Smartwatch e cuore: come utilizzare il tuo smartwatch per monitorare la frequenza cardiaca
PUBBLICATO IL 24 SETTEMBRE 2020
Stimola uno stile di vita meno sedentario, segnala comportamenti potenzialmente dannosi e rileva anomalie del ritmo cardiaco: ecco come lo smartwatch può essere un prezioso e comodo alleato per la salute del cuore
Frequenza cardiaca e pressione arteriosa sono i primi parametri da tenere sotto controllo per monitorare la salute cardiovascolare. Cambiano frequentemente a seconda dell’attività quotidiana e dello stato d’animo, ma oltre i valori soglia possono essere campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Come ci ricorda ogni anno la Giornata Mondiale del Cuore, che si celebra il 29 settembre, la prevenzione è l’unica arma in nostro possesso per limitare l’insorgere di patologie cardiovascolari, che possono avere effetti anche gravi. Per questo è fondamentale adottare uno stile di vita sano e ascoltare i segnali che il cuore ci manda ogni secondo.
La tecnologia ci viene in aiuto, con smartwatch di ultima generazione a app dedicate al monitoraggio cardiovascolare. Attenzione però: non possono sostituire il medico e, tantomeno, fare delle diagnosi!
La Dott.ssa Alessandra Pecoraro, cardiologa dell’unità di Cardiologia Clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato, ci spiega come sfruttare al meglio questi dispositivi e quando è opportuno fare degli accertamenti medici.
Impostare uno stile di vita sano
Gli smartwatch sono dei dispositivi intelligenti che consentono di monitorare costantemente alcune funzioni basali relative al battito cardiaco e alla pressione arteriosa, registrarle e riprodurre dei trend grafici relativi a uno specifico periodo di tempo. Oltre a questi parametri, possono rilevare il numero di passi fatti e stimare le kcal consumate, fornendo un bilancio del movimento fatto durante la giornata, che consente di calibrare anche l’attività dei giorni successivi. In qualche modo, quindi, gli smartwatch possono indurre a svolgere una vita meno sedentaria e incentivano una vita attiva, primo elemento alla base di uno stile di vita sano.
La frequenza cardiaca a riposo
“I battiti cardiaci cambiano minuto per minuto in base alle attività che svolgiamo durante la giornata. Monitorare la frequenza basale in condizioni di riposo è molto utile per capire se i battiti rientrano nella norma. In un soggetto normale la frequenza dovrebbe oscillare fra i 60 e i 70 battiti al minuto. Se si discosta molto da questo valore di riferimento, può essere opportuno consultare il medico o fare degli accertamenti successivi”.
La valutazione del ritmo
“Grazie allo smartwatch e alle app di monitoraggio possiamo capire se la nostra frequenza cardiaca a riposo è regolare o irregolare. Rilevano, infatti:
- eventuali aritmie, variazioni anomale del ritmo cardiaco, che possono essere di origine benigna, come le extrasistoli;
- fibrillazione atriale e tachicardie sovraventricolari o ventricolari, che possono essere pericolose per il soggetto.
In ogni caso è opportuno un approfondimento medico.
Utilizzare uno smartwatch può essere utile anche per soggetto cardiopatico noto, affetto, per esempio, da fibrillazione atriale o extrasistolia, perché consente di verificare che il battito sia regolare o irregolare nel momento in cui il paziente ha i sintomi.
La frequenza del battito, invece, varia normalmente durante la giornata e in risposta a diversi stimoli. Aumenta durante le attività fisiche, sia quelle quotidiane sia le vere e proprie attività sportive, e a seguito dell’assunzione di sostanze eccitanti (come tè, caffè, fumo di sigaretta) e stati d’ansia, agitazione e stress.
Durante il sonno, invece, la frequenza cardiaca è più bassa, perché prevale il tono vagale: episodi di bradicardia (riduzione della frequenza cardiaca a riposo, ndr) sono abbastanza comuni, anche se i battiti al di sotto dei 40/50 possono essere un campanello d’allarme, soprattutto se non correlati al sonno.
Meritano invece un’attenzione a sé le sindromi di apnee notturne che si manifestano nei pazienti obesi, quando il battito si riduce in modo patologico. In questo caso, però, non è sufficiente basarsi sul rilievo che fa lo smartwatch, ma è necessario utilizzare apparecchi ECG holter per il monitoraggio continuo della frequenza”.
L’attività sportiva
“Monitorare la frequenza cardiaca è importante anche, e soprattutto, durante l’attività sportiva per verificare che non si raggiungano frequenze cardiache troppo alte, che potrebbero mettere a rischio l’apparato cardiovascolare.
Secondo la formula di Karvonen, sottraendo a 220 la propria età si ottiene la frequenza cardiaca massima, ovvero la soglia che un soggetto non dovrebbe superare durante lo sforzo fisico. Se la frequenza si alza oltre questo valore, sarebbe opportuno limitare l’attività.
L’aumento della frequenza dovrebbe essere sempre regolare: se durante lo sforzo lo smartwatch segnala un’irregolarità, o la si avverte, è utile consultare il medico”.
L’elettrocardiogramma e l’infarto
È recente la notizia di uno studio italiano, discusso durante l’European Society of Cardiology, che promuove l’utilità di alcuni smartwatch di nuova generazione nel riconoscere l’infarto. Si tratta di un’evoluzione dei dispositivi e delle app comunemente in uso: l’orologio deve essere posizionato in 9 diverse posizioni del torace ed è in grado di realizzare una misurazione a 9 derivazioni, analoga a quella di un ECG.
I dispositivi attualmente in commercio possono anche essere utilizzati per eseguire un elettrocardiogramma (ECG) monoderivazione. Si tratta di un esame utile al controllo del ritmo e della frequenza cardiaca, ma non consente di fare diagnosi di infarto, perché appunto guarda un’unica finestra cardiaca. È un punto molto importante da specificare ai pazienti: se si avvertono sintomi riconducibili a un episodio cardiaco acuto, è necessario recarsi al Pronto Soccorso o contattare il cardiologo di fiducia, – precisa la Dott.ssa Pecoraro.