Che cos’è l’iniezione intravitreale di farmaco e quando si fa
PUBBLICATO IL 30 AGOSTO 2023
L'iniezione intravitreale di farmaco viene eseguita all'interno dell'occhio per curare patologie retiniche e ridurre il più possibile la progressione della malattia. Approfondiamo l’argomento con la dott.ssa Laura Giannì dell’Istituto di Cura Città di Pavia, che insieme al dott. Gian Luigi Bolognesi esegue questo tipo di iniezioni.
I farmaci utilizzati
Nello specifico vengono iniettati all'interno dell'occhio:
- farmaci cortisonici;
- farmaci anti- VEGF per contrastare la formazione di ulteriori vasi del sangue.
La specialista ci spiega che esistono inoltre nuove opzioni terapeutiche, che combinano l’azione anti-VEGF a quella su altri recettori come l’angiopoietina 2 che intervengono nella formazione di essudazione da parte dei vasi retinici.
Le malattie trattate
I farmaci anti-VEGF sono utilizzati in caso di:
- degenerazione maculare essudativa (umida);
- edema maculare diabetico;
- edema maculare secondario a trombosi dei vasi retinici.
I farmaci cortisonici sono utilizzati per curare:
- le patologie infiammatorie dell’occhio come, ad esempio, l’uveite;
- l’edema maculare diabetico;
- l’edema maculare secondario a una trombosi dei vasi retinici.
La degenerazione maculare senile
La degenerazione maculare senile è una malattia che si sviluppa a causa dell’invecchiamento e che colpisce la macula, che è la porzione più centrale della retina. È considerata la principale causa di perdita grave della visione centrale dopo i 55 anni: in caso di progressione il paziente vedrà uno scotoma centrale nel campo visivo.
Si può sviluppare in 2 forme differenti:
- non essudativa o ‘secca’, nella quale compaiono lesioni che vengono chiamate drusen (accumuli di scorie cellulari che si possono riassorbire o calcificare) e aree di atrofia dell’epitelio pigmentato retinico;
- essudativa o ‘umida’ che presenta, oltre alle drusen, la formazione di nuovi vasi sotto la retina che sono responsabili dell’evoluzione essudativa della degenerazione maculare.
“La degenerazione maculare senile – spiega la dott.ssa Giannì - viene diagnosticata con una visita oculistica in cui viene eseguito l’esame del fondo oculare, con il supporto di esami strumentali come:
- la tomografia ottica a luce coerente (OCT);
- l’Angio-OCT.
Non è comunque possibile fermarla del tutto perché si tratta di una patologia legata all’invecchiamento”.
L’edema maculare
L'edema maculare è una condizione morbosa caratterizzata da gonfiore o ispessimento della macula, ovvero la zona centrale della retina. La presenza di una macula così alterata comporta l'insorgenza di disturbi più o meno importanti della vista. La causa dell'edema maculare è la fuoriuscita di liquido dai vasi sanguigni che irrorano la macula e la retina in generale.
L’edema maculare può essere caratterizzato da diversi sintomi e segni tra cui:
- calo visivo centrale e metamorfopsie (distorsione dell’immagine);
- visione dei colori alterata.
“Il mancato trattamento dell'edema maculare – specifica la specialista - può comportare l'insorgenza di grossi deficit visivi o addirittura cecità”.
Per diagnosticare la presenza di edema maculare, ci spiega la dottoressa si ricorre all’esame del fondo oculare, seguito da approfondimenti diagnostici quali:
- la tomografia ottica a radiazione coerente (OCT);
- la Fluorangiografia.
Come si esegue l’iniezione intravitreale
L’iniezione intravitreale viene eseguita in sala operatoria ambulatoriale. É importante infatti che la procedura avvenga in un campo sterile, dopo aver anestetizzato localmente l'occhio tramite un collirio.
Nel post intervento è prevista l’esecuzione di controlli da eseguirsi ambulatorialmente a distanza di tempo specifico per ogni farmaco. Solo raramente, le iniezioni di farmaco possono produrre effetti indesiderati locali o sistemici.
L’iniezione intravitreale è dolorosa?
La procedura è veloce, dura pochi secondi e la sensazione di fastidio avvertita dalla paziente è molto limitata.
Controindicazioni
“Non esistono controindicazioni assolute alle iniezioni intravitreali per patologie sistemiche – spiega la dott.ssa Giannì -. Ci sono però diversi profili di rischio soprattutto per pazienti cardiopatici e vasculopatici o per allergie accertate ai farmaci contenuti all’interno di questi medicamenti”.