Protesi d’anca con accesso anteriore: cos’è e quali sono i vantaggi

PUBBLICATO IL 06 GIUGNO 2023

Se in passato l’obiettivo principale della chirurgia protesica dell’anca, così come di quella del ginocchio, era ottenere risultati brillanti con procedure sicure e standardizzate, negli ultimi anni, grazie al miglioramento dei materiali e al consolidamento delle tecniche chirurgiche, sempre maggiore attenzione è stata posta al concetto di mini-invasività. 

“Per quanto riguarda l’intervento di protesi d’anca con accesso anteriore, è una procedura mini-invasiva che permette attraverso una via di accesso differente all’articolazione un maggior rispetto dei muscoli e dei tendini così da diminuire le complicazioni e ridurre i tempi di recupero - sottolinea il dottor Davide Molisani, responsabile dell’unità di ortopedia e traumatologia del Policlinico San Marco e ortopedico di Smart Clinic -.

Da qualche tempo abbiamo adottato questo approccio anche nella nostra Unità, da sempre attenta a garantire ai nostri pazienti le cure più efficaci e meno invasive e i tempi di recupero più rapidi possibili senza mai però anticipare i tempi a scapito di tecniche meno sicure e sperimentate”.

 

Cosa vuol dire mini-invasività

“Con il termine mini–invasività si intende non solo una cicatrice chirurgica dalle dimensioni più piccole possibili ed esteticamente apprezzata, ma soprattutto una procedura che preveda il massimo risparmio dei tessuti volta ad ottenere un recupero funzionale che sia il più rapido ed efficiente possibile - osserva il dottor Molisani -.
Questo perché sia il paziente anziano sia quello giovane e attivo necessitano, per motivi differenti, di una ripresa delle normali attività di vita quotidiana il più rapida possibile, senza che tutto ciò aumenti il rischio di complicanze nella fase riabilitativa”.

 

In che cosa consiste l’intervento per via anteriore nell’anca

L’intervento di protesi d’anca è un intervento chirurgico con il quale si sostituisce l’anca usurata con una protesi di materiali biocompatibili. La sostituzione dell’anca, ovvero l'articolazione che unisce il femore con il bacino, può rendersi necessaria quando l’anca subisce un danno irreparabile a causa di artrosi, traumi, infortuni o processi infiammatori importanti e cronici. 

“L'operazione viene effettuata con un'incisione attraverso la quale la testa del femore viene rimossa e la cavità acetabolare preparata ad accogliere la protesi - spiega lo specialista -. Nel caso dell’intervento per via anteriore, l’incisione viene praticata in regione anteriore di coscia poco distante dalla piega inguinale, permettendo di raggiungere l’articolazione attraverso piani inter muscolari senza dover sezionare o distaccare le strutture muscolo-tendinee. Tutto questo si traduce, per il paziente, in numerosi benefici:

  • riduzione della cicatrice chirurgica;
  • riduzione del dolore post-operatorio;
  • minor perdita di sangue;
  • ripresa della funzionalità articolare più rapida.

La via anteriore nell’anca si inserisce nel percorso di costante ricerca di miglioramento dei risultati senza andare a sostituire procedure che negli anni hanno garantito risultati brillanti e sicuri, ma affiancando e ampliando l’offerta al paziente che deve affrontare un intervento di sostituzione protesica. L’obiettivo resta quello di garantire a ogni persona una procedura dedicata al problema che presenta, garantendo un recupero il più rapido possibile nel rispetto di tutti i protocolli che questa chirurgia prevede” continua il dottor Molisani.

 

L’approccio del Policlinico San Marco

“Da sempre la nostra Unità ha posto grande attenzione al recupero funzionale del paziente sottoposto a intervento protesico (che sia di anca o di ginocchio):

  • senza forzare i tempi di recupero in modo inopportuno;
  • rispettando i normali tempi biologici di guarigione;
  • adottando tutti i presidi e le procedure chirurgiche e non chirurgiche che consentono il pieno rispetto dei tessuti e al contempo una rapida ripresa.

In quest’ottica, lo sviluppo di tecniche, materiali e vie di accesso alternative che pongano ancor più attenzione a questo concetto di mini-invasività ha permesso al chirurgo di poter adottare procedure che, in casi selezionati e con la corretta indicazione, possono offrire al paziente percorsi che garantiscono recuperi più rapidi con procedure chirurgiche dal minor impatto possibile” conclude il dottor Molisani.

Cura e Prevenzione