
Dalla nascita all’adolescenza: quando andare dall’ortopedico pediatrico
PUBBLICATO IL 15 SETTEMBRE 2025
Controllare lo sviluppo ortopedico del bambino è molto importante. Questo non solo per garantire una crescita sana e un corretto sviluppo motorio, ma anche per prevenire o trattare precocemente eventuali patologie.
Ma quando è necessario rivolgersi all’ortopedico pediatrico e in quali fasi della crescita?
A fare chiarezza su questo tema è il dottor Fabio Verdoni, Responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia Pediatrica all’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, Presidente della SITOP, la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica e ortopedico a Palazzo della Salute - Wellness Clinic e presso la Casa di Cura La Madonnina.
I primi controlli ortopedici: il ruolo del pediatra
Alla nascita è il pediatra neonatologo a fare le prime valutazioni sul bambino, per escludere immediatamente eventuali patologie ortopediche congenite. Quelle più facilmente individuabili in questa fase sono:
- la displasia congenita dell’anca;
- il piede torto;
- la scoliosi congenita;
- la spina bifida;
- l’asimmetria degli arti.
“Il primo screening, quindi, non è di diretta competenza dell’ortopedico pediatrico. È, infatti, solo in caso di positività ai primi test o di sospette anomalie che il bambino viene indirizzato alla valutazione dello specialista” afferma il dottor Verdoni.
Prima visita ortopedica: a che età farla?
È sempre raccomandabile, anche in assenza di una specifica indicazione da parte del pediatra, effettuare una visita ortopedica prima che il bambino inizi a camminare, cioè solitamente tra i 10 e i 16 mesi di età.
“È in questa fase che l’ortopedico pediatrico deve inquadrare il bambino per escludere tempestivamente eventuali patologie o dismorfismi. Parliamo di condizioni non gravi, ma che potrebbero influire sullo sviluppo motorio, come il ginocchio valgo (ginocchia a X), il ginocchio varo (gambe a O) e il piede lasso (una condizione in cui l’arco plantare è ridotto o assente)” indica lo specialista.
Il monitoraggio: ogni quanto farlo e perché è importante
Dopo la prima visita, se non ci sono patologie significative, è comunque consigliabile un controllo con scadenza annuale.
“Si tratta di un monitoraggio che l’ortopedico esegue per valutare le varie fasi della crescita del bambino. Ovviamente è impostata annualmente solo nelle crescite regolari e in assenza di patologie gravi - precisa lo specialista -.
È fondamentale non avere dubbi proprio nei primi anni di sviluppo: è in queste fasi che si può prevenire ciò che potrebbe compromettere lo sviluppo e, soprattutto, la capacità di camminare correttamente”.
I picchi di crescita: quando tornare dall’ortopedico
Durante lo sviluppo esistono momenti particolarmente delicati, sono i cosiddetti booster di crescita (o picchi), periodi in cui l’accelerazione dello sviluppo corporeo può causare o accentuare squilibri e piccoli difetti strutturali.
Nei bambini e nelle bambine, questi momenti sono differenti:
- nelle femmine avvengono solitamente dai 10 ai 14 anni, il periodo che può precedere lo sviluppo puberale e in cui la spinta ormonale influisce sulla crescita;
- nei maschi dai 12 ai 14 anni, quando la crescita staturale si intensifica.
In queste fasi è sempre bene fare controlli periodici con lo specialista in ortopedia pediatrica.
Le patologie ortopediche più comuni nelle diverse fasi
Durante l’infanzia e l’adolescenza, alcune condizioni ortopediche possono insorgere o, se presenti, peggiorare. Alcune di queste sono legate al semplice sviluppo corporeo, che però non avviene in modo uniforme in tutto il corpo.
“La crescita segue, infatti, una sequenza fisiologica: prima interessa gli arti inferiori, partendo dal piede, poi si estende agli arti stessi e infine alla colonna vertebrale – spiega l’ortopedico –. Per questo le principali patologie da monitorare sono dapprima il piede pronato, poi le alterazioni assiali come ginocchio varo o valgo, i difetti rotatori e, in una fase più avanzata, le scoliosi”.
Fino a che età serve l’ortopedico pediatrico?
Anche se spesso si pensa che l’ortopedico pediatrico sia utile solo nei primi anni di vita, in realtà il suo ruolo accompagna il bambino fino ai 17 anni, che rappresentano effettivamente il limite formale dell’età pediatrica.
L’approccio del Galeazzi - Sant’Ambrogio all’ortopedia pediatrica
Presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio è presente un team altamente specializzato nell’ortopedia pediatrica, che segue i pazienti dalla nascita fino all’adolescenza.
“La nostra équipe è in grado di inquadrare da un punto di vista ortopedico bambini dai 0 ai 17 anni – spiega lo specialista –. Abbiamo competenze specifiche non solo nel trattamento delle patologie più comuni, ma anche in quelle complesse, sia con approcci conservativi che chirurgici”.
Molti problemi ortopedici pediatrici possono essere affrontati senza chirurgia, grazie a terapie riabilitative, ortesi (plantari, tutori) e indicazioni posturali.
“Tuttavia, quando necessario, la nostra chirurgia pediatrica è in grado di intervenire, sfruttando anche la capacità di crescita del bambino per correggere deformità in modo meno invasivo.
Per i casi più complessi, come dismetrie (differenze di lunghezza tra gli arti), difetti staturali o malformazioni scheletriche importanti, sono disponibili interventi più strutturati, ma sempre con un approccio che tenga in considerazione l’età e la fase di crescita del bambino” conclude il dottor Verdoni.