Cuore: diagnosi più mirate e meno invasive con la RMN e la TAC cardiaca

Cuore: diagnosi più mirate e meno invasive con la RMN e la TAC cardiaca

PUBBLICATO IL 11 SETTEMBRE 2025

Cuore: diagnosi più mirate e meno invasive con la RMN e la TAC cardiaca

PUBBLICATO IL 11 SETTEMBRE 2025

La TC coronarica (o TAC cardiaca) e la RMN cardiaca sono 2 delle indagini più innovative della diagnostica cardiologica moderna. Si tratta di esami non invasivi di terzo livello, richiesti su indicazione specialistica cardiologica, che consentono di studiare rispettivamente il circolo coronarico e l’anatomia e la funzione del cuore nel suo complesso. 

Queste tecniche avanzate offrono diagnosi e informazioni sempre più precise sulle patologie cardiovascolari grazie alle quali lo specialista può identificare l'iter terapeutico più indicato per il singolo caso. 

Ma quando possono essere utili? E possono sostituire esami più invasivi come ad esempio la coronarografia? Lo abbiamo chiesto al dottor Maurizio Tespili, coordinatore dell’area cardiologica del Policlinico San Pietro e alla dottoressa Sara Ruggerini, cardiologa esperta in imaging cardiaco dello stesso ospedale.

 

Che cos’è la TC coronarica e quando è indicata

La TAC cardiaca (tomografia computerizzata) utilizza radiazioni di tipo X a basso dosaggio nei macchinari ad alta tecnologia e somministrazione di liquido di contrasto per ricostruire in pochi secondi immagini delle coronarie. 

“Nel caso della TAC cardiaca, o coronaro TC, la parte del corpo studiata sono le coronarie, ovvero le arterie che nascono dall’aorta e trasportano sangue ricco di ossigeno al muscolo cardiaco mantenendolo sano ed efficiente. L’esame, quindi, permette di acquisire immagini in alta definizione delle coronarie e individuare la presenza di eventuali placche aterosclerotiche e stenosi che restringono il flusso del sangue verso il cuore” spiegano i 2 specialisti. 

Vantaggi diagnostici della coronaro TC

Questa indagine, in particolare, si rivela utile per: 

  • individuare stenosi coronariche meritevoli di essere indagate con la coronarografia ed eventualmente trattate mediante angioplastica;
  • escludere coronaropatie in pazienti che presentano sintomi o segni clinico-strumentali che ne farebbero sospettare la presenza, senza dover ricorrere alla coronarografia, esame più invasivo effettuato in regime di ricovero;
  • monitorare l’evoluzione della malattia in pazienti con lieve-moderata malattia coronarica;
  • quantificare il calcio coronarico (Calcium Score) e, di conseguenza, il grado di rischio per malattia coronarica;
  • individuare eventuali anomalie morfologiche dell’aorta e delle coronarie;
  • pianificare interventi chirurgici o procedure interventistiche (inserimento di uno o più stent o bypass) e monitorarne l’andamento nei periodi successivi all’operazione.

La TC cardiaca rappresenta un esame molto accurato generalmente effettuato come completamento diagnostico dopo altre indagini tra cui elettrocardiogramma, holter ECG e scintigrafia coronarica.

 

TAC cardiaca o coronaro TC: quando può sostituire la coronarografia

“In casi selezionati la coronaro TC però può anche essere indicata al posto di altri esami come la coronarografia. Ad esempio, come screening in fase iniziale in pazienti con lieve-moderata malattia coronarica oppure nei casi di dolore toraci dubbi che possono essere riconducibili a diverse patologie e non solo a quelle coronariche” sottolineano i 2 cardiologi. 

Nei pazienti invece ad elevato rischio cardiovascolare, già sottoposti a precedenti interventi sulle coronarie, di età avanzata e/o con aritmie come la fibrillazione atriale, la coronarografia tradizionale resta ancora oggi il gold standard, anche in virtù del fatto che non è solo un’indagine diagnostica ma anche operativa. Questo significa che, qualora l’esame si rilevassero stenosi delle coronarie, è possibile intervenire contestualmente effettuando un’angioplastica”.

 

Controindicazioni della TAC coronarica

Non è possibile eseguire la TAC coronarica nei pazienti:

  • gravemente obesi;
  • in gravidanza;
  • con grave insufficienza renale (a causa dell’utilizzo del mezzo di contrasto).

 

RMN cardiaca: cos’è e a cosa serve  

La risonanza magnetica del cuore è un esame sicuro, non invasivo e dettagliato che utilizza campi magnetici e onde radio per creare immagini tridimensionali dell’anatomia e della funzione cardiaca. 

“La risonanza magnetica cardiaca permette di studiare l’anatomia e la funzione cardiaca del cuore nel suo complesso o di una determinata porzione. Inoltre consente la caratterizzazione tissutale delle strutture e l’individuazione dell’eventuale presenza di fibrosi nel muscolo miocardico” spiegano i 2 specialisti. 

In quali casi la risonanza magnetica cardiaca è utile

“Non si sostituisce all’ecocardiogramma, ma lo completa, nei casi in cui sia necessario confermare un sospetto diagnostico, indagare un territorio cardiaco non visibile con l’ecocardiogramma, definire la prognosi per una determinata patologia, etc.”. Questo esame può essere utile, in particolare, per:

  • valutare la funzione contrattile del cuore;
  • analizzare lo stato del muscolo cardiaco (miocardio); 
  • identificare eventuali aree di ischemia, infarto o fibrosi;
  • studiare cardiomiopatie e malattie congenite;
  • studiare le valvulopatie (aortiche e mitrali); 
  • confermare la presenza di trombosi intracavitarie;
  • indagare dimensioni, posizione, rapporti anatomici, caratterizzazione tissutale di masse cardiache;
  • stratificazione la prognosi (grazie al dato relativo alla fibrosi miocardica).

 

Controindicazioni della RMN cardiaca

L’esame non è indicato in caso di:

  • pazienti con grave insufficienza renale
  • pazienti con dispositivi non compatibili con il campo magnetico, come alcuni pace-maker).