Villa Aprica integra la tecnologia robotica nella chirurgia protesica del ginocchio

Villa Aprica integra la tecnologia robotica nella chirurgia protesica del ginocchio

PUBBLICATO IL 25 LUGLIO 2025

Villa Aprica integra la tecnologia robotica nella chirurgia protesica del ginocchio

PUBBLICATO IL 25 LUGLIO 2025

L’Istituto Clinico Villa Aprica si dota di una delle ultime innovazioni tecnologiche in ambito chirurgico: un sistema robotico avanzato che rappresenta un’ulteriore crescita per le Unità di Ortopedia della struttura, da sempre impegnate nell’adozione di tecnologie innovative per aumentare la precisione e la sicurezza degli interventi chirurgici di protesi del ginocchio, con uno sguardo sempre rivolto al rispetto delle caratteristiche e delle esigenze di ciascun paziente.

Approfondiamo questo tema con il dottor Marco Lavazza, corresponsabile dell’Unità operativa di Ortopedia II all’Istituto Clinico Villa Aprica, che ci illustra le caratteristiche e i vantaggi di questa tecnologia e come viene integrata nel percorso di cura.

 

La collaborazione tra medico e robot: alta specializzazione al servizio del paziente

L’introduzione della tecnologia robotica nella chirurgia ortopedica non cambia il ruolo centrale del medico, ma rappresenta un supporto che lo affianca, migliorandone la precisione durante l’intervento.

“Parliamo di uno strumento che non sostituisce la mano del chirurgo, quindi, ma che lavora in sinergia con lui - sottolinea il dottor Lavazza -. Ogni fase dell’intervento è guidata dallo specialista, che mantiene la piena gestione sia clinica che decisionale. 

Il robot rappresenta un alleato tecnologico che contribuisce, senza ombra di dubbio, a rendere ancora più accurata la procedura”.

 

Come funziona il robot

Il sistema robotico è costituito da 2 componenti principali:

  • un’unità di elaborazione dati;
  • una componente operativa.

L’unità di elaborazione dei dati raccoglie le informazioni cliniche e anatomiche dettagliate del paziente per creare un modello tridimensionale personalizzato dell’articolazione. Questo include anche la dinamica del movimento funzionale, un aspetto fondamentale per pianificare con precisione l’intervento.

La componente operativa è formata, invece, da un braccio robotico che assiste il chirurgo durante la procedura, guidandolo con precisione millimetrica. 

“Questo consente all’operatore di posizionare l’impianto protesico del ginocchio in modo ottimale, rispettando l’anatomia del paziente”, specifica lo specialista.

 

Quali vantaggi può offrire la chirurgia protesica assistita da robot

La chirurgia ortopedica con supporto robotico è stata sviluppata per offrire diversi benefici, sia durante l’intervento sia nel percorso di recupero post-operatorio del paziente. 

Tra i principali vantaggi nell’intervento di protesi del ginocchio, realizzato con la chirurgia assistita da robot, si possono individuare:

  • la possibilità di preservare il più possibile le strutture ossee e legamentose circostanti, riducendo il rischio di danni e complicanze;
  • minor sanguinamento durante l’operazione;
  • miglior allineamento e bilanciamento del ginocchio; 
  • movimento fisiologico e naturale post-operatorio grazie all’ottimizzazione della posizione dell’impianto;
  • riduzione della variabilità chirurgica, anche negli interventi più complessi.

“Questi fattori combinati potrebbero favorire un recupero più rapido e un ritorno più efficace alle normali attività quotidiane - spiega Lavazza –. 

È, però, importante ricordare che i risultati variano da persona a persona, in base a diversi fattori come l’età, la condizione clinica generale, l’aderenza al programma riabilitativo e le caratteristiche individuali”.

 

Con la chirurgia ortopedica robotica, un approccio sempre più personalizzato

“Nel corso del 2024, presso Villa Aprica sono stati effettuati oltre 1.000 impianti protesici

L’introduzione della tecnologia robotica per le protesi di ginocchio permette di integrare quindi l’esperienza clinica consolidata nel tempo con strumenti avanzati, aumentando così il livello di personalizzazione degli interventi stessi”, afferma lo specialista.

Questo significa che ogni procedura viene programmata in modo specifico per rispondere alle caratteristiche anatomiche, funzionali e cliniche del paziente, ottimizzando i risultati e il percorso di recupero.

“La personalizzazione rappresenta uno degli aspetti chiave della chirurgia ortopedica attuale, in cui l’obiettivo non è soltanto risolvere una problematica articolare, ma farlo tenendo conto della complessità e unicità di ogni individuo”, aggiunge il dottor Lavazza.

 

Durata dell’impianto e sostenibilità dell’intervento

Un altro tema importante riguarda la durata e la stabilità dell’impianto di ginocchio nel tempo.

“Un posizionamento più accurato della protesi, abbinato a una corretta distribuzione dei carichi articolari, potrebbe contribuire a una maggiore stabilità e funzionalità dell’impianto nel lungo periodo riducendo così la necessità di eventuali revisioni”, spiega il chirurgo.

Questo aspetto è particolarmente rilevante nel contesto attuale caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento della domanda di interventi ortopedici. 

 

Innovazione con il paziente sempre al centro

L’uso della tecnologia robotica in un intervento ortopedico avviene sempre nel rispetto di alcuni specifici criteri. 

“Ogni scelta terapeutica viene presa dall’équipe medica dopo un’attenta valutazione del caso specifico e sempre condivisa con il paziente – sottolinea Lavazza -. Il paziente rimane protagonista attivo del proprio percorso di cura”.

L’innovazione tecnologica rappresenta quindi sì uno strumento a supporto delle decisioni cliniche, ma non un sostituto della competenza medica. Per questo motivo, l’utilizzo o meno di questa tecnologia è a discrezione del chirurgo, anche se potenzialmente tutti gli interventi potrebbero essere eseguiti con assistenza robotica.

“L’introduzione della chirurgia robotica per la protesi totale di ginocchio conferma, quindi, l’impegno dell’Istituto Clinico Villa Aprica verso un’ortopedia responsabile e centrata sulla persona. L’obiettivo non è solo quello di innovare, ma di farlo con attenzione, mantenendo un equilibrio tra tecnologia e dimensione umana della cura”, conclude il dottor Lavazza.