Le vacanze al mare o in montagna e gli effetti sul nostro cuore
PUBBLICATO IL 12 AGOSTO 2020
I consigli della cardiologa del Policlinico San Donato per vacanze al mare o in montagna in sicurezza e all’insegna della salute del cuore.
Alte temperature, passeggiate, rischio disidratazione: i pazienti cardiopatici devono prestare attenzione alla salute del loro cuore, soprattutto in vacanza. Grazie a semplici accortezze e alle indicazioni del medico curante, è possibile godersi le ferie estive senza mettere a rischio la salute.
La Dott.ssa Alessandra Pecoraro, cardiologa dell’unità di Cardiologia Clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato, spiega chi deve prestare particolare attenzione e quali sono i campanelli d’allarme.
Pazienti ipertesi
“Nei pazienti ipertesi, in trattamento farmacologico, è importante modulare il dosaggio dei farmaci durante i mesi estivi.
Durante le vacanze al mare a causa delle alte temperature esterne, potrebbero incorrere in episodi di cali di pressione del sangue (ipotensione), a maggior ragione, indotti sia dai farmaci, sia dalla disidratazione dovuta al caldo.
In montagna, al contrario, la pressione potrebbe tendenzialmente alzarsi per effetto delle temperature più basse. Sarebbe opportuno consultare preventivamente il medico di riferimento, per capire come modulare la terapia antipertensiva”, spiega la Dott.ssa Pecoraro.
Pazienti affetti da scompenso cardiaco
Nello scompenso cardiaco è invece importante il bilancio idrico giornaliero: “Questi pazienti seguono solitamente una terapia con diuretici: è fondamentale dosare il farmaco sulla base del tipo di vacanza - specifica la specialista -.
Le temperature elevate espongono a stati di disidratazione che, associati all’utilizzo di terapia diuretica, possono determinare casi di importante, e quindi pericolosa, ipovolemia (la riduzione del volume del sangue circolante nell'organismo, ndr).
Non è comunque consigliabile sospendere la terapia diuretica durante le vacanze al mare: i pazienti con scompenso hanno bisogno di uno stretto bilancio volemico per evitare di incorrere in rischiose conseguenze come il sovraccarico polmonare o l’edema polmonare. È meno probabile che il fenomeno della disidratazione si verifichi in montagna per via delle temperature più basse”.
I campanelli di allarme dello scompenso
In caso di scompenso è utile monitorare peso corporeo, gonfiore alle gambe o affaticamento respiratorio. “Il peso corporeo e il gonfiore delle caviglie sono indicatori piuttosto affidabili di ritenzione idrica - avverte la dottoressa -. Se le caviglie si gonfiano, è bene aumentare il dosaggio del diuretico (sotto monitoraggio medico) e può essere di giovamento fare delle lunghe passeggiate nell’acqua bassa, così da aumentare il ritorno venoso tramite l’attivazione della pompa muscolare.
Il peso che si riduce, invece, potrebbe essere l’indizio di importanti stati di disidratazione: il rimedio più semplice è quello di idratarsi adeguatamente. Un consulto del medico è importante per avere una precisa indicazione sui liquidi giornalieri raccomandati, così da evitare il sovraccarico idrico, al quale si può incorrere perché le bevande fresche danno immediato sollievo”.
L’effetto dell’altitudine sul cuore: montagna e aereo
“I pazienti cardiopatici ipertesi, affetti da scompenso o con cardiopatia ischemica cronica, in montagna non dovrebbero superare 1.000 – 1.500 metri di altitudine, oltre che arrivarci facendo delle tappe intermedie, utili per consentire all’organismo di adattarsi alle diverse altitudini e mettere in pratica i diversi meccanismi di compenso”, dice la cardiologa.
Anche l’aereo può avere dei limiti: “Un paziente scompensato può affrontare un viaggio in aereo, anche breve, a condizione che il suo stato di compenso sia ottimale. Le alte altitudini corrispondono ad una riduzione della saturazione di ossigeno, che potrebbe creare degli stati di desaturazione e problemi respiratori in condizioni di alterato stato di compenso”.
Consigli pratici
Ecco alcuni utili accorgimenti da adottare in vacanza per i pazienti cardiopatici:
- non esporsi nei momenti più caldi della giornata, preferire l’ombra e Ie esposizioni brevi;
- evitare bruschi sbalzi di temperatura;
- fare lunghe passeggiate nelle ore più fresche;
- controllare più frequentemente la pressione e prestare attenzione alle alterazioni dell’equilibrio degli elettroliti (secondarie a disidratazione/sovraccarico idrico), che potrebbero favorire la comparsa di aritmie;
- favorire il consumo di frutta e verdure fresche per reintegrare i liquidi e le vitamine persi durante gli stadi di disidratazione;
- se si avverte un calo di pressione: stendersi a gambe sollevate, bere acqua e ripararsi da fonti di calore.
Vacanze estive e COVID-19
Il coronavirus è ancora in circolazione, quindi è fondamentale anche in vacanza applicare le precauzioni igienico-sanitarie e il distanziamento sociale. Si consiglia quindi di:
- utilizzare le mascherine;
- lavare frequentemente le mani;
- evitare i posti affollati, in particolare quelli al chiuso.