Entropion: i sintomi e come si cura

PUBBLICATO IL 24 GENNAIO 2023

L’entropion è una patologia correlata ad un’alterata posizione della palpebra per cui il bordo palpebrale, dove risiedono le ciglia, viene introflesso (gira all’interno) e le ciglia vanno a grattare sulla cornea

Approfondiamo l’argomento con il Dott. Renato Valeri, Responsabile dell’U.O. di Oculistica dell’Istituto Clinico San Rocco.

 

I sintomi riconducibili all’entropion

“Ad occhio nudo - come ci spiega il Dott. Valeri -, la palpebra appare più accorciata e cicciottella rispetto alla consuetudine e l’occhio molto arrossato, oltre ad una sensazione soggettiva di fastidio molto evidente lamentata da chi ne è affetto”. 

In un primo momento si avverte: 

  • fastidio; 
  • disagio; 
  • arrossamento dell’occhio. 

In seguito, questo disturbo può determinare lesioni della cornea, delle vere e proprie ulcere che, oltre ad essere molto dolorose, possono portare ad un’infezione da cui può conseguire una trasparenza corneale o un ascesso corneale.

 

Tipi di entropion

L’entropion può essere congenito in una piccola percentuale di casi perché, normalmente, è di carattere senile, ovvero dovuto ad una lassità del muscolo orbicolare che non tiene più a contatto la palpebra con l’occhio e quindi le ciglia si introflettono. 

Esiste, sia pur con meno frequenza, anche un entropion senile da spasmo causato da un’iperattività del muscolo orbicolare che fa contrarre la palpebra e la porta all’interno. 

 

Come si cura l’entropion

Per l’entropion senile, la cura è sempre chirurgica. Grazie all’intervento, la palpebra viene tagliata e accorciata e il bordo palpebrale viene estroflesso con dei punti riassorbibili che la riposizionano nella sua sede originaria.

In alcuni casi di entropion per forme spastiche si possono eseguire delle iniezioni di tossina botulinica che, però, hanno un’efficacia limitata nel tempo. Una volta, infatti, che la tossina viene degradata dal nostro organismo, in genere nel giro di 2/3 mesi, si perde l’effetto di paralisi del muscolo che si contrae troppo e si ritorna alla situazione originaria. 

L’intervento chirurgico

Si tratta di un intervento ambulatoriale, della durata di 20 minuti, con anestesia locale infiltrativa che richiede la sospensione di cure farmacologiche a base di antiaggreganti e anticoagulanti. 

L’efficacia dell’intervento in alcuni casi non è definitiva: talvolta la lassità è tale che il problema può ripresentarsi nel tempo. La cavità oculare, infatti, con il progredire dell’età, regredisce e il grasso periorbitale si consuma portando ad un’inevitabile condizione clinica nota con il nome di enoftalmo, ovvero l’infossamento del gioco oculare. Non avendo più la spinta dell’occhio, pertanto, la palpebra volge all’interno. 

Importante, però, in fase di primo intervento, non eccedere con l’assottigliamento del muscolo orbicolare e della cute, ma agire con estremo equilibrio: se si accorcia troppo la palpebra, infatti, si corre il rischio che l’occhio in seguito non si chiuda più.

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