Operare in una sola volta entrambe le anche: è possibile!
PUBBLICATO IL 14 OTTOBRE 2022
All’Istituto Clinico Beato Matteo si svolge l’intervento di protesi d’anca bilaterale simultanea. Approfondiamo con l’esperto
Tecniche innovative mininvasive e specifici protocolli anestesiologici consentono di operare in un unico intervento entrambe le anche nei pazienti affetti da coxartrosi.
Il dott. Fabio Bertaiola, ortopedico dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano, ci spiega meglio cos’è e come si svolge l’intervento di protesi d’anca bilaterale simultanea.
Cos’è l’artrosi dell’anca
L’artrosi dell’anca è una patologia che, a causa della progressiva usura cartilaginea, determina un contatto diretto tra la testa del femore e l’acetabolo (l’incavo dell’osso che ospita la testa del femore), provocando l’insorgenza di dolore e quindi la successiva limitazione funzionale.
È una condizione assai diffusa tra gli anziani, che colpisce anche soggetti di mezza età e sportivi.
Da qui la ricerca in campo medico di tecniche chirurgiche sempre più avanzate, mininvasive, volte a preservare il più possibile la componente ossea, muscolare e tendinea, al fine di rendere possibile un rapido recupero del paziente e una ospedalizzazione ridotta.
L’intervento di protesi d’anca bilaterale simultanea: quando si fa
L’intervento di protesi d’anca bilaterale è una procedura chirurgica, coadiuvata da un protocollo riabilitativo personalizzato, che consente di far camminare i pazienti con stampelle in pochi giorni, ma non può essere sempre applicata.
“È bene chiarire - spiega il medico - che è possibile eseguire una PTA (protesi totale d’anca) bilaterale in simultanea, solo se, dopo attenta valutazione clinica, il paziente risulta idoneo.”
Vanno valutate con cura:
- eventuali patologie;
- comorbidità;
- stato fisico complessivo.
Non meno importante è l’aspetto legato alle motivazioni e aspettative del paziente.
“È prassi - continua il dott. Bertaiola - spiegare al candidato dell’operazione quali sono gli step principali che dovrà affrontare, dal pre al post-operatorio”.
Chirurgia a risparmio tissutale
Per mininvasivo non si intende un intervento in cui viene semplicemente effettuata una piccola incisione chirurgica. In questo tipo di tecnica, l’attenzione viene rivolta al preservare nel miglior modo possibile i tessuti ossei e tendinei, cercando al contempo di non danneggiare altresì i muscoli coinvolti:“Si parla infatti di chirurgia a risparmio tissutale”, precisa il dott. Bertaiola.
Le protesi hanno design sempre più performanti e gli steli sono sempre più piccoli, ideali per interventi mininvasivi. Inoltre, i materiali di produzione sono osteointegrabili e meno soggetti quindi a complicanze.
Come avviene l’intervento
In un colloquio pre-operatorio, il paziente viene informato che l’intervento verrà eseguito inizialmente dal lato più doloroso e che si procederà alla protesizzazione della seconda anca se le condizioni cliniche intraoperatorie lo permettono.
“Molto importante in questa procedura – spiega il dottore - è l’esperienza del chirurgo che deve prestare massima attenzione e contenere il tempo chirurgico totale.
Solitamente è preferibile ricorrere all’anestesia generale in quanto permette di controllare al meglio la pressione sanguigna, così da ridurre le perdite ematiche (per questi aspetti l’anestesista è una figura chiave). Solitamente si fa ricorso all’uso di acido tranexamico, in grado di ridurre il sanguinamento intraoperatorio e la necessità di eventuali trasfusioni post-operatorie”.
I vantaggi per il paziente
L’intervento di protesi bilaterale simultanea dell’anca ha, tra i vantaggi, quello di rendere necessaria una sola anestesia, un solo periodo riabilitativo e 1 solo stacco dall'attività lavorativa.
La riabilitazione è simile a quella eseguita tradizionalmente, anche se le 2 stampelle vengono lasciate prudenzialmente per qualche giorno in più rispetto al protocollo standard.
L’operazione in 3 punti chiave
- L’intervento di protesizzazione bilaterale simultanea dell’anca è una possibilità: può essere proposto in caso di bilateralità di patologia, in quei pazienti sani e motivati dopo una corretta informazione.
- Le tecniche chirurgiche miniinvasive, mirano al rispetto dei tessuti muscolo-tendinei e permettono nella maggior parte dei casi, un periodo riabilitativo quasi sovrapponibile a quello della classica procedura monolaterale.
- Condizione necessaria per proporre la bilateralità, è la forte motivazione del paziente e la preparazione psicologica pre-intervento.