Al 6° Convegno di Anticoagulazione.it presentato il progetto ‘Dar Voce’, dedicato ai pazienti TAO
PUBBLICATO IL 20 MAGGIO 2022
In occasione del 6° Convegno Nazionale di Anticoagulazione.it, tenutosi a Bologna lo scorso aprile, sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca ‘Dar Voce’, uno strumento informativo e di monitoraggio rispetto all’impatto delle attuali modalità di gestione della TAO (Trattamento Anticoagulante Orale) sul benessere dei pazienti nel corso della pandemia COVID-19.
I dati sono stati illustrati dalla Dr.ssa Arianna Magon, infermiera ricercatrice presso l’Area di Ricerca e Sviluppo delle Professioni Sanitarie dell’IRCCS Policlinico San Donato, e discussi in un’apposita tavola rotonda di esperti dal titolo: ‘La solitudine del paziente anticoagulato con AVK durante la pandemia da COVID-19’.
A seguire il link per accedere alla registrazione dell’evento:
I dati
I risultati del progetto ‘Dar Voce’ hanno contribuito a fornire una descrizione a livello nazionale del reale impatto della pandemia da COVID-19 sulla gestione della terapia anticoagulante orale (TAO), identificando i bisogni di salute e le difficoltà secondo il punto di vista:
- del paziente;
- del familiare/caregiver;
- del professionista sanitario.
I risultati dell’indagine hanno consentito di ‘dar voce’ e di definire alcune aree prioritarie di intervento per una gestione ottimale della TAO. Vediamo insieme alcuni punti chiave emersi dalla tavola rotonda.
Il ruolo attivo del paziente e/o del familiare nel percorso di cura
È fondamentale incentivare, sostenere e monitorare nel tempo il ruolo attivo del paziente e/o del familiare/caregiver nelle decisioni che riguardano il percorso di cura: un aspetto di cruciale importanza, al quale i professionisti devono porre attenzione al fine di garantire il raggiungimento di adeguati esiti di salute fisica e mentale.
Promuovere una partecipazione attiva del paziente, anche detta engagement, nelle scelte che riguardano la propria salute consente non solo la trasmissione di informazioni sanitarie, ma anche il consolidarsi di una partnership con il professionista sanitario di riferimento.
Il familiare/caregiver, risorsa essenziale nel percorso di cura
Ad oggi, considerando l’invecchiamento della popolazione in Italia, sono circa 7 milioni i familiari/caregiver che si occupano della gestione dello stato di salute del proprio familiare, diventando dunque una risorsa essenziale da coinvolgere e sostenere nel percorso di cura.
Negli interventi di educazione sanitaria, dunque, è necessario porre maggiore attenzione anche rispetto ai bisogni di salute e alle difficoltà che il familiare/caregiver riscontra nella gestione terapeutica del proprio familiare.
Gli obiettivi dei professionisti sanitari
Per quanto riguarda i professionisti sanitari, la loro necessità è quella di:
- promuovere un’adeguata formazione specialistica nella gestione della TAO, attraverso il supporto delle principali società scientifiche del settore (ad esempio: FCSA, SISET);
- garantire un’adeguata infrastruttura (strutturale e tecnologica);
- assicurare dotazione di personale nei centri TAO.
Inoltre, risulta essere fondamentale favorire una gestione integrata e di continuità del paziente attraverso una collaborazione tra i diversi professionisti sanitari coinvolti nel percorso di cura:
- medici;
- specialisti;
- infermieri;
- farmacisti.
L’autogestione e l’automonitoraggio della TAO
In ultimo, emerge con estrema urgenza la necessità di definire delle politiche a livello nazionale per consentire l’autogestione e/o l’automonitoraggio della TAO, adottando dei modelli di Self-Testing e/o di Self-Management. Un percorso percorribile per pazienti idonei in trattamento cronico con AVK che contribuirebbe al miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
A tal proposito, una delle prime sfide riguarda l’approvvigionamento e la rimborsabilità dei coagulometri portatili da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Per leggere in estenso i risultati della ricerca “Dar voce”, clicca qui: