In vacanza senza otite

PUBBLICATO IL 08 AGOSTO 2019

Chi ha detto che si soffre di otite solo nel periodo invernale? Bagni troppo frequenti in piscina o in mare, igiene eccessiva o non corretta possono contribuire alla formazione di fastidiose otiti. Affrontiamo l’argomento con la dott.ssa Alba Milia, specialista in otorinolaringoiatria presso l’Istituto di Cura Città di Pavia

Chi ha detto che si soffre di otite solo nel periodo invernale? Bagni troppo frequenti in piscina o in mare e igiene auricolare non corretta possono contribuire alla formazione di fastidiose otiti. Affrontiamo ’argomento con la dott.ssa Alba Milia, otorino presso l’Istituto di Cura Città di Pavia. 

“Tra le patologie otologiche di maggiore riscontro nel periodo estivo vi è l’otite del nuotatore, un’infezione del condotto uditivo esterno particolarmente frequente in chi pratica nuoto a livello agonistico, sport acquatici o nel nuotatore amatoriale estivo.  Le cause sono tutte quelle condizioni che comportano ristagno di acqua nell’orecchio, come la permanenza di tappi di cerume durante attività natatoria. Un ambiente umido può infatti contribuire alla proliferazione di batteri o funghi e quindi all’insorgenza dell’infezione. Altre cause sono l’azione irritate del cloro delle piscine o l’utilizzo di detergenti aggressivi o il plancton marino. Tra i fattori predisponenti l’insorgenza di otite esterna vi sono i microtraumi della cute auricolare come quelli dovuti a utilizzo di cotton fioc, con conseguenti abrasioni del condotto uditivo che espongono quest’ultimo a possibili infiammazioni. 

I sintomi più frequenti sono il dolore all’orecchio che si acutizza con il passare dei giorni e la riduzione dell’udito. Nei casi più severi il soggetto può presentare febbre e fuoriuscita di secrezioni dall’orecchio. Può essere presente prurito come sintomo prevalente, nelle forme sostenute da funghi.

Le cure?  In generale, essendo una infezione batterica, si somministra terapia antibiotica locale in gocce otologiche, associata ad antidolorifico per lenire il dolore acuto. In caso di forme persistenti o recidivanti nonostante terapia, viene eseguito un tampone auricolare con antibiogramma per potere identificare il germe responsabile e il farmaco più sensibile”.

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