richiede un breve periodo di osservazione a seguito della procedura. La sedazione, inoltre, può avere, anche se in modo limitato, degli effetti collaterali/complicanze;
  • il rischio, seppur limitatissimo, di complicanze (sanguinamenti, perforazioni) soprattutto nel corso di procedure terapeutiche;
  • può essere difficoltosa o non completa in un colon particolarmente lungo o con aderenze.

 

Preparazione alla colonscopia

Per poter effettuare una colonscopia di qualsiasi tipologia e valutare correttamente l’interno dell’intestino occorre che questo sia vuoto e ben pulito. Ciò viene raggiunto tramite:

  • preparati tradizionali;
  • colon wash.

I preparati tradizionali

La procedura standard di preparazione alla colonscopia prevede per il paziente:

  • specifica dieta da seguire nei 3-4  giorni prima dell’esame; 
  • digiuno per almeno 6 ore antecedenti la prestazione;
  • assunzione di preparati liquidi lassativi (in quantità generalmente dai 2 ai 4 litri o 5-6 litri per chi soffre di una stipsi importante) per la pulizia dell’intestino. Queste ‘bevute lassative’ purtroppo creano spesso disagi, come nausea e crampi addominali, e, nella giornata dell’assunzione, impediscono di svolgere le normali attività, perché si necessita continuamente di una toilette. Inoltre, tali preparazioni non sempre possono essere assunte e a volte sono controindicate. 

Il Colon Wash

Il colon wash o idrocolonpulizia è una pratica introdotta dal dottor Cosentino nel 2010 per ‘lavare’, come indica anche la parola inglese ‘wash’, l’intestino in vista della colonscopia, come alternativa alla classica ‘bevuta lassativa’. Della durata di circa 45 minuti, senza fastidi, controindicazioni (se è indicata la colonscopia è indicato anche il colon wash) e complicanze, al termine della procedura può essere immediatamente effettuata la colonscopia.

Come si svolge

Come per la preparazione tradizionale, il colon wash necessita egualmente di:

  • dieta priva di fibre nei 3 giorni antecedenti l’esame;
  • assunzione di qualche blando lassativo per ammorbidire le feci.

Al paziente, disteso su un fianco o supino, viene inserita nel retto una cannula, collegata ad un'apparecchiatura che controlla pressione e temperatura dell'acqua, fornita di un tubo per l'entrata dell'acqua pulita e uno per l’asportazione del materiale fecale assieme all'acqua utilizzata. Nel contempo, l’operatore effettua delle irrigazioni successive, praticando un massaggio dell'addome per favorire la frammentazione e lo scollamento dei materiali fecali. 

 

Perché viene eseguita la colonscopia?

La colonscopia è indicata in diverse condizioni:

  • presenza di sangue evidente nelle feci, causa di possibile sanguinamento intestinale (e non solo di una patologia emorroidaria);
  • positività alla ricerca del ‘sangue occulto’ nelle feci;
  • calo ponderale senza causa apparente;
  • anemia da carenza di ferro;
  • dolori addominali inspiegabili;
  • improvvisa stipsi o prolungata diarrea o alternanza di stipsi e diarrea;
  • prevenzione in soggetti con ‘familiarità’ per patologie oncologiche del colon.

Questa modalità diagnostica, negli ultimi 20 anni, ha assunto un ruolo fondamentale nella prevenzione del tumore del colon retto che, con 50.500 nuove diagnosi stimate nel 2023, è il secondo tumore più frequente per le donne (dopo quello alla mammella) e il terzo per gli uomini (dopo il cancro a prostata e polmone). Nella maggioranza dei casi è originato da tumori benigni dovuti a una proliferazione delle cellule della mucosa intestinale (polipi adenomatosi), che impiegano di media 7-15 anni per trasformarsi in forme maligne. 

I polipi possono essere individuati in quanto tendono a sanguinare, oltre al fatto che sono delle escrescenze che sporgono dalla mucosa intestinale, per cui sono visibili sulla sua superficie. Lo screening nazionale prevede la ricerca del sangue occulto fecale nei soggetti in età 50-70 anni e in caso di positività la colonscopia, che permette anche di asportare i polipi.

Cura e Prevenzione