Una massa muscolare ridotta può favorire le complicanze da Covid

PUBBLICATO IL 01 APRILE 2021

Uno studio coordinato da IRCCS Galeazzi e IRCCS San Donato rivela una correlazione tra sarcopenia e possibile decorso severo del Covid. 

È stato pubblicato, recentemente, sulla prestigiosa rivista scientifica Radiology uno studio coordinato dall’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e dall’IRCCS Policlinico San Donato che ha dimostrato come la sarcopenia, ovvero una condizione di riduzione della massa muscolare, rappresenti un fattore prognostico negativo nei pazienti ricoverati per Covid-19.     

Il legame tra sarcopenia e decorso severo del Covid

I ricercatori hanno osservato come uno stato di sarcopenia rappresentasse, effettivamente, un fattore prognostico negativo (ossia, in grado di favorire un decorso severo della malattia), nei pazienti affetti da Coronavirus. 

Un’associazione tra ridotta massa muscolare e alcune patologie, come quelle oncologiche, era già nota da tempo. 

Questo studio ha portato alla luce un’altra importante caratteristica relativa agli effetti che il virus  comporta per il nostro organismo (in questa caso, una correlazione).

Obiettivi e svolgimento dello studio

Lo studio aveva come obiettivo quello di stabilire quanto la ridotta massa muscolare riuscisse a prevedere un decorso clinico sfavorevole nei soggetti ospedalizzati per Covid-19, sia in terapia intensiva, sia nei reparti ordinari, durante la prima ondata di pandemia.

L’indagine, avviata lo scorso 21 febbraio 2020 e conclusasi il 30 aprile dello stesso anno, ha coinvolto 552 pazienti (di cui 364 uomini), con un’età media di 65 anni e si è basata sul confronto tra le informazioni relative allo stato della muscolatura paravertebrale ottenute attraverso TC toraciche effettuate al loro ingresso in struttura per verificare la presenza di polmoniti, con alcuni dati clinici e fisici degli stessi.

Tra i parametri presi in considerazione per il confronto:

  • età
  • sesso
  • indice di massa corporea (BMI)
  • grado di estensione della polmonite 
  • stato muscolare
  • eventuali comorbidità (patologie broncopolmonari, cardiovascolari, neurologiche, diabete, ecc.).

Lo studio è stato condotto condotto insieme all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara, all’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, alla Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero di Brescia, all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e all’Ospedale SS. Annunziata di Cento (in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Palermo e l’Università degli Studi del Piemonte Orientale).

La rilevanza dello studio per la cura del Covid

“Le TC toraciche eseguite sui pazienti affetti da Covid-19 ci hanno dato la possibilità di avere accesso a una fonte preziosa di informazioni relative allo stato dei muscoli paravertebrali - spiega il prof.  Luca Maria Sconfienza, responsabile dell’Unità operativa di Radiologia diagnostica e interventistica all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi -.  

Questo ci ha permesso di validare la nostra ipotesi, ovvero che la ridotta massa muscolare sia un fattore rilevante da considerare nei pazienti Covid, come già accade per altre comorbidità. 

Questi risultati potrebbero essere utili ai colleghi clinici impegnati nei reparti Covid”. 

L’importanza della collaborazione in studi multicentrici

Anche il dott. Simone Schiaffino, radiologo dell’Unità di Radiologia presso l’IRCCS Policlinico San Donato, l’altra struttura di Gruppo San Donato che ha partecipato allo studio, ha sottolineato la valenza di quanto riportato alla luce e dell’importanza di lavorare in sinergia anche con altre strutture: 

“La grande sfida della pandemia ci ha mostrato nuovamente quanto sia preziosa la collaborazione tra diversi ospedali. È il modello dello studio multicentrico, che integra molteplici esperienze per uno scopo comune: ricavare dalle indagini eseguite dati utili alla prognosi mediante un dato normalmente non considerato, lo stato muscolare, che esprime in modo efficace la possibile ‘fragilità’ dei pazienti, concetto quanto mai attuale. 

Impostare studi che vadano oltre i limiti del singolo ospedale è una necessità che abbiamo verificato in particolare in questa pandemia, sia in questa occasione, sia in precedenti esperienze come l’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale alla lettura delle radiografie del torace nei pazienti con sospetto Covid”. 

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