Fistole anali: come riconoscerle e curarle
PUBBLICATO IL 03 APRILE 2024
All’Istituto di Cura Città di Pavia, l’Unità di Chirurgia Colon Proctologica si avvale di una tecnica laser innovativa per la cura delle fistole
Le fistole anali consistono in canali che mettono in comunicazione la cute perianale con il canale anale. In genere sono conseguenza di un ascesso anale, infezione molto fastidiosa che va drenata con un intervento chirurgico.
Ne parliamo con il dottore Claudio Eduardo Pagano e il dottore Roberto Picheo, chirurghi proctologi dell’Unità di Chirurgia Colon Proctologica dell’Istituto di Cura Città di Pavia.
Le cause
“Le fistole anali – spiegano il dottor Pagano e il dottore Picheo - sono conseguenza di un ascesso perianale, determinato dall’infezione delle ghiandole situate nel canale anale. L’ascesso perianale può complicarsi in una fistola anale in circa 25-30% dei pazienti.
Con minor frequenza, l’eziopatogenesi delle fistole anali è correlata ad altre condizioni patologiche come:
- morbo di Crohn;
- traumi;
- neoplasie;
- forme iatrogene post chirurgiche”.
I sintomi
La presentazione clinica delle fistole anali è variabile e correlata alla presenza di un ascesso intersfinterico cronico, un’infezione anale cronica. I sintomi caratteristici della patologia sono:
- secrezione anale siero purulenta, anche minima;
- dolore anale intermittente, che tende a ripresentarsi nonostante le terapie mediche prolungate. In alcuni casi è proprio il dolore l’unico sintomo della malattia.
La diagnosi
“La diagnosi – specificano il dottor Pagano e il dottor Picheo - è clinica: l’anamnesi e un accurato esame obiettivo da parte di un proctologo esperto sono fondamentali per la conferma”.
Gli esami strumentali, ecografia transanale 3D e risonanza magnetica, consentono di definire con accuratezza il decorso della fistola.
L’intervento chirurgico
All’esordio dei primi sintomi, il consiglio è quello di rivolgersi a uno specialista chirurgo proctologo per evitare che la situazione clinica possa aggravarsi. L’intervento chirurgico è la soluzione più indicata per risolvere in modo radicale la fistola anale.
La terapia per la cura delle fistole anali è chirurgica e il trattamento con antibiotici, in attesa dell’intervento, viene riservato a:
- pazienti immunodepressi;
- diabetici;
- con patologie cardiache.
“Il trattamento chirurgico - continuano i chirurghi - viene calibrato in base al tipo di fistola e può richiedere multiple revisioni, specie nelle fistole complesse, recidive o con estensioni secondarie.
Le fistole più semplici, ovvero quelle con decorso più superficiale - precisano i 2 specialisti -, possono essere semplicemente escisse (asportate) con l’apertura del tramite (il canale) e il drenaggio dell’ascesso cronico intersfinterico.
Le fistole più complesse, ovvero quelle che attraversano in profondità gli sfinteri anali, con diramazioni secondarie, o fistole recidive, vanno trattate con interventi che salvaguardino l’integrità degli sfinteri e quindi la continenza anale attraverso tecniche specifiche chirurgiche chiamate Sphincter Saving Techniques” concludono i 2 chirurghi.
La tecnica FILAC per le fistole complesse
Presso l’Istituto di Cura Città Pavia, l’Unità di Chirurgia Colon Proctologica si avvale in particolare per la cura delle fistole complesse della FILAC, Fistula Laser Closure. “Questa tecnica - spiegano gli specialisti - prevede 2 fasi:
- una prima fase consiste nel drenaggio della fistola con un filo in silicone lasso (non si utilizza la trazione, quindi il paziente non avverte dolore);
- nella seconda fase, previa esecuzione di ecografia transanale per verificare il corretto drenaggio della fistola, il setone (ossia il filo) viene rimosso e il tramite (il canale) viene chiuso per mezzo di una sonda laser dedicata”.
È importante sottolineare come il trattamento delle fistole anali vada riservato a Centri di cura specialistici. Risultano, infatti, fondamentali l’accuratezza diagnostica e la competenza degli operatori, in grado di utilizzare più tecniche chirurgiche, specie nei casi più complessi.