Riconoscere l’incontinenza urinaria non solo in menopausa
PUBBLICATO IL 12 SETTEMBRE 2019
Coglie alla sprovvista anche dopo uno sforzo minimo, come uno starnuto o una risata. Può arrivare a impedire lo svolgimento delle attività lavorative o sociali e rinunciare allo sport o ai viaggi. Di cosa stiamo parlando? Dell’incontinenza urinaria, patologia caratterizzata da perdita del controllo vescicale che colpisce le donne, con vari gradi di gravità e di cui spesso ci si vergogna. Si tratta di un disturbo che riguarda in particolare le donne incinta o in menopausa, ma che può insorgere anche in giovane età. Fondamentale in ogni caso è non sottovalutare il problema sin dalla comparsa dei primi sintomi, per evitare che peggiorino. Ma quali sono le cause effettive dell’incontinenza? Perché in menopausa è più alto il rischio d’insorgenza? Ce ne parla la dottoressa Paola Rosaschino, responsabile dell’Unità di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico San Pietro.
Dottoressa Rosaschino, in cosa consiste esattamente l’incontinenza urinaria?
L'incontinenza urinaria è un disturbo caratterizzato da difficoltà a mantenere il controllo vescicale, che provoca perdite di urina. Ne esistono diverse tipologie. Si parla di incontinenza da sforzo, se la perdita di urina avviene in condizioni di aumentata pressione addominale, a seguito di colpi di tosse, starnuti, sollevamento di un peso e, in condizioni più gravi, in caso di cammino veloce o movimenti minimi. L’incontinenza è da urgenza quando la perdita di urina si verifica in corrispondenza di uno stimolo minzionale (necessità di fare pipì) ed è frequentemente associata a pollachiuria (bisogno di urinare frequentemente) e nicturia (stimolo minzionale durante il sonno). A volte queste due forme sono presenti contemporaneamente e si parla di incontinenza mista.
Perché è importante distinguere i tipi di incontinenza?
Perché la terapia cambia a seconda della tipologia d’incontinenza. Quella da sforzo infatti, si può correggere con un intervento chirurgico, mentre quella da urgenza, quando si riesce ad evidenziarne la causa, può essere risolta con una terapia farmacologica.
Generalmente quando si pensa all’incontinenza urinaria, la si associa alla menopausa. È vero che si tratta di una patologia più frequente in questa fase delicata della vita di una donna?
Dopo la menopausa la carenza estrogenica può interferire con il complesso meccanismo della continenza determinando la comparsa di un gran numero di disturbi minori, dall’“urgenza” all’aumento della frequenza delle minzioni, dalla nicturia, all’incontinenza. L’atrofia dell’apparato urogenitale che si determina in queste fasi della vita è causa di un assottigliamento della mucosa vescicale da cui possono dipendere sintomi irritativi o infezioni e contribuire all’insorgenza del problema. Oltre alla menopausa, anche la gravidanza e il parto possono aumentare i rischi d’insorgenza del disturbo.
Se volete sapere come si può diagnosticare l’incontinenza urinaria e conoscere quali sono le terapie più efficaci per risolverla, non perdetevi il prossimo post.