Infarto: segnali da non sottovalutare e come riconoscerli in tempo

Infarto: segnali da non sottovalutare e come riconoscerli in tempo

PUBBLICATO IL 19 NOVEMBRE 2025

Infarto: segnali da non sottovalutare e come riconoscerli in tempo

PUBBLICATO IL 19 NOVEMBRE 2025

Consulta l'Unità di Cardiologia Clinica, Interventistica e di Terapia Intensiva Coronarica del Policlinico San Donato

Riconoscere i sintomi di un infarto in modo tempestivo può fare la differenza tra la vita e la morte. Spesso, infatti, i segnali d’allarme vengono sottovalutati o confusi con disturbi meno gravi, soprattutto nelle prime fasi. 

C’è inoltre una differenza tra infarto maschile e femminile: i sintomi possono essere molto diversi tra loro.

Per approfondire il tema di come riconoscere un infarto e quando è necessario chiamare i soccorsi, abbiamo intervistato la dottoressa Valentina Mantovani, cardiologa dell’Unità di Cardiologia Clinica, Interventistica e di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) dell’IRCCS Policlinico San Donato, diretta dal prof. Francesco Bedogni.

 

Infarto: cos’è e come si manifesta

L’infarto è un’emergenza cardiaca che si verifica quando il flusso di sangue diretto al cuore si interrompe bruscamente, in genere a causa di un trombo che ostruisce una delle arterie coronarie, impedendo all’organo di ricevere ossigeno a sufficienza.

Questa mancanza di ossigeno danneggia il muscolo cardiaco, con conseguenze potenzialmente gravi se non si interviene tempestivamente.

Riconoscere subito i sintomi, infatti, diventa di cruciale importanza per ridurre i danni e salvare la vita del paziente. Tuttavia, molte persone faticano a identificare i segnali iniziali o tendono a sottovalutarli.

“Il cuore ci parla attraverso sintomi che non vanno mai ignorati. Sapere come riconoscerli e agire con tempestività può fare davvero la differenza - spiega la dott.ssa Mantovani -. 

Il cuore è un muscolo e, come tutti i muscoli, ha bisogno di essere ossigenato costantemente per non indurre in sofferenza le cellule cardiache che a lungo andare, tendono a ‘spegnersi’ in modo irreversibile”, spiega la dottoressa Mantovani.

Queste ostruzioni sono quasi sempre dovute alla rottura di una placca aterosclerotica ovvero un accumulo di grassi e colesterolo sulle pareti dei vasi sanguigni, che provoca la formazione di un trombo di sangue

L’infarto è quindi un’urgenza medica assoluta in cui il tempo è il fattore chiave perché più si ritarda il trattamento, maggiore è il danno al muscolo cardiaco.

 

Come riconoscere un infarto: sintomi iniziali

Capire come riconoscere un infarto non è sempre semplice, perché i sintomi possono variare in base all’età, al sesso e alla gravità dell’occlusione.

Tuttavia, esistono alcuni segnali tipici che devono sempre destare allarme:

  • dolore o pressione al torace, spesso descritto come un senso di oppressione, peso che può durare diversi minuti o andare e venire;
  • dolore irradiato al braccio sinistro, al collo, alla schiena, alla mandibola o allo stomaco;
  • fiato corto anche a riposo o durante sforzi lievi;
  • sudorazione fredda, nausea o sensazione di svenimento;
  • ansia intensa o senso di morte imminente, che può accompagnare l’evento.

“Non tutti i pazienti avvertono lo stesso tipo di dolore da infarto, in alcuni casi è acuto e localizzato, in altri solo un fastidio diffuso o una sensazione di peso al torace. Per questo è importante non aspettare e chiedere subito aiuto”, sottolinea la cardiologa.

 

Infarto negli uomini: segnali tipici

Negli uomini, l’infarto tende a manifestarsi con sintomi più evidenti e riconoscibili, che corrispondono a quelli che tipicamente la maggior parte della popolazione riconosce come tipici.

I segnali principali sono:

  • dolore intenso al centro del petto, che può irradiarsi al braccio sinistro o alla spalla;
  • sudorazione profusa, fiato corto e sensazione di oppressione toracica;
  • talvolta, nausea o vertigini.

“L’uomo tipicamente descrive il dolore come ‘una morsa’ al petto. Se questi sintomi durano più di qualche minuto o peggiorano con il tempo, bisogna chiamare immediatamente i soccorsi”, raccomanda la dott.ssa Mantovani.

Infarto nelle donne: sintomi atipici

Nelle donne, invece, l’infarto può essere più difficile da riconoscere perché i sintomi sono spesso atipici o sfumati. Possono comparire:

  • dolore allo stomaco o alla schiena, scambiato per cattiva digestione o tensione muscolare;
  • stanchezza improvvisa e inspiegabile;
  • nausea, vomito o fiato corto;
  • dolore al collo o alla mandibola.

“Il dolore toracico nelle donne può essere assente o molto lieve. Spesso riferiscono solo un malessere generale, una sensazione di oppressione allo stomaco o stanchezza marcata”, spiega la cardiologa.

Per questo è fondamentale diffondere maggiore consapevolezza su come riconoscere un infarto nella donna, così da evitare ritardi nella diagnosi e nel trattamento.

 

Principio di infarto: come si riconosce e cosa fare

Il cosiddetto principio di infarto è una fase iniziale in cui il flusso di sangue al cuore è parzialmente ridotto, ma non ancora completamente interrotto.

I sintomi possono essere più lievi o intermittenti, ma rappresentano un campanello d’allarme importante. Tra i segnali da monitorare troviamo:

  • dolore o fastidio al petto che compare sotto sforzo e scompare a riposo;
  • mancanza di respiro;
  • stanchezza o palpitazioni;
  • dolori irradiati ad altre parti del corpo.

“Tecnicamente questa fase è chiamata angina pectoris ed è caratterizzata da un ridotto apporto di ossigeno transitorio, per la presenza di una o più placche stabili all’interno delle coronarie, ma di entità rilevante. Per questo motivo si sente dolore esclusivamente sotto sforzo - precisa la dott.ssa Mantovani -. 

Il principio di infarto va trattato come un’emergenza a tutti gli effetti. Anche se il dolore passa, non bisogna aspettare che ritorni. È necessario: 

  • chiamare subito i soccorsi
  • recarsi in ospedale per gli accertamenti”.

Riconoscere un principio di infarto e agire subito è la chiave che può evitare l’infarto vero e proprio. Ancora una volta il tempo di reazione diventa importantissimo per scongiurare eventi negativi.

 

Differenze tra infarto e altri disturbi (reflusso, ansia, panico)

Uno degli errori più comuni è confondere i sintomi dell’infarto con quelli di altre condizioni, come il reflusso gastroesofageo o con degli attacchi di panico.

In particolare, per quanto riguarda il dolore:

  • nel reflusso, è solitamente bruciante, peggiora dopo i pasti e migliora con i farmaci antiacido; 
  • nell’infarto, è più profondo, costrittivo e può irradiarsi ad altre zone del corpo;
  • durante un attacco di panico, non si irradia e passa con la calma o la respirazione controllata.

“Meglio un controllo in più che uno in meno. Se un dolore toracico è nuovo, intenso o non passa, va sempre considerato come potenziale segnale di infarto fino a prova contraria. Il vero punto è però non fare autodiagnosi e affidarsi al parere di un esperto”, afferma la cardiologa.

 

Come intervenire in caso di infarto: chiamare i soccorsi

In caso di sospetto infarto, non bisogna aspettare o mettersi alla guida, ma chiamare immediatamente i soccorsi.

“Ogni minuto è prezioso, più tempo passa, maggiore sarà il danno al muscolo cardiaco. Intervenire entro le prime ore aumenta enormemente le possibilità di sopravvivenza e di recupero completo del paziente”, sottolinea la dott.ssa Mantovani.

Nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi, è consigliabile:

  • restare seduti o sdraiati;
  • evitare sforzi o movimenti bruschi;
  • non assumere farmaci se non su indicazione del medico o dei soccorsi.

 

Diagnosi dell’infarto: esami e accertamenti

Una volta arrivati in ospedale, la diagnosi viene effettuata tramite:

  • elettrocardiogramma (ECG) per individuare alterazioni elettriche del cuore;
  • esami del sangue (come la troponina) per rilevare danni al muscolo cardiaco;
  • ecocardiogramma per valutare la funzione del cuore;
  • coronarografia per individuare eventuali ostruzioni delle arterie e intervenire rapidamente.

Presso l’IRCCS Policlinico San Donato, il team del prof. Francesco Bedogni è specializzato nella gestione dell’infarto acuto e dispone delle più avanzate tecnologie di cardiologia interventistica per ripristinare il flusso coronarico nel minor tempo possibile.

 

Prevenzione dell’infarto: fattori di rischio da controllare

Prevenire un infarto significa controllare i fattori di rischio e adottare uno stile di vita sano. È importante:

  • monitorare pressione, colesterolo e glicemia;
  • smettere di fumare;
  • seguire una dieta equilibrata e povera di grassi saturi;
  • fare attività fisica regolare, meglio se aerobica come corsa, nuoto o bici;
  • ridurre stress e consumo di alcol, ancora meglio eliminarlo del tutto.

“La prevenzione inizia molto prima dei sintomi. Conoscere il proprio profilo di rischio e sottoporsi a controlli regolari è il modo più efficace per proteggere il cuore”, conclude la dott.ssa Mantovani.