Protesi d’anca e sport: quali sarebbe meglio evitare dopo l’intervento

PUBBLICATO IL 24 AGOSTO 2019

Nei pazienti più dinamici, soprattutto i giovani, il ritorno all’attività sportiva rappresenta uno degli aspetti più importanti da affrontare nel periodo post intervento. Attenzione però a sport ad alto impatto, i quali potrebbero danneggiare in maniera dolorosa l’articolazione.

“Il ritorno allo sport dopo un intervento di protesi d’anca - spiega il professor Franco Parente, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Protesica dell’Anca e del Ginocchio all’Istituto Clinico San Siro - rimane, oggi, un discorso aperto e con pareri discordanti. In qualsiasi caso, è opportuno, prestare un’adeguata cautela soprattutto all’inizio. Le attività sportive che tradizionalmente vengono consigliate in questi casi sono la camminata veloce, il nuoto, il golf, il doppio a tennis e la bicicletta in pianura. La corsa non è ottimale per l’impianto in quanto i continui balzi e le sollecitazioni trasmettono forze anomale negative che portano, il giorno successivo, a dolori all’articolazione. Queste indicazioni non valgono solo per il primo periodo post protesi ma per tutta la vita! Anche sport di contatto, come il calcio, il basket o il rugby, sono altamente sconsigliati soprattutto per i continui cambi direzionali dannosi per un impianto di protesi. L’attività sportiva, per i soggetti con protesi d’anca non cementata, si può riprendere dopo 6 settimane poiché l’impianto, ad ancoraggio biologico, è ben integrato nell’osso. Tuttavia, è possibile contribuire, in fase preventiva, a un maggiore rafforzamento della cartilagine attraverso l’assunzione di integratori a base di glucosamina, acido ialuronico e vitamina C che vanno appunto a migliorarne la qualità e soprattutto la lubrificazione tra i due capi articolari”. “Una scarsa lubrificazione - conclude il prof. Parente - porterebbe comportare un peggioramento della patologia artrosica”. 

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