Fase 2: i traumi psicologici del COVID-19, come riconoscerli e superarli

PUBBLICATO IL 01 MAGGIO 2020

Riadattarsi alla normalità dopo il lockdown non sarà semplice. Ci troveremo di fronte ad un’esplosione di sindromi ansiose-depressive da gestire. Alcuni consigli su come farlo.

Il COVID-19 si è insinuato nelle nostre vite in modo sempre più dirompente, stravolgendole completamente. Per alcuni è stato un vero e proprio trauma e i prossimi mesi non saranno semplici da gestire. 

Il dott. Gianluigi Mansi Responsabile dell'Unità Operativa di Riabilitazione Psichiatrica degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza spiega come nascono questi traumi e cosa dovremo fare per superarli: “Nelle prossime settimane ci troveremo di fronte ad una fase di riapertura graduale, una sorta di normalità condizionata ancora dalle mascherine, dai guanti, dalla distanza da tenere.  

Tutto questo potrà generare atteggiamenti diversi, sviluppare delle fobie importanti come l’autoconfinarsi in casa anche quando sarà possibile uscire per paura che ci sia ancora rischio di contagio. 

Ma anche  reazioni opposte,  come la sindrome da sequestro,  ovvero il sentirsi privati ingiustamente della propria libertà e decidere di uscire senza seguire le regole di sicurezza”. 

I possibili traumi da coronavirus

Ci troviamo davanti a due tipi di traumi provocati da coronavirus: quelli lievi e quelli più complessi. 

I traumi lievi

I traumi lievi sono l’aver perso la libertà, il confinamento in spazi piccoli, la gestione difficoltosa dei figli piccoli, dei disabili e degli anziani e le perdite economiche. I loro sintomi si esprimono con espressioni psicosomatiche come: 

  • cefalea; 
  • disturbi intestinali;
  • difficoltà digestive; 
  • tachicardia; 
  • dimagrimento; 
  • ansia;
  •  depressione; 
  • aumento del consumo alcolico; 
  • modifica del sonno; 
  • astenia. 

“Per questi traumi lievi sarà innanzitutto importante capire che si sta per vivere un cambiamento, che la quotidianità che c’era prima non tornerà dall’oggi al domani e che bisognerà riadattarsi, non negare le emozioni e chiedere magari un supporto psicologico” continua l’esperto.

Il disturbo post traumatico da stress

Il secondo tipo di trauma è quello più complesso da gestire, si tratta del cosiddetto disturbo post traumatico da stress che compare dopo eventi molto gravi come atti terroristici, incidenti, terremoti e in cui purtroppo, rientra anche l’epidemia da COVID-19. 

“In quest’ultimo caso - spiega il dottore - il disturbo può colpire chi ha perso i familiari o gli operatori sanitari che sono in trincea negli ospedali. I sintomi sono diversi: 

  • flashback e ricordi ricorrenti; 
  • incubi; 
  • iperattività; 
  • disturbi dell’umore come sentimento di vuoto; 
  • distacco dalla realtà quotidiana; 
  • perdita di interesse; 
  • irritabilità; 
  • ipervigilanza; 
  • difficoltà del sonno; 
  • scarsa concentrazione; 
  • rischio di iniziare ad abusare di droghe, alcol o farmaci. 

In questi casi, sarà importante essere seguiti da un’equipe specializzata, perché si tratta di disturbi complicati per i quali solo l’approccio multidisciplinare di professionisti in tale ambito è in grado di fare una diagnosi certa e proporre una terapia adeguata”.

Ansia e attacchi di panico: chi ne soffrirà e come uscirne

“Bisognerà fare molta attenzione ai soggetti disabili che hanno subito moltissimo, perché fanno fatica a capire e rispettare le regole; alle persone affette da autismo e a chi soffre di patologie psichiatriche gravi e croniche. Poi ci sono gli anziani e i soggetti rimasti soli, chi ne è uscito ed è guarito, ma ha perso i propri cari e le persone il cui problema economico ha fatto venire meno il senso di sicurezza”. 

In questi soggetti è più facile la comparsa di attacchi di panico, ansia e malumore. Come fare per superarli? Risponde l’esperto “I comportamenti da mettere in atto in questi casi  saranno: 

  • concedersi del tempo per metabolizzare l’accaduto 
  • permettersi di non stare bene 
  • non avere vergogna né fretta di riprendersi 
  • condividere la situazione con chi ha subito un’esperienza simile 
  • riprendere i ritmi regolari di vita 
  • chiedere aiuto agli esperti.”

Ricominciare dagli sguardi

“Con il lockdown  siamo andati contro il paradigma etologico che si sopravvive se si sta insieme e abbiamo capito che, in questo caso, solo stando lontani possiamo sconfiggere il COVID-19 . È la prima volta che questo avviene in modo così esplicito e globale nella storia recente dell’uomo - spiega il professore-.

Sono stati impediti, infatti, tutti i gesti che per cultura facciamo, come il darsi la mano, l’abbracciarsi, il toccarsi e che riprenderemo con difficoltà così come è stato difficile starne senza. Sarà quindi importante in questa fase dare importanza agli sguardi, imparare ad abbracciarci con gli sguardi e concentrarci sulla espressività del volto: sarà un modo diverso di comunicare, essere nel mondo, parlare di sentimenti” conclude Mansi.

 

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