Le differenze tra clamidia e candida e come curarle

PUBBLICATO IL 06 MAGGIO 2024

La clamidia è fra le infezioni sessualmente trasmissibili più comuni e diffuse, in particolare nella fascia di età 15-25 anni dove si raggiunge il 7,7% rispetto al 5,5 % della popolazione generale. Spesso viene confusa con un’altra infezione molto frequente: la candida, che nell’arco della vita interessa con uno o più episodi circa 2/3 di tutte le donne in età fertile. 

I sintomi legati alle 2 malattie non sono sempre facilmente riconducibili dalla persona all’una o all’altra patologia, pertanto la Dr.ssa Giada Almirante, specialista in Ginecologia della Casa di Cura La Madonnina e dell’Ospedale San Raffaele, ci aiuta meglio a comprendere la differenza fra questi 2 tipi di infezione e come vengono curate.

 

Cosa sono la clamidia e la candida?

La clamidia è un batterio (Chlamydia Trachomatis) che causa un’infezione a carico dell’apparato urogenitale.

La candida, invece, è un micete (fungo,il ceppo più comune è la Candida Albicans) presente normalmente all’interno di pelle e mucose del corpo umano (per esempio, a livello del cavo orale, della vagina, dell’intestino) che, per squilibri della microflora dell’organismo, può arrivare a proliferare in eccesso, determinando un’infezione.

 

Come si trasmettono 

La clamidia è classificata come un’infezione sessualmente trasmissibile (Ist, anche note come Malattie sessualmente trasmesse, Mst), ovverosia un’infezione che può essere trasmessa tramite rapporto sessuale (di tipo vaginale, orale o anale) senza preservativo e tramite contatto con fluidi genitali e oggetti che siano entrati in contatto con questi.

La candida può generarsi per squilibri indipendenti da una vita sessualmente attiva o meno (terapie antibiotiche, stress, carenze immunitarie etc.), ma può essere sessualmente trasmessa al proprio partner.

Inoltre, i neonati possono contrarre dalla mamma entrambe le patologie:

  • attraverso il parto, per la clamidia;
  • tramite l’allattamento, dovuto al contatto diretto del micete con il cavo orale del neonato, per la candida.

 

Quali sono i sintomi di clamidia e candida

“L’Istituto superiore di sanità stima che circa il 70-80% delle donne e il 50% degli uomini affetti da clamidia non presentino sintomi. Per la candida le forme asintomatiche sono meno comuni ma, a ogni modo, non infrequenti”, spiega la dottoressa Almirante.

Per quanto concerne la clamidia, se presenti, i principali sintomi sono rappresentati da:

  • dolore durante la minzione;
  • secrezioni anomale da pene, vagina o retto;
  • dolore e infiammazione a livello genitale per gli uomini;
  • dispareunia profonda nella donna (dolore alla penetrazione profonda);
  • presenza di sanguinamenti anomali durante/dopo il rapporto o al di fuori del ciclo, per la donna.

Se l’infezione progredisce, possono essere intaccate le tube e le ovaie, con la formazione di processi infiammatori a loro carico (idrosalpinge, ascesso tubarico, sindromi aderenziali) e l’aggravamento dei sintomi (dolori addominali, febbre, diarrea, nausea). Tali processi infiammatori possono portare a un aumentato rischio di infertilità. 

Per la candida, invece, i sintomi sono generalmente più specifici:

  • secrezioni vaginali biancastre, spesso dense;
  • arrossamento e prurito all’area genitale;
  • bruciore durante la minzione;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • presenza di una patina bianca sulla lingua e la cavità orale, nel caso delle forme orali chiamate mughetto;
  • bruciore retrosternale, meteorismo, dolore addominale possono essere manifestazioni cliniche in caso di candida a livello gastro-intestinale.

 

Quali sono i rischi

Si tratta di patologie che in entrambi i casi non sono preoccupanti ma che, se non curate in tempi adeguati, possono determinare dei rischi anche significativi per la salute.

Una clamidia non trattata può provocare:

  • infertilità, sia per l’uomo sia per la donna che ne sono affetti;
  • artrite reattiva sessualmente acquisita, che determina un’infiammazione delle articolazioni ed è più frequente nell’uomo;
  • malattia infiammatoria pelvica, che si manifesta con gli stessi sintomi della clamidia, ove presenti, ed è generata dalla diffusione dell’infezione a utero, ovaie e tube di Falloppio;
  • dolore pelvico cronico e rischio di gravidanze extrauterine per la donna (causate da aderenze tubariche);
  • in fase di gravidanza, congiuntiviti e polmoniti nel bambino o aumento del rischio di parto prematuro e aborto.

La candida, invece, può determinare:

  • uno stato infiammatorio perenne della mucosa con danni e lesioni al tessuto delle parti infette;
  • in caso di immunodeficienza cronica, l’infezione può diffondersi in tutto il corpo.

 

Come avviene la diagnosi

La clamidia può essere identificata con:

  • tampone che preleva del materiale in vagina, uretra maschile, ano o gola;
  • esame colturale delle urine.

La candida può essere individuata dal medico:

  • tramite un attento esame obiettivo;
  • con un esame colturale effettuato con un tampone.

Le forme generalizzate e invasive vengono diagnosticate con visite specialistiche ed esami strumentali specifici, in alcuni casi durante un intervento chirurgico (presenza di Sindrome di Fitz Hugh Curtis in caso di Chlamydia, ovvero presenza di aderenze a livello epatico).

 

Come si curano

La clamidia è comunemente trattata con terapia antibiotica, generalmente tramite:

  • azitromicina, in caso di gravidanza; 
  • doxiciclina, in tutti i casi al di fuori della gravidanza. 

Lo specialista, a seconda della gravità dell’infezione, valuterà se prescrivere un’unica dose giornaliera o se il trattamento è da seguire per più tempo (7-10 giorni per le infezioni cronicizzate o più severe). L’antibiotico è in grado di debellare l’infezione, ma non di eliminare i danni d’organo creati dal microrganismo. È indicato evitare rapporti sessuali a rischio dal momento del tampone diagnostico fino a 7 giorni dopo la conclusione del trattamento con antibiotici, per evitare eventuali trasmissioni dell’infezione e si consiglia sempre il trattamento anche al compagno/a.

La candida si cura, invece, con farmaci antimicotici:

  • assunti per via locale (creme, ovuli, candelette vaginali ecc.);
  • assunti per via sistemica (orale) nei casi di candida un po’ più importante o diffusa.

Nei casi di grave candidosi multiorgano, possono essere richieste anche iniezioni e altre terapie. In aggiunta alla terapia antimicotica, è indicata anche l’assunzione di probiotici, soprattutto lattobacilli, per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale e prevenire la proliferazione incontrollata della candida.

 

Come prevenire

“Per prevenire un’infezione locale di candida, è necessario tenere abitudini appropriate, sia dal punto di vista igienico, evitando prodotti troppo aggressivi che vadano ad alterare l’ecosistema genitale, che seguendo uno stile di vita sano, limitando fumo, alcol ed evitando situazioni di stress psicofisico prolungato che indeboliscono il sistema immunitario. Per prevenire o curare la candida è bene seguire una dieta povera di: farine raffinate, lievitolatticini e alimenti ricchi di zucchero; in quanto questi cibi sembrano promuovere la crescita eccessiva della candida.

Per entrambe le patologie resta, poi, fondamentale praticare una corretta vita sessuale, avendo rapporti sessuali protetti, soprattutto con partner occasionali, e sottoporsi a controlli periodici con ginecologo e andrologo”, conclude la dottoressa.

Cura e Prevenzione