Meningite nei bambini: sintomi, diagnosi e prevenzione

PUBBLICATO IL 14 GENNAIO 2020

Lo specialista ci parla di questa grave patologia nei bambini: dai sintomi per riconoscerla a cosa fare in caso di contatto con una persona malata fino alla prevenzione. 

La meningite è una malattia che spaventa molto, perché nei casi più gravi può arrivare a essere anche mortale. E tra i soggetti più a rischio ci sono i bambini. Il professor Angelo Colombo, coordinatore dell’area materno-infantile del Policlinico San Pietro (dove è possibile sottoporsi alla vaccinazione), ci parla della meningite nei bambini e ci spiega: 

  • quali sono i sintomi per riconoscerla
  • cosa fare in caso di contatto con una persona contagiata 
  • come funzionano le vaccinazioni antimeningite, unica arma di  prevenzione efficace oggi disponibile.

L’allarme a Bergamo

Di meningite si è parlato molto di recente, anche alla luce dei fatti di cronaca che hanno visto coinvolte cinque persone nell’area della Bergamasca. 

Ma quali sono i sintomi che potrebbero far sospettare un caso di meningite? Perché i bambini sono più a rischio? E quali sono le vaccinazioni anti meningite oggi disponibili? 

Meningite da meningococco: che cos’è

La meningite meningococcica è una grave malattia caratterizzata dall’infezione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. 

È provocata da un batterio, Neisseria Meningitidis, detto anche meningococco, di cui esistono vari sierotipi. 

Tuttavia, solo 6 sono responsabili della malattia meningococcica invasiva: A, B, C, W, X e Y. 

I sierotipi che circolano più frequentemente in Italia ed in Europa sono il B e C, mentre in Africa ed Asia sono diffusi i sierotipi A, W e X e negli Stati Uniti si trovano anche il B, C e Y.

Come avviene il contagio e chi colpisce

La trasmissione del batterio del meningococco avviene per via aerea attraverso le secrezioni del tratto respiratorio e le goccioline di saliva. 

Richiede quindi un contatto stretto con il soggetto malato e per questo più frequente all’interno di comunità come asili, scuole, caserme, discoteche. 

Il batterio non riesce a sopravvivere nell’ambiente né in alimenti, bevande o su oggetti. 

Ne è colpita qualunque età, ma la diffusione è maggiore sotto i 5 anni (in particolare in bambini con meno di 2 anni), tra gli adolescenti e giovani adulti. 

Ogni anno in Italia si verificano oltre 900 casi di meningite batterica, un terzo dei quali è provocata dal meningococco.

Quali sono le conseguenze

È una malattia gravissima con rapida evoluzione, talora fulminante. 

Sebbene una diagnosi precoce e un trattamento adeguato altrettanto precoce possano portare a guarigione, purtroppo il 10-15% dei bambini colpiti muore. 

Se sopravvive, può riportare conseguenze molto serie come: 

  • ritardo mentale 
  • deficit neurologici 
  • sordità.

I sintomi della meningite nei bambini

La malattia ha un’incubazione di 2-10 giorni ed i pazienti devono essere considerati contagiosi fino a 24 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica. 

I sintomi possono variare a secondo dell’età, tra i principali sintomi devono senza dubbio allarmare la presenza di:

  • febbre elevata 
  • malessere generale 
  • cefalea 
  • vomito 
  • rigidità nucale 
  • crisi convulsive ed alterazioni dello stato di coscienza. 

Ulteriori campanelli d’allarme, soprattutto nei bambini al di sotto di un anno, possono essere: 

  • pianto lamentoso 
  • difficoltà ad alimentarsi
  • aspetto sofferente 
  • fontanella anteriore bombata. 

La comparsa di petecchie (piccoli punti rossi sulla pelle) o di porpora (macchie rosse-bluastre sulla pelle di dimensioni variabili) sono segni di gravissima compromissione generale.

Cosa fare se si è stato a contatto con una persona affetta da meningite

In caso di contatto con un malato, il primo passo da fare è informare tempestivamente il proprio medico che prescriverà una profilassi antibiotica indipendentemente dall’età e dallo stato di immunizzazione del soggetto (cioè anche se è stato vaccinato).

I vaccini contro la meningite: tipi e coperture

I vaccini rappresentano l’unica arma di prevenzione efficace contro la meningite batterica e il meningococco che la provoca.

Attualmente sono disponibili 3 tipi di vaccini: 

  • il vaccino contro la meningite di tipo C 
  • il vaccino contro la meningite di tipo B
  • il vaccino tetravalente contro i sierotipi A, C, W, Y. 

Il vaccino contro il meningococco C, offerto gratuitamente dal Sistema Sanitario Regionale (S.S.R.), si somministra a tutti i bambini di età compresa tra i 13 e 15 mesi, ma è possibile anticiparlo nei soggetti a più alto rischio. 

Il vaccino contro il meningococco B, disponibile in Italia dal 2014 e anch’esso offerto gratuitamente dal Sistema Sanitario Regionale, può essere somministrato già dal secondo-terzo mese di vita il numero delle dosi, varia a seconda dell’età in cui si inizia la somministrazione.

Gli effetti collaterali dei vaccini

Gli effetti più comuni, a seguito della somministrazione del vaccino, sono: rossore, gonfiore e dolore nel sito dell’iniezione della durata di 1-2 giorni. 

Le reazioni sistemiche si risolvono in genere dopo 2-3 giorni e sono:

  • febbre 
  • irritabilità 
  • sonnolenza 
  • malessere generale. 

Si possono verificare, talora, reazioni allergiche di varia entità fino, seppur molto raramente, allo shock anafilattico, che si manifesta nei primi minuti dall’inoculazione del vaccino e che può essere trattato adeguatamente se l’intervento medico è rapido. 

Si raccomanda quindi di attendere 15-20 minuti prima di allontanarsi dalla struttura dove è stata eseguita la vaccinazione.


 

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