I progressi nella cura delle aritmie con l’elettroporazione cardiaca all’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio

I progressi nella cura delle aritmie con l’elettroporazione cardiaca all’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio

PUBBLICATO IL 29 SETTEMBRE 2025

I progressi nella cura delle aritmie con l’elettroporazione cardiaca all’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio

PUBBLICATO IL 29 SETTEMBRE 2025

Il movimento ritmico del cuore è regolato da impulsi elettrici naturali che ne scandiscono il ritmo. Quando questi segnali si alterano, possono insorgere patologie come le aritmie cardiache che, se trascurate, hanno conseguenze anche gravi.

L'elettroporazione cardiaca è una delle tecnologie che stanno cambiando radicalmente il trattamento di queste patologie, ce ne parla il dottor Massimo Mantica, Responsabile del Centro aritmie ed elettrofisiologia cardiaca dell'IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio.

 

Cosa sono le aritmie cardiache?

“Un’aritmia è un’irregolarità nella frequenza o nella sequenza dei battiti cardiaci”, spiega il dottor Mantica.

Il ritmo del cuore, noto come ritmo sinusale, consente al muscolo cardiaco di contrarsi in maniera cadenzata. Quando questo equilibrio si altera, si entra nell’ambito delle aritmie

“Spesso per questa condizione il paziente avverte una sensazione insolita, sia a riposo, sia durante l’attività fisica, che può generare ansia, senso di insicurezza e impatto negativo sulla vita sociale e lavorativa, anche in soggetti molto giovani”, precisa il cardiologo.

Tra le forme più frequenti di aritmia c’è la fibrillazione atriale, che può manifestarsi con sintomi come:

  • palpitazioni;
  • senso di affaticamento;
  • vertigini o svenimenti;
  • un aumento del rischio di ictus cerebrale.

“L’esperienza clinica dimostra che le aritmie possono insorgere a qualsiasi età. Ci sono forme congenite che si manifestano sin dalla nascita, mentre altre compaiono con l’avanzare dell’età. Alcune sono più comuni negli uomini, altre nelle donne, ma complessivamente la distribuzione è equilibrata tra i sessi”, precisa il cardiologo.

 

Che cos’è l’ablazione cardiaca

L’ablazione cardiaca è un intervento che consiste nell’identificare e neutralizzare le aree del cuore da cui partono gli impulsi irregolari.

“I farmaci antiaritmici, infatti, possono solo alleviare i sintomi senza risolvere la causa – sottolinea il medico –. L’ablazione, invece, agisce direttamente sul punto d’origine del disturbo, con risultati duraturi”.

Il trattamento delle aritmie comincia sempre da una diagnosi accurata da parte di uno specialista per individuare l’origine del disturbo. 

A questo scopo, per distinguere se si tratta di un problema elettrico o strutturale del cuore possono essere prescritti esami come:

  • ecocardiogramma;
  • Risonanza Magnetica cardiaca;
  • monitoraggio Holter. 

Se le indagini confermano che si tratta di un’aritmia su base elettrica, l’opzione terapeutica più efficace proposta è spesso l’ablazione cardiaca.

I limiti delle tecniche tradizionali di ablazione 

Per distruggere il tessuto anomalo le tecniche di ablazione tradizionali impiegano:

  • il calore, tramite radiofrequenza
  • il freddo, con la crioablazione

Tuttavia, entrambe queste modalità comportano potenziali rischi per le strutture vicine al cuore.

 

Che cos’è l’elettroporazione 

L’elettroporazione, invece, è una nuova tecnologia che utilizza impulsi elettrici ultra-brevi che agiscono con estrema precisione, colpendo soltanto le aree da cui originano i segnali elettrici anomali. 

“Si tratta di un’energia non termica. Questo ci consente di intervenire in modo mirato, preservando i tessuti sani e riducendo il rischio di complicanze. Un passo avanti notevole in termini di sicurezza” spiega lo specialista.

h3 Come funziona l’elettroporazione

La procedura è simile a quella convenzionale, con l’introduzione di un catetere nel cuore attraverso il sistema venoso o arterioso. 

“Ciò che cambia è la tecnica – aggiunge il dottor Mantica –. Non si utilizzano temperature estreme (non si brucia né si congela), ma si agisce direttamente a livello cellulare, con una selettività molto più elevata”.

Questa innovazione è già attiva presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio. “Oggi possiamo contare su strumenti innovativi, tempi più rapidi e risultati più stabili. Tutto ciò si traduce in un trattamento meno invasivo e in un recupero post-operatorio decisamente più veloce” spiega l’elettrofisiologo.

Il decorso post operatorio e la degenza

Dimettiamo i pazienti entro 48 ore. In molti casi, già dopo un paio di giorni possono riprendere le loro attività quotidiane” afferma il dottor Mantica.

Inoltre, l’elettroporazione consente spesso di ridurre o sospendere i farmaci antiaritmici, che possono avere effetti indesiderati. 

Dopo la procedura, è previsto solo un breve periodo di terapia anticoagulante o antiaggregante, con minore impatto sulla vita quotidiana.

 

I benefici dell’elettroporazione per i pazienti

I vantaggi per chi si sottopone a questa tecnica sono evidenti:

  • la degenza ospedaliera è ridotta;
  • il ritorno alla normalità è più veloce rispetto ai metodi tradizionali.