Necrosi della testa del femore

PUBBLICATO IL 04 OTTOBRE 2018

IntechOpen, il principale editore al mondo di libri a libero accesso ('Open Access') costruito da scienziati per scienziati, ha recentemente pubblicato una ricerca scientifica intitolata ‘Meccanismi coinvolti nell'azione terapeutica dell'Ossigeno Iperbarico nei casi di necrosi della testa del femore’. Tra gli autori anche il Dott. Vincenzo Zanon, Fellow dell'UHMS e Responsabile del Centro Alta Specialità di Ossigeno Terapia Iperbarica dell’Istituto Clinico Città di Brescia. 

“La testa del femore, ci ha spiegato il Dott. Zanon, ha una vascolarizzazione di tipo terminale, particolarmente sensibile quindi agli insulti di tipo vascolare; pertanto, quando in quel particolare distretto si realizzasse uno stato di insufficiente perfusione sanguigna, nel tempo ne può conseguire una necrosi del tessuto osseo, in alcune aree, sino alla possibile perdita di congruenza articolare e cioè alla degenerazione finale dell’intera articolazione. Mentre l'eziologia di questa patologia non è ancora completamente compresa, e tra le cause si annoverano molteplici fattori sia traumatici che atraumatici, la fisiopatologia è ormai sempre meglio caratterizzata, a partire dall'iniziale alterazione del flusso ematico segmentario, con morte degli osteociti, ad un più successivo infarto osseo sub-condrale, che è responsabile dapprima della iniziale perdita d'integrità strutturale della testa e successivamente, nelle fasi più avanzate della patologia o come possibile evoluzione in mancanza di trattamento, di un vero e proprio collasso articolare.

Una delle possibili modalità conservative, che possono ritardare in modo efficace l’artroplastica dell'anca od addirittura prevenire la necessità di un approccio chirurgico, è l’OssigenoTerapia Iperbarica; questa terapia, grazie all'aumentata quantità di ossigeno che rende disponibile a livello sistemico, è in grado di ridurre il rischio di edema ed ischemia, e di stimolare l'angiogenesi, ovvero quel processo di sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da altri già esistenti”.

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