Il dolore nel post-operatorio: istruzioni per l’uso
PUBBLICATO IL 11 MAGGIO 2017
“Sentire un po’ di dolore dopo un intervento cardiochirurgico è quasi inevitabile - spiega il dottor Roberto Tramarin, responsabile dell’U.O. di Cardiologia Riabilitativa all’IRCCS Policlinico San Donato - la riduzione del dolore nella fase post-operatoria rappresenta una delle priorità di medici e infermieri. Infatti, è importante in fase di pre-ricovero o accesso in Cardiochirurgia segnalare la presenza di eventuali condizioni particolare (es. problemi di schiena, dolori articolari, malattie reumatiche o di altra natura) che richiedono l’assunzione cronica di farmaci antidolorifici così come eventuali allergie o intolleranza a farmaci.
La riduzione del dolore connesso all’atto chirurgico - continua - non solo migliora la sensazione di benessere, ma facilita anche una più rapida ripresa e riduce il rischio di alcune complicanze (polmoniti e trombosi). La riduzione del dolore consente di eseguire con meno difficoltà attività importanti per il recupero. Ogni paziente può avvertire dolori di tipo e di intensità diversa, soprattutto nei primi giorni, anche in sedi diverse dalle incisioni chirurgiche. I dolori muscolari a livello del collo, delle spalle, della schiena e del petto possono dipendere dalla posizione supina prolungata sul tavolo operatorio e in terapia intensiva.
Il dolore alla gola associato alla sensazione di bruciore o di secchezza può derivare dall’utilizzo della canula endotracheale. Il dolore in sede dei punti di inserzione dei drenaggi toracici si limita ai nei primissimi giorni post-operatori. Il dolore in sede di incisione chirurgica del torace è associato a bruciore e senso di oppressione e si accentua considerevolmente con i colpi di tosse.
È indispensabile per il medico e per l’infermiere cercare di misurare l’intensità del dolore attraverso una scala numerica, da 0 (verde) a 10 (rosso) dove o significa “nessun dolore” e 10 “il peggior dolore che si possa provare”. Attraverso questa misurazione, si valuta l’intensità e l’evoluzione del sintomo, per scegliere il trattamento più adeguato e l’efficacia. Come per ogni altro farmaco anche gli antidolorifici possono dare una serie di effetti indesiderati quali nausea, dolori allo stomaco, prurito, sonnolenza, stipsi. I medici possono gestire al meglio la scelta del farmaco più adeguato ed efficace. È comunque importante che il paziente segnali tempestivamente la comparsa di qualsiasi supposto effetto indesiderato. Oltre ai farmaci, il dolore post-operatorio viene alleviato anche con altre procedure quali TENS, borse del ghiaccio, cambi posturali, esecuzione di esercizi di rilassamento e ascolto di musica rilassante.
I farmaci antidolorifici devono essere assunti nelle modalità e nelle quantità consigliate ed è consigliabile tenere un diario in cui registrare ogni assunzione di antidolorifico. In genere, già alla fine della riabilitazione il dolore è pressoché totalmente scomparso. In caso contrario, è consigliabile ridurre gradualmente la dose e la frequenza di assunzione dell’antidolorifico, riservandone eventualmente l’assunzione alla sera prima di andare a letto. È sempre bene ricordarsi dei metodi alternativi ai farmaci sopracitati. Se dopo la dimissione il dolore non dovesse migliorare, dovesse peggiorare o dovesse ricomparire - conclude il dott. Tramarin - rivolgersi al proprio medico curante o i medici della struttura in cui è stato eseguito l’intervento”.