Cos’è il grasso epicardico?
PUBBLICATO IL 02 NOVEMBRE 2017
“Il tessuto adiposo epicardico - spiega il dottor Alexis Elias Malavazos, Responsabile del Centro di Alta specialità di dietetica, Educazione alimentare e Prevenzione cardiometabolica all’IRCCS Policlinico San Donato - è un particolare tipo di tessuto adiposo che ricopre il cuore e le coronarie e che, in condizioni normali, costituisce circa il 20% del peso totale del muscolo cardiaco. Il tessuto cardiaco miocardico e il tessuto adiposo epicardico sono in costante comunicazione reciproca, senza alcuna barriera che li divida.
La principale fonte energetica del cuore è costituita dagli acidi grassi che provengono dal tessuto adiposo epicardico, il quale a sua volta svolge un’azione di riserva di energia locale per il muscolo cardiaco quando si pratica attività fisica. Inoltre, il grasso epicardico svolge un’azione termogenica (cioè riscalda il cuore) e un’azione strutturale che serve a evitare la torsione dell’arterie coronarie durante la contrazione cardiaca e a mantenere le coronarie nella propria sede quando aumenta la frequenza cardiaca.
Oggi - conclude - possiamo misurare sia il suo spessore sia il suo volume: il primo può essere misurato mediante l’ecografia cardiaca a livello della parete libera del ventricolo destro, il secondo tramite una TAC o una risonanza magnetica cardiaca. L’ecografia cardiaca rimante pertanto l’esame meno costoso e più pratico per avere una stima del grasso del cuore.
La letteratura scientifica ha ormai eletto il tessuto adiposo epicardico al ruolo di predittore indipendente di coronaropatia e di rischio cardiometabolico. Quando il grasso epicardico comincia ad aumentare rispetto al normale - spiega il dottor Malavazos - la situazione diventa preoccupante; questo rischio si aggrava soprattutto in quei soggetti con un’obesità di tipo viscerale-addominale (cioè che accumulano il grasso a livello della pancia). Quando è in eccesso, il grasso epicardico produce delle proteine (adipokine) che hanno un’azione infiammatoria diretta alle pareti delle arterie coronarie e al muscolo cardiaco.
È dimostrato che elevate quantità di tessuto adiposo epicardico si associano all’obesità di tipo addominale e alla sindrome metabolica (ipercolesterolemia, iperglicemia, insulino-resistenza, steatosi epatica, diabete mellito e ipertensione arteriosa). La buona notizia è che il grasso epicardico in eccesso, tipico dei soggetti affetti da obesità addominale e da sindrome metabolica, risponde in tempi rapidi al dimagrimento. Con un adeguato grado di attività fisica quotidiana (almeno 30 minuti di camminata per gli adulti e 60 minuti per gli adolescenti) e un’equilibrata alimentazione si può ridurre il suo eccesso ottenendo una riduzione del rischio cardio-metabolico del paziente.
L’aumento del grasso epicardico si può sicuramente prevenire abituandosi ad adottare un stile di vita corretto come camminando tutti i giorni e mangiando sano. Per il prossimo futuro - conclude - le ricerche si stanno concentrando sulla misurazione di questo indicatore anche nei giovani in modo da individuare molto precocemente i ragazzi a rischio di malattie cardiache e metaboliche”.