Depressione dopo un parto

PUBBLICATO IL 09 GENNAIO 2018

La depressione post-partum colpisce circa il 10-15% delle donne che partoriscono e rappresenta un problema per la salute della donna, del bambino e della famiglia. Per questa ragione è importante riconoscere i fattori di rischio associati allo sviluppo di questa condizione come la presenza di sintomi depressivi e ansiosi durante la gravidanza, una storia di disturbo depressivo, eventi di vita stressanti, conflittualità con il partner,  la percezione di basso sostegno sociale.

“Chi assiste la donna dopo il parto - ci ha spiegato il Dott. Roberto Garbelli, Responsabile dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Istituto Clinico S. Anna - deve fare attenzione se la puerpera presenta disturbi del sonno, paura di fare del male al bambino, tristezza, abbattimento, pianto eccessivo, perdita di piacere e interesse nelle attività, pensieri di morte e di suicidio. La depressione maggiore non va confusa con il cosiddetto baby blues che costituisce una reazione emotiva all’esperienza del parto transitoria di tristezza, facilità al pianto e stanchezza. Si differenzia anche dalla psicosi puerperale che è rara ed è una emergenza psichiatrica. La depressione perinatale materna ha un effetto non solo sull’umore materno e sulla relazione della madre col bambino, ma anche sullo sviluppo cognitivo e comportamentale del bambino e dell’adolescente”.

Come ci ha spiegato il Dott. Garbelli, “le visite domiciliari da parte di ostetriche e infermieri dopo il parto si sono dimostrate efficaci nel ridurre il rischio di depressione post-partum. Da alcuni anni l’ATS di Brescia in collaborazione con i punti nascita bresciani propone un servizio di assistenza e sostegno alla puerpera dopo la dimissione dall’ospedale.

Al momento del ritorno a casa dopo aver partorito l’ostetrica o il medico invitano la donna a compilare un modulo di adesione al servizio di Dimissione Protetta. Nei giorni successivi la neo mamma verrà contattata telefonicamente per concordare, se lo desidera, una visita domiciliare o un altro aiuto più vicino alle sue esigenze. È comprovato che la depressione è un disturbo spesso prevenibile ed è quindi importante implementare azioni integrate di supporto e protezione per le donne a rischio. Sottovalutare questo disturbo può rappresentare una grave carenza in sanità pubblica”.

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