Le sigarette elettroniche sono dannose per la salute?

PUBBLICATO IL 23 DICEMBRE 2019

Secondo i due enti F.D.A. e O.M.S. la sigaretta elettronica è dannosa per la salute. L'oncologa spiega le posizioni a riguardo.

È noto a tutti il rischio dei fumatori di contrarre un cancro al polmone: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il fumo di sigaretta è la più importante causa di morte evitabile nella nostra società (7 milioni di persone, di cui circa 83 mila in Italia).

Grazie all’informazione, negli ultimi anni si è verificato un leggero, ma costante calo del numero di fumatori di sigarette tradizionali. Alcuni di questi, tuttavia, non smettono di fumare, ma si orientano alla sigaretta elettronica, considerata un’alternativa meno dannosa.

Tuttavia, i dubbi intorno a questo dispositivo e ai suoi rischi per la salute sono in aumento. Soprattutto dopo il primo episodio di morte collegato direttamente all’uso di sigaretta elettronica avvenuto la scorsa estate negli Stati Uniti d’America.

La dottoressa Doris Mascheroni, responsabile dell’Unità di Oncologia all’Istituto Clinico Villa Aprica di Como ci aiuta a fare un po’ di chiarezza.

 

Che cos’è la sigaretta elettronica e come funziona

L’e-cigarette, come viene anche chiamata, è un dispositivo elettronico che simula la percezione sensoriale dell’inalazione di tabacco, oltre a emularne la gestualità.

Grazie ad una scarica di corrente elettrica porta a temperatura di ebollizione/evaporazione (non di combustione) una soluzione di glicole propilenico, glicerolo e aromi vari, a cui si può aggiungere anche della nicotina.

Commercializzata in Cina da un'industria farmaceutica cinese di Hong Kong, le sigarette elettroniche sono state brevettate come Ruyan, che significa “quasi come il fumo”.

“La scelta di utilizzare questo strumento in alternativa alla sigaretta tradizionale – spiega la dottoressa - nasce dalla concezione del metodo: invece di diminuire le sigarette fumate al giorno, si diminuisce la quantità di nicotina presente nel liquido per lo svapo, fino ad arrivare a zero.

In questo modo, si mantiene il piacere del fumare, con tutti i suoi riti e il gusto di avere tra le mani la sigaretta, mentre si diminuisce progressivamente la quantità di nicotina inspirata.

Metodo che porterebbe ad annullare totalmente la dipendenza fisica da questa sostanza”.

 

La sigaretta elettronica fa male? Le posizioni di F.D.A. e O.M.S.

Il primo campanello di allarme sui possibili rischi delle sigarette elettroniche per la salute è stato lanciato dalla F.D.A. (Food and Drug Adminstration) nordamericana 10 anni fa: in un'analisi effettuata su due marche leader, rilevò due gruppi di sostanze che considerò potenzialmente dannose.

Sulla base di questa ricerca, Uruguay e Panama vietarono la distribuzione di sigarette elettroniche nel giugno 2009.

La FDA non è stata la sola a mettere in discussione le sigarette elettroniche: a luglio del 2019, l’O.M.S. ha pubblicato una ormai famosa nota (“Who report on the global tobacco epidemic”) che mette sotto accusa le sigarette elettroniche.

Nel lungo rapporto si spiega come a oggi non esistano prove indipendenti sufficienti per sostenere che l'uso di questi prodotti possa realmente aiutare le persone a smettere di usare il tabacco convenzionale.

“Inoltre – spiega la dottoressa Mascheroni - le prove disponibili non supportano l'affermazione dell'industria del tabacco secondo cui questi prodotti sono meno dannosi rispetto ai prodotti del tabacco convenzionali. Viene inoltre lanciato un allarme riguardo al rischio che rappresentano per i non fumatori che iniziano a usarle, in particolare i giovani".

A supporto delle tesi 'contro', è sopraggiunta la scorsa estate la prima morte di un giovane paziente (a causa di una non meglio specificata malattia polmonare) dichiarato prima vittima nota delle sigarette elettroniche.

Il primo decesso imputato alla sigaretta elettronica

Il decesso è stato reso noto a fine agosto dalle autorità sanitarie dei Center for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi, che stanno monitorando altre 193 persone colpite dagli stessi sintomi da fine giugno a oggi.

“Non è chiaro se i malesseri riportati (difficoltà a respirare, dolore al petto, disturbi gastrointestinali, stanchezza) abbiano una sola e comune origine - commenta la dottoressa -.

Secondo il personale medico, i danni polmonari osservati, alcuni dei quali irreversibili, non dipenderebbero da virus o batteri.

La causa è ancora sconosciuta e l'unico elemento che accomuna i pazienti è la generica abitudine a ‘svapare’.

L’Oms ha inoltre sollecitato un aumento dei servizi per chi intende smettere di fumare, osservando che ha la possibilità di accedervi solo il 30% della popolazione mondiale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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