Tossina botulinica in medicina estetica: cosa c’è da sapere
PUBBLICATO IL 28 LUGLIO 2022
Che cos’è la tossina botulinica e come agisce? Quali sono gli utilizzi in medicina estetica e i falsi miti legati a particolari periodi dell’anno. Ne analizziamo uso, controindicazioni ed effetti collaterali con il Dottor Dino Zilio, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica e del Centro di Medicina e Chirurgia Estetica dell’IRCCS Policlinico San Donato.
Che cos’è la tossina botulinica e come agisce
La tossina botulinica è una neurotossina e agisce a livello delle terminazioni nervose, che innervano la muscolatura. Essa, prevalentemente conosciuta per il suo utilizzo nell’ambito della medicina estetica come botox, può essere impiegata in diversi campi e varie sono le tipologie.
Somministrata tramite iniezione, essa crea una immobilizzazione parziale momentanea. Si tratta di una manifestazione clinica caratteristica del botulismo: la tossina botulinica blocca la muscolatura solo nei siti di inoculo, stabiliti sulla base di schemi specifici, ben protocollati, mentre nella sede di non inoculo si assiste al compenso contrattile della muscolatura non sottoposta al trattamento.
La tossina botulinica in medicina estetica: a cosa serve
La tossina botulinica utilizzata nei trattamenti di medicina estetica è una tossina di tipo A, di solito usata nella regione frontale-glabellare, ossia in mezzo alle sopracciglia, e sulla superficie frontale-perioculare, nella zona situata attorno agli occhi. Viene impiegata per spianare:
- rugosità di espressione;
- pieghe leonine interposte tra le sopracciglia;
- rugosità sottotalare frontale;
- zampe di gallina.
La tossina botulinica permette di ottenere anche un effetto liftante della coda del sopracciglio: a piacimento del paziente si può, cioè, alzare la coda del sopracciglio e ampliare così lo sguardo, senza ricorrere ad alcuna operazione di rimozione, qual è la blefaroplastica, sebbene non la sostituisca.
E proprio questa è l’idea all’origine dell’uso della tossina botulinica: eseguire un trattamento in grado di mantenere e salvaguardare la naturalità della persona. Non si devono creare sguardi troppo accentuati, né causare immobilizzazioni troppo importanti, che inevitabilmente impedirebbero al paziente di avere una mimesi naturale e spontanea durante la socializzazione. Un bravo specialista è in grado di salvaguardare il dinamismo nell’espressività del terzo superiore del volto, quindi sguardo e fronte.
Come avviene e quanto dura il trattamento
Il trattamento si esegue velocemente, in soli 5 minuti: dopo aver diluito il prodotto con della soluzione fisiologica, ad uso parenterale, e aver disinfettato l’area da trattare, lo specialista esegue dei piccoli ponfi con un ago sottilissimo. Qualche paziente potrebbe avvertire un blando bruciore, mentre rari sono gli ematomi e le ecchimosi: nei casi in cui dovesse capitare, si ricorre a protezione solare, qualora il paziente fosse esposto al sole.
In quanto tempo agisce la tossina botulinica
L’efficacia della tossina botulinica non è immediata: in media, si iniziano a riscontrare i primi effetti all’incirca dopo 1 settimana. Ad una fase di stabilizzazione, cioè una fase di attività, segue un plateau (stabilizzazione) verso i 3/4 mesi, dopodiché l’efficacia della tossina comincia a scaricarsi.
Verso il 4°/5° mese il paziente inizia a vedere il recupero della motilità in sede di trattamento e attorno al 6° mese incorre nella restitutio ad integrum. Il paziente torna, cioè, nella condizione antecedente al trattamento.
Controindicazioni
Vi è controindicazione assoluta all’utilizzo della tossina botulinica nei pazienti con:
- neuropatie;
- distrofie muscolari.
Effetti indesiderati: come prevenire migrazioni e risolvere asimmetrie
Quali atteggiamenti sono da evitare? In sede di trattamento, è bene che il medico illustri al paziente alcuni accorgimenti da tenere, affinché la tossina somministrata agisca senza incorrere in effetti indesiderati come la migrazione o la creazione di asimmetrie.
Nei primi giorni post trattamento, per evitare una migrazione della tossina, ovvero il suo spostamento per azione meccanica dalla sede di inoculo ad altre parti del viso, è necessario, quando ci si trucca o si applicano creme, eseguire movimenti che, a partire dall’occhio, si dirigono verso l’esterno del viso, in direzione di capelli e orecchie.
La tossina botulinica migrata potrebbe, infatti, causare delle ptosi palpebrali, cioè delle discese della palpebra, queste ultime risolvibili spontaneamente e però disturbanti.
Una seconda tipologia di migrazione da evitare è quella per posizionamento, motivo per cui è richiesto al paziente di non abbassare troppo la testa e, in generale, di evitare sforzi fisici considerevoli nelle prime 2 giornate post trattamento.
Le asimmetrie sono rare: se dovessero capitare, ad esempio, nella zona delle sopracciglia, potrebbero essere sistemate nel corso di 1 settimana/10 giorni, con un inoculo singolo dove necessario, in modo tale da riequilibrare i 2 emisomi.
Il falso mito della tossina botulinica in estate
Che cosa dire, infine, sull’uso della tossina botulinica in estate? “Rispettato un opportuno riguardo subito dopo la somministrazione del farmaco, il paziente non incorre in alcuna controindicazione - afferma il Dr. Zilio -. Si tratta di un trattamento eseguibile in qualsiasi periodo dell’anno e, di certo, non pericoloso se effettuato in estate: le richieste da parte dei pazienti non calano con l’arrivo della stagione calda e, comunque, è sempre buona prassi difendersi con un’ottima protezione solare. Il divieto assoluto ad esporsi al sole è, in realtà, un falso mito”, conclude il medico.