Clisma opaco: cos'è, come funziona, come viene effettuato

PUBBLICATO IL 12 NOVEMBRE 2020

Il clisma opaco è un esame radiografico che permette di visualizzare il colon ed è necessario in particolari situazioni. L’esperto ci spiega quali e in cosa consiste.

Il clisma opaco è lo studio radiografico mediante clistere con doppio mezzo di contrasto (bario e aria) del grosso intestino, cioè del colon e del retto.

Fino a prima dell’avvento della colonscopia virtuale, è stato l’unico esame strumentale possibile, considerato sia dal gastroenterologo, sia dal chirurgo addominale come il mezzo diagnostico per visualizzare l’intestino prima di un’operazione chirurgica oppure prima di prescrivere una terapia medica.

Oggi quando viene utilizzato? Per quali scopi diagnostici? Come funziona? Ce ne parla  il dottor Gaetano Ruffo, responsabile dell’Unità operativa di Radiologia all’Istituto Clinico San Siro.

Quando si prescrive

“Il principale ambito di impiego del clisma opaco è la visualizzazione retrograda dell’intestino per lo studio dei tumori del colon-retto - spiega -. Da un certo punto di vista, a livello di volumi, la colonscopia ha soppiantato il clisma opaco in quanto, quest’ultimo, presenta indicazioni piuttosto ‘di nicchia’ per i quali, ancora oggi, trova un proprio ambito di applicazione.

Si sta parlando soprattutto dello studio funzionale del colon e degli ambiti, per cui è impossibile fare una colonscopia completa, cioè:

  •  il colon spastico
  •  il colon irritabile
  •  il colon molto lungo (dolicocolon)”.

In quali casi è indicato

È indicato soprattutto:

  • in pazienti anziani con problemi di diverticoli e fragilità della parete intestinale che, per la colonscopia, sono soggetti a rischio di perforazione intestinale; a questo proposito, il clisma opaco eseguito a bassa pressione d’insufflazione della miscela bario-aria rappresenta una valida alternativa.

 

  • Quando una colonscopia non riesce, perché è presente un ostacolo importante all’interno del grosso intestino: il clisma opaco diventa l’esame che l’endoscopista stesso richiede per riuscire a esplorare meglio il colon.

 

  • In pazienti con pacemaker, in quanto viene utilizzata un’apparecchiatura radiologica convenzionale.

In termini di numeri, tuttavia, le indicazioni al clisma opaco sono diminuite considerevolmente.

È un esame che, innanzitutto, dipende molto dall’esperienza del radiologo (questa procedura la sanno eseguire principalmente radiologi di una certa età, che hanno cominciato tempo addietro, quando lo studio radiologico del colon era molto utilizzato). Di fatto è una vera è propria diagnostica super-specialistica.

Si effettua prevalentemente su soggetti anziani, anche a causa della consistente somministrazione di raggi X, trattandosi di radiogrammi addominali con irradiazione di organi molto radiosensibili.

Come funziona

Il clisma opaco è costituito da una miscela pari a circa un litro di bario liquido e un litro di aria (utile per rendere al contempo visibili il lume intestinale e i dettagli delle pareti), che viene somministrata per via rettale.

“Il rischio è lo stesso della colonscopia, cioè la perforazione della parete intestinale nei punti di maggiore fragilità (diverticoli), anche se, in mani abili, è un esame sicuro. È l’endoscopista stesso che valuta se sia il caso o meno di procedere con una colonscopia piuttosto che l’altra procedura (clisma opaco) - conclude Ruffo -.

Per questo è necessario un corretto flusso di informazioni tra gastroenterologo, endoscopista e chirurgo addominale che, in sinergia fra loro, ritagliano ogni esame su ciascun paziente in base alle caratteristiche del caso (es. fragilità della parete intestinale, problemi di età, problemi di stitichezza, …)”.

Come prepararsi all’esame

“La preparazione al clisma opaco prevede una toeletta completa dell’intestino, preferibilmente senza utilizzare purganti liquidi, come ad esempio i clisteri - continua lo specialista -. Si usano infatti lassativi di tipo osmotico, cioè quelli che promuovono l’ingresso del liquido all’interno del lume intestinale, che sono tendenzialmente i medesimi utilizzati per la colonscopia.

Da un punto di vista della preparazione alimentare, inoltre, si associa una dieta liquida a partire da tre giorni prima dell’esame, mentre nei due giorni precedenti si assumono dei purganti in sequenza, in modo tale da avere un colon il più possibile pulito”.

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