Cos'è la spina calcaneare?

PUBBLICATO IL 23 FEBBRAIO 2022

La spina calcaneare, in termini scientifici conosciuta come entesite calcifica, è la deposizione di sali di calcio all’origine dei tendini, nella fascia plantare, proprio sotto il tallone. Colpisce maggiormente soggetti di sesso femminile, dai 40 anni in sù, ed è più comune nelle donne in fase pre-menopausale, perché sono interessate da una modificazione a livello fisiologico della produzione del calcio (osteoporosi). 

Quali sono però le cause della formazione di queste spine? È possibile ricorrere all’intervento chirurgico o è meglio affidarsi a trattamenti conservativi? Lo abbiamo chiesto al professor Antonio Serafin, responsabile del Servizio di Podologia all’IRCCS istituto Ortopedico Galeazzi.

Le cause 

“La causa della formazione della spina calcaneare va ricercata proprio da dove tutto comincia, ovvero nella fascia plantare che ha origine nella faccia anteriore del calcagno. I tendini che costituiscono la parte iniziale della fascia, se sottoposti a tensione anomala, tendono a stirarsi, a ‘strapparsi’ dalla loro origine. Il nostro corpo, a difesa, comincia a depositare sali di calcio per ‘rinsaldare’ la posizione naturale e per ripristinare l’equilibrio originale”,  spiega il prof. Serafin.  

 

I sintomi

“Il problema, però, è che questi sali di calcio sono come cristalli, con bordi taglienti e irregolari - continua il podologo -, se vanno a toccare o sono vicini alle terminazioni nervose nocicettive, provocano nel soggetto:

  • un dolore intenso, urente;
  • una sensazione di puntura continua a livello plantare-calcaneare, che gli impedisce di compiere i movimenti più semplici come, appunto, camminare. 

Il dolore si manifesta solo quando si esercita una pressione, quindi quella dell’intero corpo sul piede, ed è maggiormente avvertito all’inizio dell’attività: se si sta seduti a lungo, quando ci si alza, il dolore sarà molto più forte rispetto a quando si è nel bel mezzo della deambulazione”.

Nell’entesite calcifica, il dolore non è proporzionale alla grandezza della spina: a volte, spine anche lunghe 2-3 centimetri e asintomatiche vengono rilevate casualmente con radiografie effettuate per altri scopi. Mentre altre, magari lunghe pochi millimetri, possono causare dolori acutissimi. Dipende tutto da come questi sali di calcio vanno a incidere sulle terminazioni nervose del nervo nocicettivo.

 

Come si fa la diagnosi

La diagnosi di spina calcaneare si può effettuare clinicamente da parte di un ortopedico o di un podologo, grazie alla rilevazione di precisi segnali  tipici della patologia (es. dolore). Per avere una maggiore certezza diagnostica, l’esame strumentale più preciso è rappresentato da una semplice radiografia, che dà contezza della presenza e delle dimensioni della spina stessa. 

 

La cura

Quando il dolore non è molto acuto, è più facile riuscire a conviverci, ma nel caso fosse intenso, come possiamo trattarlo? 

“L’indicazione chirurgica, in questi casi, non è frequente. Solo rarissimamente si interviene in questo modo. Di norma, i trattamenti sono conservativi”, sottolinea l’esperto. 

I rimedi

“Immaginiamo che il tallone sia come un pendolo, che si muove avanti e indietro -  spiega il professor Serafin - .  Posteriormente è trazionato dal tricipite surale (polpaccio), anteriormente è trattenuto dalle tre fasce plantari. L’obiettivo sarebbe quello di trazionare meno il calcagno, senza andare a incidere nell’inserzione della fascia plantare. Per fare questo sono necessari determinati ausili:

  • calzature adeguate;
  • plantari specifici;
  • onde d’urto”. 

Le scarpe adatte per la spina calcaneare

“Per quanto riguarda l’utilizzo di calzature adeguate, l’indicazione principale è quella di avere sempre un minimo di tacco

  • di altezza di almeno 2 cm per gli uomini 
  • di altezza di almeno 3-4 cm per le donne

Il tacco deve essere largo, perché più stabile e aiuta il tendine a distendersi e a disinfiammarsi. Le calzature con il tacco si possono indossare continuativamente per circa 6 mesi o un anno, a seconda delle esigenze della persona. Nel caso il tallone si dovesse infiammare nuovamente, si può ricominciare a portarle”, continua lo specialista. 

I plantari

“Quando invece il dolore è continuo - specifica il medico -  è necessario intervenire con ortesi (solette) specifiche a misura di paziente. Se ne possono trovare di diversi tipi: 

  • talloniere a guscio posteriore, con funzione ammortizzante, ripara il tallone dagli urti e diminuisce la sintomatologia dolorosa;
  • plantare su misura che ha lo scopo di regolare la formazione della volta plantare, ponendo il piede nella posizione più corretta. Oltre a questo, si inserisce un cuscinetto posteriore anti shock con lo scarico a virgola di Viladot utile a evitare l’infiammazione del tendine quando viene trazionato durante la deambulazione”.

Le onde d’urto

“Per quanto riguarda le onde d’urto, solitamente sono previste 3 sedute a ciclo (a distanza di una settimana dall’altra), successivamente 1 mese di riposo; ancora un altro ciclo, un altro mese di riposo e infine un ultimo ciclo.

Le onde d’urto agiscono andando a limare i bordi dei sali di calcio, arrotondandoli e rendendoli meno dolorosi. In questo modo, si andrebbe a togliere l’infiammazione. 

Ma attenzione: eseguire le onde d’urto senza però andare a combattere la causa che provoca il dolore, non è utile perché il tendine continuerebbe a infiammarsi. Per questo è necessario portare, in parallelo, anche le calzature con il tacco o le ortesi”, aggiunge ancora l’esperto.

 

I consigli del podologo

“Non esistono esercizi che si possono eseguire per una problematica di spina calcaneare - conclude Serafin -. Bisogna cercare di mettere a riposo la fascia infiammata, procedendo 2 volte al giorno con docce di acqua fredda (non pediluvi), localizzate solo nella zona dolorosa, per dare maggiore sollievo. Ma non solo:

  • è assolutamente vietato camminare a piedi nudi: anche se ci si alza di notte per andare a bere un bicchier d’acqua, bisogna necessariamente mettere le ciabatte con il tacco; anche in spiaggia è sempre meglio indossare calzature adatte perché il tallone sprofonda maggiormente, peggiorando ulteriormente l’infiammazione;
  • sono vietate scarpe troppo basse (es. ballerine): ci deve sempre essere un minimo di tacco (magari anche interno);
  • prestare attenzione al proprio peso: è evidente che il sovrappeso rappresenta una problematica importante per la spina calcaneare perché maggiore è il peso che si esercita sui nostri piedi, maggiore sarà il dolore provocato dalla spina calcaneare”. 
Cura e Prevenzione