Cos'è lo pterigio oculare e quando è necessario operare
PUBBLICATO IL 06 MARZO 2023
Dal nome quasi impronunciabile, lo pterigio è un’affezione oculare caratterizzata da un’escrescenza irregolare biancastra che si sviluppa sulla membrana corneale. Chiediamo al Dott. Francesco Sandolo, Responsabile della Unità Operativa di Oculistica dell’Istituto di Cura Città di Pavia di spiegarci meglio di cosa si tratta e come comportarci.
Cos’è lo pterigio
“Per capire meglio lo pterigio bisogna partire dal concetto di congiuntiva – precisa il dott. Sandolo -. La congiuntiva è la membrana trasparente che ricopre il bulbo oculare e che si riflette, a livello dei fornici congiuntivali superiore e inferiore, sulla superficie interna delle palpebre, fino al bordo ciliare. La congiuntiva bulbare termina nella zona di transizione dalla sclera bianca alla cornea trasparente, chiamata limbus”.
Lo pterigio è una malattia degenerativa che coinvolge la cornea e la congiuntiva. Si presenta come una membrana bianco-giallastra composta da tessuto fibroso e vasi sanguigni che prende origine comunemente dalla congiuntiva nasale (lato interno dell’occhio). Dalla forma triangolare con base al limbus, le sue dimensioni possono aumentare crescendo verso il centro della cornea e inficiare la visione.
Solitamente colpisce soggetti adulti, soprattutto di sesso maschile nella fascia di età tra i 20 e i 50 anni.
Pterigio e pinguecola: qual è la differenza
Lo pterigio va poi distinto dalla pinguecola, piccola escrescenza giallastra in prossimità del limbus che non cresce sulla cornea. La pinguecola è localizzata più spesso sul lato nasale o anche su quello temporale (bilaterale).
I sintomi dello pterigio
Lo pterigio può essere asintomatico, ma in alcuni casi il soggetto può avvertire:
- fastidioso senso di corpo estraneo;
- bruciore;
- talvolta lacrimazione.
Se infiammato, cambia colore tendendo ad arrossarsi.
Può rimanere stazionario e confinato nella periferia corneale oppure progredire lentamente verso il centro della cornea.
Le cause dello pterigio
La formazione dello pterigio è stata messa in relazione a:
- predisposizione ereditaria;
- stimoli irritativi o traumatici ripetuti;
- esposizione prolungata e senza protezione alla luce solare (radiazioni U. V.).
Ecco perché è molto più comune nelle popolazioni che vivono nelle zone equatoriali ed in coloro che lavorano all’aperto. Da qui l’importanza di indossare in modo metodico occhiali da sole per proteggere i nostri occhi dai danni solari.
Come si cura lo pterigio
La terapia medica è sostanzialmente sintomatica e consiste nell’utilizzo di colliri o gel oftalmici. “Quelli a base di cortisone o gli antinfiammatori non steroidei (FANS) riducono l'infiammazione e quindi i disturbi irritativi, ma non possono essere utilizzati per periodi lunghi. Le lacrime artificiali possono dare solo un temporaneo beneficio e non influiscono sulla progressione dello pterigio”, specifica lo specialista.
Quando operare e come funziona l’intervento
“Quando lo pterigio invade la zona pupillare si ha un impedimento visivo – precisa il medico – e l'asportazione rimane l’unica soluzione efficace. Soprattutto nelle forme con componente infiammatoria spiccata e la tendenza a proliferare non solo sulla superficie, ma a infiltrare la cornea più in profondità”.
La terapia dello pterigio è pertanto di tipo chirurgico. “L'intervento – spiega il Dott. Sandolo - si effettua in ambulatorio e in anestesia locale.
La tendenza di questa affezione è di recidivare. Per questo motivo, per ridurre al minimo il rischio che lo pterigio si riformi, dopo averlo asportato si effettua un piccolo innesto di tessuto congiuntivale prelevato dallo stesso occhio’’.
Cosa fare dopo l’operazione
“Dopo l'intervento – conclude lo specialista - viene prescritto:
- un collirio a base di antibiotico e cortisone da instillare nell’occhio operato per 1 settimana;
- 10-15 giorni di collirio cortisonico di superficie;
- utilizzo di lacrime artificiali per almeno 1 mese”.