Sindrome coronarica acuta: ottimi risultati con il trattamento percutaneo

PUBBLICATO IL 29 OTTOBRE 2018

Il dolore toracico - spiega il dottor Maurizio Tespili, responsabile dell’U.O. di Cardiologia interventistica del Centro Cardio-Toracico all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio - rappresenta il sintomo primario che innesca il processo diagnostico-terapeutico nei pazienti con sospetta sindrome coronarica acuta (SCA). Tramite l’elettrocardiogramma (ECG), si possono identificare due categorie di pazienti: quelli con dolore toracico acuto e sopralivellamento del tratto ST (STEMI) solitamente secondario a un’occlusione trombotica acuta della coronaria per i quali il trattamento standard consiste nell’immediata disostruzione della coronaria mediante angioplastica coronarica primaria (o più raramente terapia fibrinolitica); i pazienti con dolore toracico acuto senza sopralivellamento del tratto ST (NSTEMI) solitamente secondario a un’ostruzione non del tutto completa di una o più coronarie. In questi casi, oltre l’ECG, vengono valutati anche gli enzimi cardiaci mentre lo studio coronarografico e l’eventuale angioplastica coronarica possono essere eseguiti con relativa urgenza (entro 24-72 ore) a seconda delle condizioni cliniche del paziente. Il miglioramento delle tecniche, dei materiali e dell’esperienza degli operatori ha consentito di ottenere una significativa riduzione della mortalità di questi pazienti”.

“All’Istituto Clinico Sant’Ambrogio - conclude il dottor Tespili - l’équipe di Cardiologia interventistica, grazie a operatori esperti nel trattamento della patologia coronarica acuta, è sempre operativa per garantire il pronto intervento nei pazienti ad alto rischio”.

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