Salute maschile: la prevenzione è la cura più efficace

PUBBLICATO IL 07 NOVEMBRE 2019

Novembre è il mese dedicato alla prevenzione delle malattie urologiche maschili, sia tumorali sia non tumorali. Se è vero che queste ultime sono le più frequenti – come l’ipertrofia prostatica benigna, le infezioni e le calcolosi delle vie urinarie, l’impotenza e l’infertilità – anche i tumori che interessano l’area urologica sono molto diffusi e rappresentano le più comuni diagnosi di tumore in Italia e nei Paesi industrializzati.

Il rischio di ammalarsi è dettato da numerosi fattori, i cui principali sono l’età e il fumo di sigaretta. Nei maschi giovani, trai 20 e i 40 anni, il più frequente è il tumore al testicolo, che rappresenta il 12% delle diagnosi di tumore nel genere maschile. Risulta invece più raro nell’anziano, per cui il tumore alla prostata è il più frequente e rappresenta oltre il 20% delle diagnosi.

Alte percentuali di guarigione

Oggi il tumore della prostata e il tumore del testicolo hanno un alta percentuale di guarigione: la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 90%. Questo è possibile non solo perché abbiamo a disposizione terapie mediche e tecniche chirurgiche sempre più avanzate, ma anche perché è cambiato l’approccio alla malattia, che va sempre di più nella direzione di un intervento mirato e multidisciplinare.

«L’obiettivo è quello di personalizzare la terapia sul paziente. Soprattutto nei grandi centri come il San Raffaele, la sinergia tra specialisti di diverse discipline permette di studiare la strategia più efficace caso per caso, a seconda del tipo di tumore e del suo stadio di progressione, nonché della storia clinica e personale del paziente» spiega il professor Francesco Montorsi, primario di Urologia IRCCS Ospedale San Raffaele e e Ordinario di Urologia all’Università Vita-Salute San Raffaele.

L’importanza della diagnosi precoce

Fondamentale è però la diagnosi precoce della malattia, perché prima si individua il problema più alte sono le probabilità di guarire e di farlo attraverso terapie poco invasive.

Nel caso del cancro della prostata ad esempio, grazie a nuove tecniche di imaging come la risonanza magnetica multi-parametrica, è possibile individuare tumori di piccole dimensioni che possono essere trattati evitando interventi demolitivi. Perché sia possibile una diagnosi precoce però, è importante porre attenzione alla propria salute, innanzitutto sottoponendosi ai dovuti controlli di screening, con la frequenza suggerita dai medici in base alle fasce d’età. «Oggi tutti gli uomini sopra i 40 anni dovrebbero effettuare l’esame del PSA, cioè individuare tramite un semplice esame del sangue l’eventuale presenza dell’antigene prostatico specifico (PSA) che può essere il primo campanello di allarme per il tumore della prostata, che richiede poi controlli ed esami più approfonditi», aggiunge Montorsi.

Il tumore del testicolo è una neoplasia rara che colpisce soprattutto la popolazione giovane con incidenza massima tra i 20 e i 40 anni. Al momento non esistono programmi di screening, tuttavia la probabilità di cura è molto elevata. Una storia personale di criptorchidismo (testicolo ritenuto) o ipospadia, di esposizione a sostanze chimiche, di infertilità, nonché l’ereditarietà famigliare, sono i principali fattori di rischio per la sua insorgenza. Nella maggior parte dei casi il tumore si manifesta con la comparsa di un indurimento, un gonfiore, un senso di pesantezza o un vero e proprio nodulo a livello del testicolo. Ecco perché gli uomini dovrebbero imparare, sin da giovani, ad auto-esaminarsi usando le giuste tecniche di autopalpazione, che permettono infatti di scoprire con tempestività eventuali cambiamenti.

Guarda la video intervista al professor Francesco Montorsi sul tumore della prostata.

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