Al Policlinico San Donato, l’unità di Cardiologia Universitaria si rinnova

PUBBLICATO IL 23 FEBBRAIO 2017

Il reparto dell’Unità Operativa di Cardiologia Universitaria all’IRCCS Policlinico San Donato, diretto dal professor Marco Guazzi, si rinnova per offrire ai propri pazienti un servizio d’eccellenza con tecnologie e strumenti all’avanguardia.“Siamo sempre stati una Cardiologia prevalentemente improntata sulla parte di ricerca, didattica ed educazionale. Il nuovo reparto di Cardiologia Universitaria - situato al sesto piano del corpo A - prevede, nella sua versione tutta nuova, 21 letti di degenza e una caratterizzazione clinica specifica” spiega il prof. Guazzi. È proprio su questo aspetto che il primario e la sua équipe stanno lavorando, muovendosi su due fronti ben distinti: continuare a promuovere e implementare ciascun aspetto formativo legato alla formazione e alla ricerca e incentivare maggiormente lo studio e la cura delle patologie cardiovascolari croniche ad alto impatto epidemiologico e sociale - in particolare, l’insufficienza cardiaca - in un percorso che non sia solo improntato sulla fase intraospedaliera ma che possa estendersi  all’assistenza sul territorio. Ci interessa - continua - sviluppare soprattutto aspetti nuovi di terapia e follow up su tutto quello che concerne la cardiopatia del cuore destro nell’ambito delle varie forme di insufficienza cardiaca e, in particolare, nei pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa, cardiomiopatia ipertrofica, patologie infiltrative e valvulopatie, nella fase in cui devono essere ancora diagnosticate o hanno già dato segni e sintomi di disfunzione cardiaca. Oltre ai 21 letti di degenza, il reparto conta di 6 letti monitorati e 8 postazioni di registrazione elettrocardiografica continuativa mediante telemetria. È, inoltre, possibile organizzare il follow up non invasivo completo eseguendo valutazioni funzionali ed ecocardiografie transtoraciche e transesofagee per favorire e, potenzialmente, accelerare le prestazioni di ricovero. In questo contesto, infatti, si integra il percorso di gestione clinica che, nelle fasi successive, evolve in uno stretto follow up anche extraospedaliero, creando una rete a livello territoriale tra il medico di base, l’ospedale e, idealmente, il personale infermieristico dedicato. Un ruolo molto importante - conclude il prof. Guazzi - è rivestito dalla collaborazioni cliniche e scientifiche portate avanti con le altre unità operative: dai pazienti destinati alla cardiochirurgia, a quelli che devono sottoporsi a rivascolarizzazione percutanea e a trattamenti avanzati per via percutanea mediante device e/o protesi valvolari.

Le collaborazioni scientifiche si esprimono maggiormente con la Cardiologia Ospedaliera e con il dipartimento di Imaging Cardiaco, soprattutto risonanza magnetica cardiaca, a cui si indirizzano i pazienti per avere in molti casi un riscontro diagnostico definitivo e per affinare ulteriori e precisi dati di funzionalità cardiaca”.

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