Incontinenza urinaria: una patologia da affrontare senza vergogna

PUBBLICATO IL 21 DICEMBRE 2017

L’incontinenza urinaria femminile è spesso chiamata malattia silenziosa, proprio perché le donne che ne soffrono difficilmente ne parlano con qualcuno. Come ci ha spiegato il Dott. Najati Alrabi, Responsabile dell’U.O. di Urologia dell’Istituto Clinico S. Anna, “questo disturbo colpisce prevalentemente le donne sopra i 35 anni. Ciò che frena nel parlare d’incontinenza è l’imbarazzo, la poca conoscenza delle terapie oppure anche il fatto di pensare che questa sia una disfunzione legata all’età. Nell’uomo, invece, l’incontinenza urinaria è meno diffusa ed è legata a precisi interventi chirurgici”.

Quali tipologie di incontinenza esistono?

“Generalmente viene classificata in tre modi differenti: c’è quella da stress, quella da urgenza e quella mista. L’incontinenza da stress consiste nell’avere delle perdite quando si sforza la parte addominale – ad esempio quando si ride o si starnutisce – e può essere legata ad un’alterazione dei muscoli del pavimento pelvico. L’incontinenza da urgenza, invece, provoca delle perdite in conseguenza ad uno stimolo impellente di urinare: in questo caso si parla di iperattività del muscolo detrusore della vescica. Nella maggior parte dei casi, però, le donne soffrono d’incontinenza mista cioè quando le perdite si hanno sia a causa dell’iperattività del detrusore che sottosforzo”. 

Come si cura questo disturbo.

“Per poter risolvere questo fastidioso problema bisogna prima di tutto rivolgersi ad un medico specializzato in urologia. Saper ascoltare e mettere la paziente a proprio agio, poi, permettere al medico d’instaurare un rapporto di fiducia. Dopo un percorso diagnostico volto a stabilire il grado d’incontinenza si passerà a stabilire un piano terapeutico adeguato a correggere il disturbo. La terapia dell’incontinenza prevede tre tipologie di trattamenti: riabilitativo, farmacologico e chirurgico.

Il primo trattamento – quello riabilitativo – prevede esercizi specifici abbinati ad una elettrostimolazione per il rinforzo della muscolatura del pavimento pelvico e dello sfintere. La terapia farmacologica serve, invece, per trattare l‘iperattività del muscolo detrusore. L’intervento chirurgico, infine, è finalizzato alla correzione di specifiche alterazioni che causano l’incontinenza. La scelta del trattamento più idoneo dipende dalle caratteristiche della persona e anche dall’alterazione da correggere. Riuscire a parlare di questo problema è già un passo verso la sua eliminazione; la prevenzione, quando si parla di salute, è una cosa obbligatoria”.

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