I problemi dell’anca nei pazienti giovani
PUBBLICATO IL 11 DICEMBRE 2020
Pubalgia, borsiti, tendiniti dell’anca, conflitto femoro-acetabolare: i problemi dell’anca colpiscono anche sotto i 40 anni. All’Istituto Ortopedico Galeazzi c’è un ambulatorio dedicato
All’interno degli ambulatori di Chirurgia dell’Anca dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, si presta particolare attenzione al paziente più giovane, al giorno d’oggi sempre più sportivo, anche con attività ad alto impatto che mettono a dura prova la salute delle articolazioni.
Se prima questo era molto più frequente nel sesso maschile, ora si verifica in ampia misura anche nel sesso femminile con l’insorgenza di problemi articolari dell’anca già prima dei trent’anni. Il professor Luigi Zagra, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Anca dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, ci parla di questa problematica e dell’Ambulatorio dedicato ai disturbi dell’anca del paziente più giovane (fino ai 40 anni), sempre all’interno della struttura milanese del Gruppo San Donato.
Le problematiche dell’anca nel giovane
“I problemi dell’anca nei pazienti sotto i 40 anni possono far riferimento alle più semplici tendiniti come la pubalgia (tendinite dei muscoli adduttori dell’anca, che si trovano all’interno della coscia), o alle tendiniti/borsiti trocanteriche - spiega il prof. Zagra - fino al conflitto femore-acetabolare o alle malformazioni congenite o acquisite durante la crescita o a seguito di traumi dell’articolazione dell’anca.
Per semplicità, consideriamo 2 categorie maggiori di problemi:
- problemi di tipo malformativo della nascita o della crescita;
- conflitto femoro-acetabolare”.
Problemi di tipo malformativo della nascita o della crescita
“Si tratta di forme blande o non riconosciute di displasia dell’anca - spiega il dottore - che si riscontrano di frequente in pazienti provenienti da altri paesi in cui, spesso, non si effettuano screening di routine o non vi è la capacità di riconoscere le patologie ortopediche (in particolare dell’anca) sin nel neonato, trattarle e se possibile risolverle nell’immediato.
Queste possono passare misconosciute e, se trascurate, nell’età giovane/adulta possono cominciare a dare problemi. Queste forme malformative, la cui forma più importante è rappresentata appunto dalla displasia o lussazione congenita, possono portare a un’artrosi precoce e di conseguenza alla necessità di una protesi anche in giovane età.
Nei giovani si possono manifestare anche una serie di disturbi, conseguenza di patologie della crescita, come epifisiolisi, malattia di Perthes che, in fase pre-protesica (prima ancora che insorga l’artrosi) laddove cominciano a diventare sintomatiche, si possono correggere cercando di normalizzare l’anatomia dell’anca con interventi osteotomici (cioè, correttivi del femore e/o del bacino preservando le strutture articolari naturali), in modo da ritardare il più possibile l’intervento protesico”.
Il Conflitto femoro-acetabolare
“Il Conflitto femoro-acetabolare - continua lo specialista - si riscontra più facilmente negli sportivi che cominciano un’intensa attività fisica in giovane età, ma non solo, si può avere uno sviluppo dell’anca il quale, nel tempo, potrebbe dare dei problemi.
Questo tipo di patologia si verifica quando l’osso assume forme e dimensioni tali da creare un conflitto tra le componenti ossee, femore e bacino, che vanno in conflitto l’uno contro l’altro nei movimenti articolari estremi, portando a danni cartilaginei precoci fino all’artrosi.
Tali forme possono essere trattate con:
- fisioterapia specifica
- infiltrazioni ecoguidate di acido ialuronico o fattori di crescita;
- chirurgia mininvasiva prevalentemente di tipo artroscopico o aperto nei casi più gravi”.
L’ambulatorio del Galeazzi dedicato alle problematiche nel giovane
E proprio all’interno del Galeazzi si colloca l’ambulatorio dedicato ai problemi dell’anca nei pazienti giovani, punto di riferimento per questo tipo di patologie.
“L’ambulatorio del giovane - specifica Zagra - è molto importante per fare luce, innanzitutto, sulle origini del dolore e sviluppare specifici protocolli riabilitativi di fisioterapia e, laddove necessario, intervenire con una correzione pre-protesica sia sull’osso sia sulla cartilagine.
L’esame primario che si effettua è la radiografia del bacino con proiezioni specifiche assiali e denominate di Dunn.
Esiste poi un esame più specifico, la artro-risonanza magnetica, in cui il radiologo inietta del mezzo di contrasto all’interno dell’articolazione. E’ un esame ad altissimo dettaglio di definizione e fornisce tutte le informazioni relative all’articolazione; è specifico per patologie articolari e viene eseguito solo in centri selezionati tra cui la radiologia del Galeazzi diretta dal Prof. Luca Sconfienza”