
Sedazione profonda: cos’è, quando si usa e differenze con la sedazione leggera
PUBBLICATO IL 12 SETTEMBRE 2025
La sedazione profonda è una tecnica medica avanzata che permette di affrontare procedure complesse in sicurezza, senza percepire dolore.
La dottoressa Stefania Taddei, anestesista algologa dell’Unità Operativa di anestesia e terapia semi intensiva presso Villa Erbosa, ci spiega quando si utilizza la sedazione profonda, i suoi benefici, e quali sono le differenze principali rispetto alla sedazione leggera.
Cos’è la sedazione e quali sono i livelli
La sedazione è una tecnica medica di controllo farmacologico dello stato di coscienza che permette di affrontare numerose procedure diagnostiche e terapeutiche riducendo ansia e dolore.
Esistono diversi livelli di sedazione, a seconda dell’intensità: lieve, moderata e profonda. Le differenze tra questi livelli riguardano la scelta dei farmaci, il loro dosaggio e la risposta del paziente.
Sedazione profonda: definizione e caratteristiche
La sedazione profonda è una tecnica anestesiologica avanzata durante la quale il paziente:
- non è cosciente;
- non risponde agli stimoli verbali e tattili leggeri;
- può, in alcuni casi, reagire a stimoli dolorosi intensi;
- al risveglio non ricorda nulla dell’intervento.
Durante la sedazione profonda, la respirazione spontanea può ridursi o cessare: per questo motivo può essere necessario fornire ossigeno o avviare la ventilazione assistita.
“È perciò fondamentale – sottolinea la dottoressa - che venga eseguita da anestesisti rianimatori, in ambienti attrezzati, per gestire un'eventuale compromissione respiratoria”.
Quali farmaci si usano nella sedazione profonda
La sedazione profonda viene indotta e mantenuta tramite farmaci somministrati per via endovenosa, in dosi superiori rispetto alla sedazione moderata:
- sedativi-ipnotici/anestetici;
- analgesici oppioidi.
I sedativi agiscono sul sistema nervoso centrale per ridurre lo stato di coscienza. Il principale farmaco utilizzato è il cosiddetto Propofol che ha un rapido inizio d’azione e permette un controllo della profondità della sedazione. Non ha effetto analgesico, ma può causare ipotensione e depressione respiratoria.
Altri sedativi utilizzati sono il Midazolam (benzodiazepina) che ha effetto ansiolitico, ipnotico e amnesico, ma con azione più lenta e durata più lunga del cosiddetto Propofol.
Gli analgesici (oppioidi) vengono spesso associati ai sedativi per controllare il dolore. Tra i farmaci più usati troviamo Fentanil e Remifentanil.
I farmaci antagonisti servono, invece, da antidoto in caso di eccessiva sedazione o depressione respiratoria come:
- Flumazenil, antagonista benzodiazepine;
- Naloxone, antagonista oppioidi.
Il cosiddetto Propofol non ha nessun antagonista.
Preparazione alla sedazione profonda
Prima della sedazione, è necessario:
- essere a digiuno, almeno 6 ore da alimenti e 2 ore da liquidi chiari;
- firmare un consenso informato, che attesta la comprensione delle modalità della sedazione, dei suoi benefici e dei potenziali rischi;
- compilare un questionario di autovalutazione, in cui segnalare: eventuali precedenti interventi chirurgici; reazioni avverse o problemi legati all’anestesia; allergie a farmaci; patologie cardiovascolari o respiratorie.
È importante essere accompagnati da una persona adulta, poiché non è possibile guidare o tornare a casa da soli dopo la sedazione.
Monitoraggio durante la sedazione
Durante la sedazione profonda è indispensabile un monitoraggio accurato che include:
- Elettrocardiogramma (ECG);
- monitoraggio della saturazione di ossigeno;
- misurazione intermittente della pressione arteriosa;
- valutazione dello stato di coscienza;
- controllo della ventilazione e della funzione respiratoria.
Durata e risveglio
La durata dipende dal tipo di procedura eseguita.
Il risveglio è generalmente rapido e graduale una volta sospesa la somministrazione dei farmaci: il paziente è cosciente, leggermente confuso o assonnato nei minuti successivi, ma questi effetti tendono a risolversi spontaneamente entro circa 1 ora.
Dopo la procedura, è necessaria un’osservazione in ambiente controllato per garantire la stabilità dei parametri vitali e che il recupero avvenga in modo sicuro.
Quando si utilizza la sedazione profonda
La sedazione profonda è indicata per procedure dolorose, invasive o che richiedono la completa immobilità del paziente, come:
- endoscopie: nella colonscopia in caso di aderenze intestinali, colon lungo, precedenti interventi chirurgici, malattie infiammatorie croniche e nelle colonscopie operative; nella gastroscopia in caso di esofagiti, ulcere e nelle gastroscopie operative;
- broncoscopie;
- cardioversioni;
- alcune procedure odontoiatriche o pediatriche.
Benefici della sedazione profonda
La sedazione profonda presenta numerosi vantaggi:
- garantisce comfort totale e assenza di dolore, grazie alla combinazione dei farmaci; il paziente è rilassato e non avverte né dolore né fastidio durante la procedura;
- riduce ansia, paura e stress in quanto aiuta a calmare i pazienti più ansiosi o difficili da gestire;
- favorisce lo svolgimento di procedure complesse, eliminando i movimenti involontari e permettendo al medico endoscopista di eseguire con precisione esami e interventi delicati;
- è ideale per bambini o pazienti non collaborativi;
- favorisce un recupero rapido grazie alla breve durata degli effetti e lo smaltimento veloce dei farmaci.
Rischi e complicanze della sedazione profonda
La sedazione profonda, pur essendo spesso preferita in molte procedure, comporta rischi
non trascurabili, la cui incidenza è molto rara se eseguita adeguatamente da personale esperto in ambienti attrezzati. Questi sono:
- depressione respiratoria, che consiste in una riduzione del respiro spontaneo e che può richiedere ossigeno e sistemi di monitoraggio;
- ostruzione delle vie aeree superiori, ovvero perdita del tono delle strutture faringee a livello della gola, gestite con manovre specifiche;
- ipotensione e bradicardia;
- rischio in pazienti anziani, ipovolemici o cardiopatici;
- reazioni paradosse quali agitazione, aggressività, disinibizione;
- nausea, vomito e aspirazione;
- reazioni allergiche o anafilattiche;
- sovradosaggio accidentale;
- ritardo nel risveglio.
Controindicazioni alla sedazione profonda
La sedazione profonda è controindicata in caso di:
- assenza di un ambiente idoneo e di personale esperto;
- paziente non a digiuno;
- allergia nota ai farmaci utilizzati;
- rifiuto del paziente o del tutore legale.
In altre situazioni, la sedazione profonda richiede una valutazione approfondita del paziente da parte dello specialista, come in presenza di:
- sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), in quanto aumenta il rischio di ostruzione delle vie aeree e di apnea durante la sedazione;
- BPCO o insufficienza respiratoria cronica, dal momento che la ridotta riserva respiratoria può causare carenza di ossigeno o accumulo di anidride carbonica;
- cardiopatie gravi, come scompenso cardiaco, aritmie instabili o stenosi aortica severa;
- obesità severa (IMC > 35–40), spesso associata a difficoltà nella gestione delle vie aeree e alla presenza di OSAS;
- età avanzata o fragilità geriatrica;
- malattie neurologiche, come epilessia, demenza, ecc;
- gravidanza, che va limitata ai casi strettamente necessari.
Sedazione leggera: cos’è e differenze con la sedazione profonda
La sedazione leggera, detta anche sedazione cosciente, è uno stato di rilassamento controllato che aiuta a ridurre ansia e dolore senza compromettere la coscienza del paziente. Durante la sedazione leggera:
- il paziente rimane sveglio e vigile;
- risponde facilmente agli stimoli verbali;
- può collaborare durante la procedura.
A differenza della sedazione profonda, in cui il paziente è incosciente e può aver bisogno di supporto respiratorio, nella sedazione leggera le funzioni vitali restano inalterate. Per questo è considerata una procedura sicura e ben tollerata, soprattutto nei casi in cui è importante che il paziente sia vigile e reattivo.
Nella sedazione leggera si usano dosi più basse e farmaci con effetto ansiolitico ed è indicata per procedure brevi, poco invasive e non dolorose come:
- endoscopie diagnostiche semplici, senza manovre complesse;
- esami diagnostici o interventistici brevi;
- piccoli interventi ambulatoriali;
- esami comuni come la risonanza magnetica, in soggetti particolari, poco collaborativi;
- procedure odontoiatriche.
La sedazione leggera può essere somministrata da medici non anestesisti, ma adeguatamente formati, in ambienti attrezzati e con la disponibilità di strumenti di monitoraggio di base e di specialisti in grado di intervenire tempestivamente in caso di necessità.