
Sviluppata una nuova terapia cellulare CAR – T contro le metastasi epatiche del tumore al colon
PUBBLICATO IL 29 MAGGIO 2025
Un gruppo di ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele ha sviluppato e testato in modelli preclinici un’innovativa immunoterapia cellulare per il trattamento delle metastasi epatiche del tumore al colon-retto, una delle principali cause di morte tra i pazienti oncologici.
Lo studio, appena pubblicato su Science Translational Medicine e coordinato dalla dottoressa Monica Casucci, responsabile del laboratorio di ricerca Immunoterapie innovative dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, apre la strada a nuove speranze terapeutiche grazie a cellule CAR-T progettate per colpire selettivamente il tumore.
L’immunoterapia dei tumori solidi
La ricerca si inserisce nel contesto dell'immunoterapia dei tumori solidi, in particolare delle metastasi epatiche da tumore del colon-retto, che rappresentano la prima causa di morte nei pazienti con questa patologia.
Le attuali terapie, come la chirurgia o la chemioterapia, non sono risolutive nella maggior parte dei casi e la sopravvivenza a 5 anni rimane bassa. Le terapie con cellule CAR-T hanno mostrato grande efficacia nel trattare i tumori del sangue, ma risultati ancora limitati nei tumori solidi, principalmente a causa della mancanza di bersagli tumorali sicuri ed efficaci.
Lo studio scientifico
In questo studio, i ricercatori hanno sviluppato una nuova terapia sperimentale basata su cellule immunitarie modificate, chiamate CAR-T, ingegnerizzate per riconoscere una proteina chiamata Caderina-17 (CDH17), presente in grandi quantità sulle cellule tumorali e non accessibile nei tessuti sani.
Gli esperimenti condotti su modelli preclinici rilevanti hanno dimostrato che le cellule CAR-T, ingegnerizzate per riconoscere l’antigene CDH17, riescono a bloccare efficacemente la crescita del tumore senza danneggiare i tessuti normali.
“Alla base di questo studio ci siamo chiesti: esiste un bersaglio adatto per lo sviluppo di una terapia CAR-T efficace e sicura per trattare metastasi epatiche del cancro del colon-retto? Abbiamo quindi cercato e identificato una proteina altamente espressa dalle cellule tumorali, ma assente o non accessibile nei tessuti sani”, dichiara la dottoressa Beatrice Greco, prima autrice dello studio.
“Una volta identificato il bersaglio, abbiamo sviluppato cellule CAR-T specifiche e ne abbiamo testato il profilo di efficacia e sicurezza in molteplici modelli preclinici”, aggiunge la dottoressa Rita El Khoury, co-prima autrice dello studio.
Le cellule CAR-T sono state testate anche su tessuti derivati da pazienti, con risultati molto promettenti: attaccano il tumore, ma non il tessuto sano. Questo studio è stato reso possibile grazie ai campioni provenienti dal tessuto tumorale e sano dei pazienti che si sono messi a disposizione della ricerca scientifica partecipando a questo progetto.
I passi successivi
Questo lavoro rappresenta un passo importante verso l’avvio previsto di studi clinici sull’uomo per il trattamento di metastasi epatiche del cancro al colon-retto.
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo è stata fondamentale la presenza al San Raffaele di un Centro di Risorse Biologiche, una biobanca di eccellenza che raccoglie, conserva e distribuisce campioni biologici umani e dati associati per supportare la ricerca clinica traslazionale; essa garantisce standard elevati di qualità, sicurezza ed etica, partecipando anche a reti internazionali come BBMRI-ERIC. Questa attività favorisce studi innovativi e l’accesso condiviso a risorse fondamentali per la comunità scientifica.
“Il nostro lavoro risponde a un’esigenza clinica urgente: trattare in modo efficace e sicuro le metastasi epatiche del cancro al colon-retto, per le quali oggi le opzioni terapeutiche sono limitate – afferma Monica Casucci, coordinatrice dello studio –. Il prossimo passo riguarderà una sperimentazione clinica di fase 1/2 per valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia su questi pazienti.
Questi risultati potrebbero aprire nuove prospettive terapeutiche anche per altri tumori che esprimono la Caderina-17, come il tumore dello stomaco e i tumori neuroendocrini”.
Lo studio si inserisce in un ambizioso programma di ricerca 5xmille, iniziato 6 anni fa che beneficia del contributo di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e coinvolge 17 gruppi di ricerca e unità cliniche dell’Università Vita-Salute e dell’Ospedale San Raffaele di Milano, con l’obiettivo di sviluppare terapie avanzate contro le metastasi al fegato da tumori del colon-retto e del pancreas.
“Siamo felici del percorso fatto fino a oggi, che testimonia l’impegno e lo sforzo dei ricercatori e medici nel trasformare i risultati di laboratorio in cure tangibili per tutti i pazienti”, afferma la professoressa Chiara Bonini, coordinatrice del programma, responsabile dell’Unità di Ematologia sperimentale e Ordinario di Ematologia all’Università Vita-Salute San Raffaele.
“La traslazionalità è da sempre la caratteristica che contraddistingue il San Raffaele: mettere a disposizione dei pazienti oncologici competenze cliniche e di ricerca di elevata qualità specialistica e contribuire al progresso della conoscenza scientifica e alla sua applicazione nella pratica quotidiana”, conclude il professor Fabio Ciceri, direttore del Comprehensive Cancer Center, primario di Ematologia e Trapianto di midollo osseo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Ematologia all’Università Vita-Salute San Raffaele.
Lo studio è il risultato di una collaborazione internazionale che coinvolge, oltre a diverse unità interne dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, l’Institut Cochin presso l’Université Paris-Cité e il sostegno di enti finanziatori quali Fondazione AIRC, Ministero della Salute e dell’Istruzione, Università e Ricerca, e la comunità europea (European Research Council, Innovative Medicines Initiative).