Rottura del crociato: è sempre necessario ricostruire il legamento?

PUBBLICATO IL 12 DICEMBRE 2019

Il corretto funzionamento del ginocchio è affidato al legamento crociato anteriore. In caso di rottura di questo legamento è compromesso. Quando è necessario l’intervento chirurgico? Ce ne parla il dott. Ventura, ortopedico e responsabile del Centro di Traumatologia Sportiva e Chirurgia Articolare Mininvasiva dell’Istituto Clinico.

“Il legamento crociato anteriore non è importante solo per la stabilità del ginocchio - spiega il professor - ma ne guida anche il movimento.

Senza il legamento crociato infatti l’articolazione non si muoverebbe in maniera regolare e sarebbe sicuramente più facile andare incontro ad altri tipi di lesione, come quella meniscale o cartilaginea”.

Quando si opera il legamento crociato 

In caso di rottura del legamento crociato è opportuno considerare l’intervento chirurgico a seconda del paziente preso in esame, in particolar modo dell’età e del tipo di attività svolta. 

L’operazione di ricostruzione del legamento è necessaria nei soggetti giovani che hanno una quotidianità più dinamica e spesso svolgono attività sportiva.

Viceversa, in caso di lesione del crociato nei soggetti dai 50 anni in su, comincia a essere più discutibile la possibilità o meno ricorrere a intervento chirurgico.

Vivere senza crociato, in quella fascia di età, significherebbe accettare una condizione di riduzione delle attività non solo sportive ma anche di tutti i giorni”.

Come spiega il dottor Ventura: “Non esistono trattamenti conservativi che si possono applicare alla rottura di un crociato anteriore o che sostituiscano la ricostruzione. Tuttavia si può evitare l’intervento e sottoporsi, in alternativa, a delle sedute di fisioterapia per ‘accettare meglio’ l’idea di un’eventuale chirurgia”.

Ricostruzione del legamento crociato anteriore e tempi di recupero

L’intervento consiste nella ricostruzione del crociato attraverso l’utilizzo di un tendine che può essere sia autologo (cioè preso dal paziente stesso), sia preso da cadavere, anche se sul primo impianto è consigliato non utilizzare tendini estranei.

A volte, però, è necessario ricorrervi, perché ci sono più riparazioni legamentose da effettuare che quindi richiedono l’ausilio di più legamenti. 

Il problema dei tempi di recupero nella ricostruzione del crociato è che il processo per cui il tendine si trasforma in legamento ha una durata che va dai 4 agli 8 mesi, per cui è necessario salvaguardarlo per far sì che questo abbia successo.

Cosa fare dopo l’operazione

La ripresa dell’attività fisica dopo la ricostruzione del crociato deve essere gestita in maniera graduale e senza accelerare i tempi.  

“Ciò che bisogna evitare nei primi sei mesi dall’intervento - spiega il dottore - sono la corsa e il salto. Reintrodurli prima sarebbe deleterio perché comporterebbe un ulteriore danno al processo di trasformazione del tendine impiantato in legamento.

Una ripresa frettolosa non avrebbe molta utilità tanto più in ambito sportivo. Ciò che è importante è il recupero del tono muscolare”.

Il rischio di recidiva si aggira intorno al 5% degli interventi effettuati in un anno: “Le cause si riscontrano principalmente in disattenzioni da parte del paziente durante la riabilitazione o nel periodo di degenza” conclude il dott. Ventura.

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