Biotestamento: il dottor Bianchetti spiega cosa cambia

PUBBLICATO IL 16 GENNAIO 2018

Questo il tema della trasmissione televisiva trasmessa lo scorso 12 gennaio da Teletutto relativamente alla recente legge sul biotestamento varata dal Parlamento italiano lo scorso dicembre. Tra gli ospiti in studio anche il Dott. Angelo Bianchetti, Responsabile dell’U.O. di Medicina Generale dell’Istituto Clinico S. Anna nonché Presidente della Commissione di Bioetica dell’Ordine dei Medici della provincia di Brescia.

“Questa legge - ha spiegato il Dott. Bianchetti - mette alcuni punti fermi su procedure e principi che, per gran parte, erano già consolidati nella classe medica e nella deontologia. Prima riaffermazione è quella della necessità di un incontro tra autonomia decisionale del paziente e competenza, autonomia e responsabilità del medico che vengono messe sullo stesso piano. Le decisioni terapeutiche devono, dunque, nascere da una condivisione tra medico e paziente: nulla di nuovo ma riaffermare questo concetto era importante. La novità più rilevante di questa legge è certamente rappresentata dalle disposizioni anticipate di trattamento (DAT), la possibilità cioè per il paziente di scegliere i trattamenti sanitari in casi di malattia irreversibile. Un aspetto che certamente in futuro verrà perfezionato e condiviso - ha osservato il Dott. Bianchetti - rispetto soprattutto alla modalità con cui queste disposizioni devono essere raccolte. Oggi, infatti, quest'ultime non richiedono la presenza di un medico per essere compilate dal paziente ma possono essere redatte previa adeguata informazione. Sicuramente verranno integrate delle linee guida per sapere chi le deve fare, in che modo e chi poi eventualmente verifichi che queste informazioni siano state comprese.

Il consenso deve essere informato (quindi bisogna verificare che la persona che deve dare il consenso abbia correttamente compreso) e per le DAT non è prevista ad oggi una verifica della comprensione. Questo può porre qualche problema al medico che le deve applicare, visto che il medico non è il mero esecutore. Deve, al contrario, valutare la congruità delle dichiarazioni del paziente rispetto alla situazione clinica attuale e ciò può non essere un compito facile. Un'altra questione importante su cui verrà posta particolare attenzione è che al momento non è prevista una temporalità di durata delle DAT: una loro rivalutazione periodica per rivedere alla luce dei cambiamenti della medicina e della situazione clinica della persona l’intera situazione è probabilmente in previsione”.

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