Ago aspirato tiroideo con Thin Prep: più precisione diagnostica e i vantaggi

Ago aspirato tiroideo con Thin Prep: più precisione diagnostica e i vantaggi

PUBBLICATO IL 08 SETTEMBRE 2025

Ago aspirato tiroideo con Thin Prep: più precisione diagnostica e i vantaggi

PUBBLICATO IL 08 SETTEMBRE 2025

L’ago aspirato tiroideo è un esame diagnostico fondamentale per valutare la natura di un nodulo sospetto rilevato alla tiroide. Si tratta di una procedura mini-invasiva che consente di prelevare, tramite un ago sottilissimo, alcune cellule dal nodulo da analizzare al microscopio. L'obiettivo è stabilire se la lesione sia benigna, dubbia o potenzialmente maligna, permettendo così di indirizzare correttamente il percorso clinico del paziente.

Presso il Centro della Tiroide dell’IRCCS Policlinico San Donato, diretto dal prof. Alessandro Marugo, l’ago aspirato viene eseguito con la metodica Thin Prep, una tecnica che garantisce una maggiore qualità del campione e quindi una diagnosi più accurata.

Ma in cosa consiste l’esame? Quando è indicato e quali sono i vantaggi della Thin Prep? Lo chiediamo al prof. Alessandro Marugo, endocrinologo e responsabile del Centro della Tiroide del Policlinico San Donato.

 

Quando è indicato e a cosa serve l’ago aspirato tiroideo

L’ago aspirato è indicato in presenza di noduli tiroidei rilevati all’ecografia, soprattutto se:

  • superiori a 1 cm;
  • con caratteristiche sospette (margini irregolari, microcalcificazioni, vascolarizzazione interna);
  • in rapido accrescimento;
  • associati a linfoadenopatie.

“La procedura permette di prelevare un campione di cellule dal nodulo per analizzarlo al microscopio – spiega il prof. Marugo –. È l’esame più importante per distinguere un nodulo benigno da uno sospetto o maligno”.


Come si svolge l’esame con Thin Prep al Policlinico San Donato

Il prelievo viene effettuato in ambulatorio, senza anestesia, ed è rapido e indolore. Il medico utilizza una sonda ecografica per localizzare il nodulo e guida un ago sottilissimo nella lesione per aspirare alcune cellule.

Al Policlinico San Donato, l’ago aspirato tiroideo viene eseguito utilizzando la tecnica Thin Prep, una metodica avanzata che migliora sensibilmente la qualità del campione citologico rispetto alla citologia tradizionale. 

La citologia è una branca della medicina che studia le cellule: in questo caso, quelle prelevate dal nodulo tiroideo, vengono osservate al microscopio per capire se sono normali o presentano caratteristiche sospette. 

“La tecnica Thin Prep – chiarisce il professore – consente una distribuzione uniforme delle cellule sul vetrino e una miglior conservazione del materiale, aumentando l’accuratezza della diagnosi e riducendo il rischio di campioni non valutabili con una minore necessità di ripetere l’esame”.

 

I vantaggi della Thin Prep

L’uso della tecnologia Thin Prep garantisce numerosi vantaggi e tra i principali troviamo:

  • maggiore sensibilità e specificità diagnostica: la distribuzione uniforme delle cellule sul vetrino permette di valutare il campione in modo più preciso, riducendo il rischio di falsi negativi o positivi;
  • migliore conservazione del campione: le cellule vengono fissate in un liquido conservante che ne mantiene l’integrità, evitando degrado o artefatti che potrebbero compromettere l’interpretazione;
  • minore rischio di errori o risultati dubbi: grazie alla qualità del materiale ottenuto, si abbassa significativamente la possibilità di esiti “non diagnostici” o difficili da interpretare;
  • possibilità di analisi molecolari aggiuntive: i campioni conservati con il metodo Thin Prep possono essere utilizzati, se necessario, per esami molecolari più approfonditi, utili in caso di diagnosi incerte o per personalizzare il percorso terapeutico.

 

Classificazione dei risultati dell’ago aspirato tiroideo

Il campione prelevato viene analizzato in laboratorio da un citopatologo esperto. L’esito può classificare il nodulo secondo il sistema SIAPEC-IAP, una classificazione utilizzata in tutta Italia per standardizzare la diagnosi dei noduli tiroidei, in:

  • TIR1: non diagnostico. Il campione prelevato con l’ago aspirato non contiene un numero sufficiente di cellule o il materiale è di scarsa qualità; quindi, non è possibile esprimere un giudizio attendibile sulla natura del nodulo;
  • TIR2: benigno;
  • TIR3A/B: indeterminato. Significa che le cellule presentano caratteristiche non chiaramente benigne né chiaramente maligne;
  • TIR3A: il rischio che si tratti di un tumore maligno è molto basso (circa il 5-15%). In genere si opta per controlli ecografici o per ripetere l’ago aspirato; 
  • TIR3B: il rischio di malignità è più alto (fino al 30%), quindi il medico può consigliare esami aggiuntivi, analisi molecolari o, in alcuni casi, l’intervento chirurgico per rimuovere il nodulo e analizzarlo completamente;
  • TIR4: sospetto di malignità;
  • TIR5: maligno.

A seconda del risultato, l’endocrinologo potrà indicare controlli periodici, ulteriori esami o l’invio al chirurgo per l’intervento.

 

Centro della tiroide: un approccio integrato alla diagnosi

Presso il Policlinico San Donato, dopo l’esecuzione dell’ago aspirato, il paziente viene seguito dall’endocrinologo del Centro della Tiroide, che elabora un piano terapeutico personalizzato, eventualmente in collaborazione con il chirurgo o l’oncologo, in caso di sospetta neoplasia.

“Il nostro obiettivo – conclude il prof. Marugo – è accompagnare ogni paziente in un percorso chiaro e preciso, riducendo l’ansia legata alla diagnosi e fornendo risposte rapide ed efficaci”.

Questo è uno dei punti di forza del Centro che con un approccio multidisciplinare gestisce il paziente in collaborazione con altri specialisti in Endocrinologia, Radiologia, Medicina interna e Chirurgia generale. L’obiettivo è offrire ai pazienti tutte le terapie necessarie per la diagnosi, la cura e il trattamento delle patologie tiroidee.