Bambini prematuri: 10 domande alla neonatologa

PUBBLICATO IL 17 NOVEMBRE 2022

Il 17 novembre 2022 è la Giornata Mondiale della Prematurità (World Prematurity Day), celebrata in più di 60 paesi, che dal 2011 ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei parti pretermine e della malattia nei neonati, per dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti.

Per rispondere a molte delle domande che i genitori si pongono sul tema della prematurità e di come affrontarla, abbiamo intervistato la dott.ssa Antonella Poloniato, pediatra neonatologa e coordinatrice dell’Area Neonatologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

 

1. Bambini prematuri in Italia: quanti sono?

In Italia nascono circa 500mila bambini all’anno, di cui circa il 10% prima delle 37 settimane di gestazione e quindi considerati prematuri.

La prematurità presenta una differente gravità in base all’età gestazionale in cui nasce il bambino: la stragrande maggioranza dei nati pretermine nasce tra le 34 e 36 settimane di gestazione e 1 neonato pretermine su 10 nasce a età gestazionali inferiori alle 32 settimane di gestazione

Un altro parametro importante per prevedere l’intensità delle cure dopo la nascita è il peso alla nascita: l’1% circa dei nati nasce con un peso molto basso inferiore al chilo e mezzo per lo più a basse età gestazionali. 

 

2. Quali sono le cause della prematurità?

Le cause della prematurità sono molteplici, ma in tanti casi non si riesce a individuarne una scatenante. Esistono condizioni pre-esistenti la gravidanza o legate ad essa che possono favorire una nascita pretermine. Possono predisporre alla nascita pretermine, ad esempio: 

  • infezioni locali dell’apparato riproduttivo del tratto genitale-urinario; 
  • malattie della placenta; 
  • malformazioni o distensione uterina importante (come accade nelle gravidanze multiple).

In alcuni casi può essere necessario che una donna debba partorire prima della fine della gestazione affinché venga preservata la sua salute o la salute del nascituro: è il caso della nascita pretermine di cui fanno parte la gravidanza gemellare e plurigemellare.

Esistono poi cause collegate a condizioni esterne disagevoli che possono portare ad un anticipo della nascita del bambino, quali: 

  • sovraccarico di lavoro; 
  • mancanza di protezione della maternità soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza; 
  • situazioni di stress materno.

 

3. La prematurità si può prevenire?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato una sfida per cercare di ridurre le nascite pretermine, stimate circa 15 milioni nel mondo, ma anche e soprattutto la maggiore morbilità e mortalità dei bimbi che nascono prima del termine e vivono nei paesi a basso sviluppo. 

In Italia, siamo in una condizione relativamente privilegiata, ma migliorabile: le donne che desiderano una gravidanza possono accedere ad un eccellente livello di assistenza, comparabile e talvolta superiore a quanto avviene in altri paesi ‘industrializzati’.

È comunque indispensabile mettere in atto dal punto di vista medico tutto quanto sia possibile per individuare i fattori di rischio causa di nascita prematura come, per esempio, alcune infezioni dell’apparato genitale. 

 

4. Nascita prematura: quali sono le conseguenze?

Conseguenze e gravità dipendono da quanto si nasce prematuri: negli ultimi 30 anni la neonatologia ha acquisito molte tecniche di cura avanzata, la cultura neonatologica è cresciuta e la morbilità anche a basse età gestazionali è ridotta. Purtuttavia, la prematurità rimane ancora una condizione non fisiologica e a cui porre molta attenzione. 

Ad oggi, per esempio, oltre circa l’85% dei nati sotto il peso del chilo e mezzo o sotto le 32 settimane, ricevono prima della nascita una profilassi per indurre la maturazione polmonare, per cui vengono avvantaggiati nello sviluppo dell’apparato respiratorio, uno dei principali punti critici della nascita pretermine. 

Sono state acquisite tecniche e conoscenze che permettono ai nati pretermine di continuare il loro percorso maturativo anche al di fuori dell’utero materno. È importante certamente la tecnica, ma anche e soprattutto la cura del neonato (il prendersi cura), per farlo continuare a crescere al di fuori dell’utero materno, curando l’ambiente e gli stimoli sensoriali in modo che siano il più modulati possibili. 

Il sistema nervoso del neonato ha il suo punto di forza nella estrema plasticità che lo caratterizza e nel fatto che continua la sua maturazione fino ai 2 anni di vita: questo lo rende da un lato molto vulnerabile, d’altro estremamente responsivo agli stimoli sensoriali, ambientali e relazionali. Per questo si è passati negli ultimi anni dalla sola cura al prendersi cura del nato pretermine, compito per il quale i genitori rivestono un ruolo fondamentale. 

 

5. Come si interviene quando un bimbo nasce prima del termine

Dipende dalla gravità: i bimbi che nascono prima delle 32 settimane di gestazione o sotto il chilo e mezzo di peso alla nascita molto probabilmente avranno bisogno di un sostegno respiratorio e nutrizionale. In questo caso il trattamento è più complesso e ha l'obiettivo di imitare la crescita intrauterina, sostenendo tutti gli organi, ma in particolare la nutrizione in maniera completa. 

Anche per i bimbi nati prima del termine il latte materno è l’alimento da assicurare per i suoi importanti benefici: si modifica in base all’età gestazionale ed alle esigenze del piccolo per cui ogni bambino ha il latte materno di cui ha bisogno. Per questo è fondamentale sostenere le mamme ‘nate prima’ in questo momento particolarmente delicato. 

I bimbi che nascono tra le 32 e 34 settimane a volte possono avere un buon peso e meno difficoltà, ma comunque necessitare di un sostegno, ad esempio, di tipo respiratorio, magari transitorio e solo nei primi giorni di vita; possono presentare anche difficoltà nell’alimentarsi, dovute all’immaturità del loro sistema di suzione.

I neonati che nascono oltre le 34 settimane di gestazione, chiamati dagli anglosassoni ‘late preterm’, non necessitano di solito di ricorrere a cure intensive alla nascita e spesso possono rimanere con la mamma in rooming in, anche se saranno osservati più strettamente, perché meno capaci rispetto ai nati a termine di mantenere un adeguato controllo della temperatura, livelli adeguati di glucosio soprattutto nelle prime ore di vita e di coordinare in modo adeguato suzione-respiro e deglutizione capacità di succhiare

 

6. Il ruolo dei genitori per il bambino nato prematuro

I genitori sono di fondamentale importanza nelle patologie neonatali: il loro ruolo è curativo e la relazione che hanno con il bimbo deve cominciare sin dall’inizio. È importante sottolineare che quando nasce un bimbo prima del termine, anche la sua mamma e il suo papà diventano tali prima del tempo stabilito. Per questo è importante affiancarli in questo percorso. 

Dopo gli anni di emergenza dovuti alla pandemia, le neonatologie e le terapie intensive neonatali hanno riaperto le porte ai genitori e ai familiari, ristabilendo il necessario e insostituibile rapporto parentale fin dalle prime ore dopo il parto. 

‘L’abbraccio di un genitore: una terapia potente’ è infatti lo slogan per celebrare il 17 novembre la Giornata Mondiale della Prematurità, lanciato da EFCNI - European Foundation for the Care of Newborn Infants e da Global Alliance for Newborn Care e sostenuto dalla Società Italiana di Neonatologia e da Vivere Onlus - Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia.

 

7. Quando ‘recupera’ un neonato prematuro?

Normalmente i nati pretermine recuperano nell’arco dei primi mesi di vita o nel primo anno di vita, a meno che non abbiano avuto una restrizione della crescita durante la gravidanza. Per i bambini che nascono più piccoli, sotto le 32 settimane, i neonatologi considerano la data presunta di nascita per calcolare l’età corretta. Fino ai 2-3 anni di vita, infatti, l’età corretta per l’età gestazionale di nascita guida la valutazione della crescita in questi bambini.

Studi internazionali hanno permesso di ottenere curve di crescita, i cosiddetti ‘centile’, più appropriati e differenti rispetto a quelli dei bimbi che nascono a termine.

Si può pensare che un bambino cresciuto adeguatamente in utero possa arrivare a riprendere il proprio peso intorno al 1°-2° anno di vita e la statura tra i 2 e i 4 anni di vita. Naturalmente tutto poi dipende dalla sua storia personale.

 

8. Un bimbo prematuro è destinato ad avere problemi di salute?

È necessario individualizzare ogni storia clinica: esistono neonati nati molto pretermine che presentano un decorso post-natale tranquillo, che interferisce poco sulla loro crescita in peso e in altezza e che quindi presentano pochi problemi di crescita post-natale.

Solitamente si è riscontrato che più risulta complicato il periodo dopo la nascita, più aumenta la possibilità che questo possa interferire sulla crescita somatica del bambino e sul neurosviluppo.

È molto importante che ogni bimbo venga considerato per la sua storia ed è difficile generalizzare: alla luce delle cure attuali i bimbi prematuri hanno grosse possibilità di crescere in salute. 

Per questo risulta sempre più necessario instaurare un follow-up dei bimbi a basso peso alla nascita, in modo che qualora si riscontrassero difficoltà, si possa provvedere precocemente.

 

9. Parto pretermine: può succedere di nuovo? 

Dipende dalle motivazioni che hanno scatenato la prematurità: se la causa è dovuta da condizioni locali dell’utero materno c’è la possibilità che questo possa ripetersi. Se invece l’evento è isolato, probabilmente non si ripeterà e la mamma potrà portare a termine la gravidanza senza rischi. 

È bene che tutte le patologie materne (anche quelle croniche) siano indagate e curate, se possibile, per evitare che la situazione si ripeta.

 

10. Il supporto offerto dall’Ospedale San Raffaele 

Nel nostro reparto nascono bimbi di tutte le età gestazionali e vengono assistiti per la parte nutrizionale e respiratoria. Dal 2019, il nostro ospedale è divenuto Ospedale Amico del Bambino: un'importante attenzione è posta al sostegno dell’allattamento anche per i nati prima del termine e le loro madri. 

Inoltre, da tempo è organizzato un follow-up per i nati gravemente prematuri che riguarda l’aspetto pediatrico, ma anche neurologico in modo da seguire il neonato in tutti i suoi aspetti, secondo le raccomandazioni nazionali e internazionali.

Da ultimo è importante sottolineare che al San Raffaele, la cura ed il prendersi cura del neonato con criticità e della sua famiglia è di tipo multidisciplinare: i neonatologi lavorano in una équipe composta da specialisti in differenti discipline mediche, infermieri, psicologi perinatali, fisioterapisti che li affiancano nel prendere decisioni diagnostiche e terapeutiche personalizzate.

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