Osteoporosi: cosa sapere su una malattia silenziosa e pericolosa

Osteoporosi: cosa sapere su una malattia silenziosa e pericolosa

PUBBLICATO IL 20 OTTOBRE 2025

Osteoporosi: cosa sapere su una malattia silenziosa e pericolosa

PUBBLICATO IL 20 OTTOBRE 2025

L’osteoporosi è una malattia silenziosa che indebolisce la struttura ossea. Si sviluppa lentamente e senza sintomi, fino a quando non provoca problemi seri come le fratture. Per questo è importante conoscerla, individuarla in tempo e, se possibile, prevenirne i danni.

Il 20 ottobre è la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi e l’occasione giusta per fare luce su questa malattia spesso sottovalutata.

La dottoressa Laura Silvia Maria Menicatti, endocrinologa del servizio di Diabetologia e Malattie Metaboliche all’Istituto Clinico San Siro, e la dottoressa Gabriella Santalena, reumatologa dell’unità operativa di Riabilitazione Ortopedica dell’Istituto Clinico San Siro, ci aiutano a capire meglio questa malattia.

 

Che cos’è l’osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia cronica che indebolisce la struttura delle ossa e ne aumenta il rischio di fratture, anche senza traumi evidenti. 

“Questa patologia nasce da uno squilibrio tra le cellule che distruggono l’osso (osteoclasti) e quelle che lo ricostruiscono (osteoblasti). Quando questo bilanciamento si rompe, l’osso diventa più fragile” spiega la dottoressa Santalena.

Chi colpisce di più l’osteoporosi

Si stima che, in Italia, circa 5 milioni di persone soffrano di osteoporosi, con una netta prevalenza femminile; “ne è colpita 1 donna su 3 dopo la menopausa, contro 1 uomo su 8 dopo i 60 anni” affermano le dottoresse.

La dottoressa Menicatti aggiunge, però, che questi numeri potrebbero essere sottostimati perché “molti pazienti non hanno mai fatto una MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), l’esame che misura la densità ossea, e quindi molte diagnosi vengono perse”.

 

I sintomi: perché l’osteoporosi è una malattia pericolosa

L’osteoporosi è definita una patologia silente. “I sintomi compaiono solo dopo una frattura, che può interessare femore, polso, vertebre, bacino o altre ossa. È proprio per questo che è fondamentale la prevenzione e il controllo regolare, soprattutto per chi è considerato più a rischio” sottolinea la dottoressa Santalena.

Le fratture: come avvengono

“Molti pensano che per rompersi un osso con osteoporosi serva un trauma importante, come una caduta. 

In realtà, anche un gesto semplice come uno starnuto o una camminata prolungata può causare una frattura” precisano le specialiste.

 

Le cause primarie e secondarie dell’osteoporosi 

L’osteoporosi viene definita come una malattia multifattoriale. “Ma se è vero che l’età avanzata e la menopausa sono tra le cause più comuni (le cosiddette forme primarie), esistono forme secondarie, che possono colpire anche persone più giovani” spiegano le dottoresse.

Tra queste cause secondarie troviamo:

  • malattie endocrine, come l’ipercortisolismo o l’ipertiroidismo
  • disturbi alimentari (anoressia, bulimia); 
  • abuso di alcol e fumo;
  • patologie croniche intestinali (come la celiachia o il morbo di Crohn);
  • l’uso prolungato di farmaci che possono indebolire l’osso, come corticosteroidi, anticoagulanti, anticonvulsivanti, e persino alcuni gastroprotettori come gli inibitori di pompa protonica.

“La quota di osteoporosi secondaria è molto grande e va tenuta sotto stretto controllo, perché spesso colpisce persone che non si sentono a rischio - avverte la dottoressa Santalena. - Inoltre, diete sbilanciate e la vita sempre più sedentaria contribuiscono a peggiorare ulteriormente la situazione”.

Infine, la predisposizione genetica è un altro fattore di sviluppo della malattia molto importante. “Chiediamo sempre se in famiglia ci sono stati casi di osteoporosi o fratture spontanee, perché è un forte campanello d’allarme” spiegano le dottoresse.

 

Come prevenire l’osteoporosi

La prevenzione è possibile e fondamentale; per questo le specialiste consigliano di seguire uno stile di vita sano, che comprende:

  • alimentazione equilibrata, ricca di calcio e vitamina D (con l’assunzione di latte, formaggi, ortaggi a foglia verde, legumi, uova, pesce grasso come il salmone);
  • esposizione al sole, moderata ma che favorisca la sintesi naturale di vitamina D;
  • attività fisica regolare, per stimolare il metabolismo osseo e mantenere muscoli e articolazioni in salute;
  • evitare il fumo e l’abuso di alcol;
  • mantenere un peso corporeo corretto, evitando sia la magrezza eccessiva che il sovrappeso.

 

La MOC, l’esame per la diagnosi precoce dell’osteoporosi 

La MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) è l’esame principale per diagnosticare l’osteoporosi. Viene consigliata a chi è a rischio, come donne in menopausa, persone con familiarità di fratture o chi assume farmaci particolari.

I risultati della MOC, che si basano sui punteggi T Score (o Z Score), indicano quanto la densità ossea si discosti da quella di un adulto giovane e sano:

  • T Score superiore a -1: normale;
  • T Score tra -1 e -2,5: osteopenia, uno stato di pre-osteoporosi;
  • T Score inferiore a -2,5: osteoporosi.

Per un quadro completo, il medico può suggerire anche l’esecuzione di esami del sangue e delle urine per valutare calcio, fosforo, vitamina D e paratormone.

 

Cosa fare se si ha l’osteoporosi

“In presenza di osteopenia, generalmente si interviene con integrazione di vitamina D e, se necessario, calcio insieme a un’attenta sorveglianza.

Quando, invece, viene confermata l’osteoporosi, soprattutto se associata a fratture o peggioramento dei valori, il medico può valutare una terapia mirata per rinforzare l’osso” affermano le due dottoresse.

 

Cosa aspettarsi dopo la diagnosi

È possibile gestire l’osteoporosi in modo efficace, anche se tornare a un osso completamente normale è difficile

“L’obiettivo principale è evitare peggioramenti e nuove fratture. Con il giusto trattamento si possono ottenere stabilizzazioni e, in alcuni casi, miglioramenti” delineano infatti le 2 specialiste.

La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, dunque, ci ricorda l’importanza di prendersi cura delle nostre ossa con uno stile di vita sano, controlli medici regolari e attenzione ai segnali anche più nascosti. 

Un buon controllo e una terapia adeguata possono migliorare la qualità di vita, e anche di molto” concludono la dottoressa Menicatti e la dottoressa Santalena.