Anemia: i consigli del medico per riconoscerla, prevenirla, curarla

PUBBLICATO IL 03 GIUGNO 2021

Facile affaticabilità, pallore, mancanza di respiro, sono alcuni dei sintomi dell’anemia da carenza di ferro, la più frequente tra i tipi di anemia che interessa in particolare  le donne giovani fertili e gli anziani.

Come si diagnostica e soprattutto cosa si può fare per evitarla? Ne parliamo con il dottor Andrea D’Alessio, responsabile dell’unità di medicina e oncologia del Policlinico San Marco.

 

Che cos’è l’anemia

Spiega il dottor D’Alessio: “L'anemia è una condizione in cui si verifica una riduzione dei livelli di emoglobina, proteina di colore rosso che si trova nei globuli rossi, la cui funzione è trasportare l'ossigeno in tutti i tessuti dell'organismo, nel sangue”. La più comune è l’anemia da carenza di ferro, ma ne esistono anche di altri tipi.

 

I tipi di anemia

Come spiega il dottor D’Alessio: “Esistono diverse forme di anemia:

  • anemia sideropenica: è la forma più frequente ed è dovuta a una carenza di ferro;
  • anemie da carenza di vitamina B12 e folati;
  • anemie in cui il difetto è a livello del midollo osseo, ovvero la “fabbrica” dei globuli rossi. Il midollo può non funzionare per l’infiammazione cronica come avviene nelle anemie legate a malattie croniche o tumorali;
  • anemia per carenza di eritropoietina (ormone che regola la produzione di globuli rossi) nell'insufficienza renale cronica;
  • anemia da danni di sintesi propri acquisiti come nelle mielodisplasie, nelle leucemie, nei mielomi e linfomi”.

 

I sintomi dell’anemia

L’emoglobina, come accennato, è una proteina, il cui componente essenziale è il ferro, contenuta nei globuli rossi. Il suo compito è trasportare l'ossigeno a tutte le cellule del nostro corpo. Se è carente, si verifica una condizione di anemia. Quali sono i segnali di un’anemia?

“Se l’emoglobina è carente, il primo sintomo è una stanchezza caratteristica che insorge rapidamente durante la giornata - approfondisce lo specialista -. I tessuti, infatti, non sono in grado di utilizzare gli elementi nutritivi e il metabolismo è ridotto.

Le energie si esauriscono facilmente e compaiono disturbi come dolore alle gambe e mancanza di respiro.

Altri segni sono:

  • il pallore;
  • la fragilità dei capelli e delle unghie;
  • l’ umore deflesso”.

 

Come si diagnostica l’anemia

Per diagnosticare l’anemia bastano semplici esami del sangue. In particolare bisogna valutare alcuni parametri:

  • la sideremia, che è il ferro circolante nel sangue un po’ come i soldi che abbiamo nel portafoglio;
  • la ferritina che è il ferro di scorta principalmente nel fegato, un po’ come i soldi che abbiamo sul conto corrente;
  • la transferrina, ovvero la proteina che trasporta il ferro nel sangue.

 

Un problema femminile

In una buona parte dei casi l’anemia è di tipo carenziale, ovvero dovuta a una carenza di ferro.

“Le donne fertili sono le più a rischio in quanto mensilmente hanno perdite di sangue con il ciclo e quindi di ferro - avverte il dottor D’Alessio -.

Anche la gravidanza è un potenziale rischio fisiologico in quanto serve più ferro per poter crescere il feto durante i nove mesi di gestazione.

In altri casi l’anemia può essere la spia di:

 

La prevenzione: gli alimenti per l’anemia

Una corretta alimentazione è fondamentale per garantire un adeguato apporto di ferro. Ma in quali cibi si trova il ferro?

“Il ferro più facilmente assimilabile è quello contenuto negli alimenti di origine animale. In particolare la carne rossa è ricca di emoglobina e quindi di ferro. L’adulto non dovrebbe consumarla più di 2 volte alla settimana, scegliendo eventualmente in alternativa il prosciutto crudo e la bresaola.

Anche le uova contengono ferro in buone quantità, ma sono anche ricche di colesterolo, motivo per cui è bene non eccedere e consumarne massimo 4 a settimana.

Buone fonti di ferro sono poi i legumi, in particolare lenticchie e ceci, la frutta secca, soprattutto mandorle e pistacchi, il cacao amaro, le verdure a foglia verde e  le erbe aromatiche come prezzemolo, rosmarino, basilico.

L’assorbimento di ferro è soggettivo e geneticamente predeterminato; è comunque importante mantenere una adeguata funzionalità gastrica ed una elevata acidità in quanto favorisce l’assorbimento del ferro.

Anche la vitamina C è essenziale poiché potenzia l'assorbimento del ferro del 50%. Può essere assunta durante i pasti, ad esempio condendo l’insalata con il limone o attraverso la frutta”.

 

Gli integratori di ferro: solo sotto controllo medico

La supplementazione di ferro deve essere valutata e somministrata sotto controllo medico.

“L’integrazione avviene prevalentemente per via orale. Oggi, a differenza di un tempo, ci sono in commercio numerosi preparati ed è facile trovarne uno tollerato, in particolare grazie alle nuove tecnologie - spiega lo specialista -.

Nelle donne con perdite ematiche mestruali abbondanti una volta ripristinato il patrimonio di ferro, è possibile eseguire delle supplementazioni 1 o 2 mesi all’anno”.

Il carbossimaltosio ferrico

Nei casi severi di carenza di anemia e nelle persone intolleranti al ferro via bocca, lo specialista può valutare la somministrazione di un nuovo ritrovato, il carbossimaltosio ferrico, che permette di supplementare tutte le scorte con un’unica infusione, abbattendo rischi allergici.

Cosa fare se gli integratori non bastano

Se non si ha un’adeguata risposta dell’organismo dopo un’idonea supplementazione di ferro e siano presenti altri segni di malassorbimento può essere utile effettuare un test di screening per la celiachia.

Questa intolleranza permanente al glutine (proteina contenuta nelle farine frumento, segale, orzo etc.), può causare problemi di malassorbimento intestinale di diversi nutrienti, tra cui anche il ferro e predisporre alla formazione di tumori.

Anche alcuni farmaci come gli antiacidi limitano l’assorbimento di ferro e, per quanto utili, bisogna impedirne l’abuso o l’utilizzo non motivato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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