Come avviene la rottura del legamento crociato anteriore e come si cura

Come avviene la rottura del legamento crociato anteriore e come si cura

PUBBLICATO IL 10 APRILE 2025

Come avviene la rottura del legamento crociato anteriore e come si cura

PUBBLICATO IL 10 APRILE 2025

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I legamenti del ginocchio sono delle strutture elastiche, composte da tessuto connettivo, che collegano il femore e la tibia, e forniscono stabilità e resistenza a tutta l’articolazione. 

Quando il ginocchio viene sottoposto a un trauma, soprattutto se si tratta di una distorsione (ovvero uno spostamento innaturale rispetto all’asse di movimento), questi legamenti possono subire una rottura

A parlarci della rottura dei legamenti e in particolar modo di quella a carico del legamento crociato anteriore (il più soggetto a infortuni), identificandone i sintomi e i possibili trattamenti, è il professore Roberto D’Anchise, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia e Traumatologia del Ginocchio all’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio. 

 

I legamenti crociati: quali sono a cosa servono

Nel ginocchio sono presenti 2 legamenti crociati: 

  • il legamento crociato anteriore (LCA);
  • il legamento crociato posteriore (LCP).

“I legamenti crociati anteriore e posteriore si sovrappongono esattamente al centro del ginocchio, formando una X (da qui il nome ‘crociati’), e sono fondamentali all’interno della struttura articolare per garantirne il corretto funzionamento. Sono, infatti, in grado di ridurre la rotazione dell’articolazione, impedendo lo spostamento della tibia in avanti o indietro rispetto al femore.

Purtroppo, però sono anche tra le strutture dell’intero ginocchio più soggette a lesioni, soprattutto il legamento crociato anteriore. I legamenti mediali e laterali, invece, si lesionano e rompono molto più raramente”, spiega il professor D’Anchise.

 

Gli infortuni sportivi del legamento crociato anteriore

Il legamento crociato anteriore, più di quello posteriore, subisce moltissime sollecitazioni soprattutto durante l’attività sportiva. Gli sport che procurano più facilmente danni al legamento crociato anteriore sono quelli ad alta intensità, come, ad esempio: 

  • il calcio; 
  • il basket; 
  • lo sci;
  • il tennis.

“La lesione in questi sport avviene solitamente a causa di azioni rapide che comportano un movimento del tutto innaturale del ginocchio, sia in iperestensione sia in flessione, oltre il limite di rotazione considerato fisiologico”, aggiunge lo specialista.

Questo avviene, ad esempio, in caso di:

  • cambio improvviso di direzione;
  • salto con atterraggio scorretto;
  • traumi contusivi diretti.

 

I sintomi della rottura del legamento crociato 

“La rottura del legamento crociato è una patologia che di per sé non ha carattere di urgenza - spiega il professor D’Anchise - e può presentarsi con dei sintomi tipici e facilmente riconoscibili:

  • dolore; 
  • gonfiore;
  • versamento articolare;
  • difficoltà nel movimento dell’articolazione. 

E continua -: Quando non sono presenti delle problematiche associate (come, ad esempio, la lesione del menisco), una volta ridotto dolore e gonfiore, il paziente torna ad avere una mobilità completa del ginocchio. Continuerà, tuttavia, a percepire una certa instabilità dell’articolazione in particolare in salti e cambi di direzione”.

 

Rottura del legamento crociato: la diagnosi

“Quando si hanno i classici sintomi della rottura del legamento crociato anteriore, o più raramente del posteriore, è sempre consigliato rivolgersi a un ortopedico specialista del ginocchio. Infatti, la prima visita, con un esame clinico approfondito, è fondamentale per definire una diagnosi corretta e impostare fin da subito una presa in carico mirata della patologia”.

L’ortopedico specializzato in patologie del ginocchio in sede di visita può avvalersi dell’esecuzione di alcune manovre e test mirati, attraverso cui è possibile valutare la stabilità del ginocchio e arrivare facilmente alla diagnosi di rottura del legamento. Tra le principali manovre utilizzate per questa valutazione dell’integrità del legamento crociato troviamo:

  • il test di Lachman; 
  • il test del cassetto anteriore;
  • pivot shift.

Gli esami strumentali vengono richiesti per confermare la diagnosi dello specialista e per valutare ulteriori lesioni del ginocchio. I principali esami strumentali utili a questo scopo sono:

  • radiografia del ginocchio;
  • risonanza magnetica del ginocchio.

 

I fattori da considerare per scegliere il trattamento 

Una volta confermata la rottura del legamento crociato da parte dell’ortopedico, è quindi necessario che questo valuti il trattamento più adeguato, basandosi sì sull’esame clinico, ma anche sull’individualità del paziente. 

Tra i fattori da tenere in considerazione troviamo:

  • età del paziente: per pazienti giovani è giusto pensare all’intervento per non far lavorare male il ginocchio, situazione che nel tempo potrebbe causare usura dell’articolazione e ulteriori danni articolari (lesioni cartilaginee, meniscali…);
  • attività fisica;
  • attività lavorativa

“La rottura del legamento crociato non comporta l’impossibilità di condurre una vita normale. L’unico rischio, non la certezza, in cui si può incappare è quello di avere cedimenti del ginocchio durante alcuni movimenti specifici, come, ad esempio, nei cambi di direzione e nei salti. Sebbene questi movimenti siano tipici in chi pratica attività sportiva, possono essere comunque presenti anche nella vita quotidiana; basti pensare a una discesa dalle scale di casa o scendere dall’auto”. 

Il trattamento conservativo

Il trattamento conservativo nella rottura del legamento crociato è solitamente indicato nei pazienti più sedentari o anziani.

Questo prevede in fase iniziale (ovvero subito dopo l’infortunio):

  • utilizzo di ghiaccio locale;
  • eventuale immobilizzazione del ginocchio, anche attraverso un tutore;
  • utilizzo di farmaci antinfiammatori.

Una volta risolta la fase acuta, è possibile procedere poi con:

  • un programma fisioterapico mirato per migliorare il tono muscolare;
  • esercizi di mobilità.

“Il trattamento conservativo può avere più successo nella rottura del legamento crociato posteriore”, conferma lo specialista.

Il trattamento chirurgico

“A differenza delle altre strutture del ginocchio il legamento crociato anteriore non guarisce semplicemente immobilizzandolo o riabilitandolo, questo anche a causa della sua scarsa vascolarizzazione. Per questo motivo, nei pazienti motivati, dopo attenta valutazione da parte dello specialista, spesso l’unica alternativa è l’intervento chirurgico” spiega il professore.

L’intervento, minimamente invasivo, viene eseguito solitamente in artroscopia con un’incisione di pochi centimetri nella zona del ginocchio e prevede la sostituzione totale del legamento rotto con uno sano. 

“Normalmente la sostituzione del legamento danneggiato avviene utilizzando un tendine prelevato dal paziente stesso, questo intervento viene definito con il termine di trapianto autologo. 

In altri casi è possibile prevedere la sostituzione attraverso un trapianto da banca dei tessuti”, dettaglia il professor D’Anchise.

Il recupero totale dall’intervento di sostituzione di tendine avviene solitamente, in assenza di complicazioni, in circa 10-12 mesi. Tuttavia, perché questo avvenga, dopo l’intervento chirurgico è fondamentale che il paziente segua un percorso riabilitativo mirato per il pieno recupero della funzionalità del ginocchio.