Cos'è il morbillo e come si cura

PUBBLICATO IL 24 GIUGNO 2024

Il morbillo non è una ‘malattia del passato’. E non colpisce solo i bambini. Nonostante il vaccino abbia garantito un’importante copertura, non siamo ancora arrivati all’immunità di gregge e all’eradicamento della malattia. 

Ma quali possono essere i rischi di contrarre il morbillo? Quali sono i sintomi? Come si previene? Ce lo spiega il prof. Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.

Cos’è il morbillo

“Il morbillo – spiega il prof. Pregliasco - è una malattia infettiva esantematica, causata da un virus a RNA, il Paramyxovirus, del genere Morbillivirus. Si tratta di una malattia estremamente contagiosa, con un R0 pari a 15-17 (R0 sta per ‘numero di riproduzione di base’, ossia il numero medio di infezioni secondarie prodotte da un individuo infetto in una popolazione mai venuta a contatto con il nuovo patogeno). Ciò significa che una persona che ha contratto il virus può contagiarne oltre 15. Infatti, circa il 90% delle persone che entra in contatto con una persona infetta rischia a sua volta di essere contagiata. 

Il contagio avviene principalmente per via respiratoria, quindi tramite quelle piccole goccioline che emettiamo ogni volta che tossiamo o starnutiamo, o con le secrezioni nasali e faringee”. 

Sintomi del morbillo in adulti e bambini

I sintomi del morbillo non presentano particolari differenze tra adulti e bambini. Inizialmente, il morbillo si manifesta con sintomi respiratori (simili a quelli dell’influenza stagionale) e febbre, che può essere anche molto elevata (39°-40°).

Sia negli adulti che nei bambini il morbillo si manifesta con la caratteristica eruzione cutanea (esantema), che compare invece dopo 2-4 giorni: parte dal viso e dal collo, per poi diffondersi al resto del corpo. Generalmente dura circa 1 settimana, ma può risolversi anche prima. 

“Il morbillo – aggiunge il prof. Pregliasco - si differenzia rispetto alle altre malattie esantematiche per la presenza delle macchie di Köplik, delle piccole macchie biancastre con un alone rossastro che compaiono in bocca e nella gola e che precedono la comparsa dell’eruzione cutanea”.

Altri sintomi possono essere: 

  • mal di gola;
  • cefalea (mal di testa);
  • dolore addominale;
  • lieve linfoadenopatia (gonfiore a livello dei linfonodi);
  • fotofobia.

Quanto dura il morbillo

“Se non emergono complicazioni – sottolinea Pregliasco - i sintomi del morbillo tendono a regredire spontaneamente nel giro di 2 settimane. La contagiosità inizia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e dura fino alla comparsa delle croste, da 10 a 18 giorni dopo circa”. 

Le complicanze del morbillo

“Le generazioni più anziane – continua il prof. Pregliasco - tendono a credere che il morbillo sia una malattia banale, ma in realtà non è così”. 

Nonostante la maggior parte guarisca spontaneamente, possono infatti insorgere delle complicazioni, alcune potenzialmente fatali, come: 

  • polmonite;
  • encefalite acuta (il 20-30% dei casi con esiti permanenti a livello neurologico); 
  • otite;
  • laringite e bronchite acuta;
  • diarrea;
  • disidratazione.

A causa di queste complicanze, la letalità del morbillo si attesta intorno al 6% nelle aree sottosviluppate (dove il rischio di complicanze è più alto). Nei paesi industrializzati, invece, il tasso di letalità è intorno allo 0,05-0,1%. 

Come curare il morbillo

Non esiste una cura specifica per il morbillo, bisogna aspettare che la malattia faccia il suo corso. Possono essere comunque utili dei farmaci per controllare i sintomi, come il paracetamolo e l’ibuprofene. Molto importante anche rimanere idratati, soprattutto in caso di febbre elevata.  

“È fondamentale ricordare – aggiunge il prof. Pregliasco - che gli antibiotici non curano il morbillo, ma possono essere somministrati in caso di infezione batterica a livello della cute: le malattie esantematiche in genere provocano prurito, per cui spesso le persone tendono a grattarsi con le mani sporche, creando le condizioni per un’infezione batterica che può rendere necessaria una terapia antibiotica. La terapia antibiotica è somministrata solo ed esclusivamente su prescrizione del medico curante”. 

Prevenzione

L’unica arma di prevenzione è il vaccino. Tuttavia, l’epidemia di Covid-19, unita a un sempre più diffuso scetticismo nei confronti dei vaccini, ha portato a un calo della copertura vaccinale, con l’aumento di casi registrati nel nostro Paese, non solo tra i bambini. Il vaccino per il morbillo è in ogni caso assolutamente sicuro ed esiste da circa 60 anni. 

Esistono 2 tipologie di vaccino:

  • l’MPR che copre morbillo, parotite e rosolia; 
  • lMPRV, che copre anche la varicella. 

Il vaccino si effettua nel primo anno di vita, con un richiamo a 5-6 anni. Se non si è stati vaccinati da bambini è comunque possibile accedere alla vaccinazione anche da adulti, soprattutto se si fa parte di categorie particolarmente esposte come gli insegnanti o il personale sanitario.

“Ricordiamoci che il morbillo ha una contagiosità molto elevata – spiega il prof. Pregliasco - per questo è importante mantenere una copertura vaccinale molto alta. Sotto il 95%, infatti, si perde la cosiddetta immunità di gregge, quindi la malattia riesce a circolare molto più velocemente, soprattutto tra le persone più fragili”.

L’obiettivo dell’OMS: eradicare il morbillo entro il 2030

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto un piano di eradicazione del morbillo a livello globale entro il prossimo decennio. L’esigenza è nata dal fatto che, nonostante disponiamo a oggi di un vaccino sicuro ed efficace, ci sono ancora diversi focolai di malattia attivi. Questo accade nei paesi in via di sviluppo, ma anche nei paesi industrializzati, a causa di una copertura vaccinale al di sotto della soglia del 95%.

Gli obiettivi principali del piano includono:

  • l’aumento della copertura vaccinale, con almeno il 95% dei bambini vaccinati con 2 dosi;
  • il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza per rilevare i casi di morbillo, una risposta rapida ed efficace ai focolai;
  • campagne di sensibilizzazione sull'importanza della vaccinazione;
  • miglioramento delle infrastrutture sanitarie per garantire l'accesso ai vaccini.

“L’ostacolo principale nei paesi industrializzati – conclude il prof. Pregliasco – è in larga parte dovuto alla diffidenza che in molti ancora hanno rispetto al tema delle vaccinazioni. Questo perché di fatto le persone non sono praticamente mai entrate in contatto con gli effetti dannosi di questa malattia, e quindi non ne percepiscono la reale necessità. Ecco perché è importante investire in campagne informative e di sensibilizzazione sul tema”. 

 

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