Ospedale Galeazzi-Sant’ambrogio: dove sanità e innovazione si incontrano
PUBBLICATO IL 08 AGOSTO 2022
Il digitale fa parte della nostra vita, ma è anche uno degli elementi fondamentali che ha permesso di disegnare il nuovo IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio come ospedale del futuro. Una realtà che punta sempre più alla digitalizzazione per migliorare il rapporto con il paziente e per migliorare la qualità e l’esito delle cure attraverso 3 tipologie di approcci: la medicina personalizzata, la medicina predittiva e la medicina preventiva.
Questo anche grazie all’utilizzo dei big data, che rappresenta una svolta nella gestione qualitativa e quantitativa in ambito sanitario e si traduce in una maggiore ottimizzazione del percorso terapeutico-assistenziale del paziente: dati informatici raccolti in modo quantitativo (es. cartelle cliniche) e informazioni che, analizzati con i nuovi sistemi dell’Intelligenza Artificiale, sono in grado di mettere in connessione diversi eventi e trovare soluzioni che soddisfino le esigenze del singolo individuo a 360°.
Medicina personalizzata, preventiva e predittiva
Come detto, i big data rappresentano uno dei punti cardine del processo di innovazione che coinvolge la nostra struttura. Ma di cosa si tratta? I big data sono grandi quantità di informazioni che sono normalmente disponibili: oggi, con il supporto di nuovi sistemi informativi, è possibile classificarli ed analizzarli con l’obiettivo di migliorare le conoscenze e arrivare verso quella che può essere definita come medicina personalizzata. Questo approccio tiene sempre più conto delle caratteristiche del singolo paziente al fine di individuare per lui il miglior percorso di cura, con un approccio olistico e con un minor setting di esami (efficientamento diagnostico), quindi un approccio terapeutico assolutamente ‘tailor-made’, ovvero ritagliato sulle esigenze e sui bisogni del paziente.
Un altro dei pilastri fondamentali nell’ambito dell’assistenza è la medicina preventiva che rappresenta una vera e propria scommessa per il futuro. A fronte dell’allungamento della durata della vita, per garantirne una buona qualità, è necessario essere preparati su tutti i fronti: attività fisica adattata, nutrizione, riduzione dei fattori di rischio (es. alcol, fumo), elementi che in qualche modo devono essere inseriti in programmi ad hoc e in perfetto collegamento tra loro per il trattamento di patologie acute.
Terzo pilastro è la medicina predittiva che, in un’ottica di prevenzione cosiddetta secondaria, si pone come l’ obiettivo l’individuazione precoce della predisposizione genetica a determinate malattie in modo da intervenire prima che queste si manifestino. Tutto questo, sempre attraverso studi che dimostrino la presenza di fattori di rischio, caratteristiche del paziente e l’utilizzo di big data.
Parola d’ordine: innovazione
Innovazione vuol dire novità, progresso quindi qualcosa che rappresenta un avanzamento sia tecnologico sia per quanto riguarda l’assistenza e la cura dei pazienti. In ambito sanitario, l’innovazione è un tema importante perché porta con sé vantaggi di diverso tipo:
- sanitario, perché consente di fornire cure migliori ai nostri pazienti;
- economico, perché è possibile curare i pazienti ottimizzando le risorse a disposizione, in modo da trattarne di più;
- organizzativo, perché consente di ridurre i tempi e migliorare i processi.
Come questi aspetti si integrano nella pratica e nella realtà della struttura? Dal punto di vista tecnologico, l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio ha investito moltissimo sulle nuove tecnologie perché fare innovazione in questo ambito significa investire in strumentazioni e apparecchiature che sono sempre più performanti e che consentono di ottenere sempre diagnosi migliori.
Questo si declina in tanti aspetti. Ad esempio, in ambito radiodiagnostico, un aspetto su cui abbiamo posto molta attenzione, sono alcune apparecchiature come:
- la Risonanza Magnetica a 3 Tesla;
- l’angiografo robotizzato per sala ibrida.
Risonanza Magnetica a 3 Tesla
Nella struttura saranno presenti 3 esemplari di RM tra cui, appunto, una a 3 Tesla, cioè con un campo magnetico molto elevato che consente di:
- effettuare analisi molto più approfondite, soprattutto per quanto riguarda l’apparato muscolo-scheletrico, lo studio della cartilagine e l’ambito neurologico;
- indagare maggiormente anche sulla funzionalità degli organi.
Inoltre, c’è anche un altro aspetto: quando si parla di radiologia, o di imaging, innovazione vuole dire anche avere una capacità diagnostica sempre maggiore, ma utilizzando sempre meno radiazioni. Questo aspetto è molto importanti in quanto tutti sanno come le radiazioni siano utili per fare diagnosi, ma dannose per il paziente, per questo abbiamo optato nella nuova struttura di affidarci a macchinari di ultimissima generazione che consentono di effettuare analisi addirittura a livello molecolare, andando a misurare i singoli atomi all’interno del corpo del paziente e, naturalmente, con l’ausilio di una dose di radiazioni molto bassa.
Questo quindi ci consente appunto di migliorare ulteriormente le nostre capacità diagnostiche e contestualmente di ‘proteggere’ il paziente dalle radiazioni, declinandosi in un miglioramento del percorso di cura del paziente.
Angiografo robotizzato per sala ibrida
L’angiografo robotizzato per sala ibrida è un’apparecchiatura in cui all’angiografia tradizionale viene associato l’utilizzo di un robot. Questo implica che, a fianco di un operatore tradizionale, alcune manovre diagnostiche e terapeutiche possono essere eseguite da un robot. Questo, già noto in ambito chirurgico, offre la possibilità, in ambito di interventistica cardiovascolare, di affidarsi alla robotica nell’esecuzione di trattamenti con un’accuratezza elevatissima, riducendo ulteriormente la percentuale di errore e supportando così l’operatore a essere sempre più preciso.
Percorsi di cura personalizzati e mirati
Dal punto di vista organizzativo, è chiaro che il miglioramento dei processi all’interno del nuovo ospedale consenta, in qualche modo, lo sviluppo di percorsi più fluidi e quindi la possibilità di creare percorsi più personalizzati e mirati, consentendoci di disegnare il percorso del paziente proprio sulle sue specifiche necessità e non invece inserirlo in protocolli più generali come si è sempre fatto finora. Il paziente potrà scegliere percorsi più specifici, avvalendosi delle cure migliori con riduzione tempi di attesa, dimissioni precoci e quindi riduzione della permanenza in ospedale.
Il futuro è l’Intelligenza Artificiale
Altro tema importante è rappresentato dall’Intelligenza Artificiale (AI), applicazione di cui si è parlato molto in questi ultimi anni e che noi tutti siamo perfettamente in grado di sperimentare nella nostra vita quotidiana (basti pensare ai cellulari che riconoscono il nostro viso per sbloccare lo schermo o i sistemi vocali che riconoscono le nostre parole).
L’Intelligenza Artificiale è un metodo grazie al quale si cerca di fare in modo che una macchina o un computer mimi le capacità cognitive del cervello umano, una macchina che è in grado, in qualche modo, di imparare compiti anche relativamente complessi autonomamente in maniera sempre standardizzata e questo ovviamente con enormi vantaggi come la capacità di non commettere errori nell’esecuzione, diversamente a quello che potrebbe accadere a un operatore.
Nonostante in ambito diagnostico questi aspetti siano ancora in fase di ricerca, all’interno dell’Ospedale Galeazzi è già presente un centro di ricerca sull’AI che sta sviluppando una serie di algoritmi che, in futuro, probabilmente, potranno essere introdotti nella pratica clinica in un’ottica di miglioramento delle nostre capacità diagnostiche. Alcuni macchinari acquistati per il nuovo ospedale Galeazzi sono dotati di sistemi di Intelligenza Artificiale che, come detto, riescono a:
- ridurre le dosi di radiazioni al paziente;
- ridurre il tempo di esecuzione dell’esame;
- aiutare gli operatori a migliorare la modalità di esecuzione dell’esame: (es. ci sono sistemi in grado di posizionare il paziente in maniera perfetta sul lettino della Risonanza in un’ottica di ottimizzazione di tempi e di perfetta riuscita e accuratezza dell’esame stesso) ma non solo.
Ma non solo: l’Intelligenza Artificiale sarà inoltre un valido alleato anche in ambito organizzativo. Basti pensare a:
- un sistema AI che sia in grado di analizzare i dati medici pregressi di un paziente e suggerire a un operatore, in fase di prenotazione, se quel paziente possa o meno eseguire un certo tipo di esame: ad esempio, (es. pazienti portatori di pacemaker, condizione limitante per l’esecuzione di questo esame);
- sistemi di Machine Learning in grado di effettuare diagnosi tramite l’analisi di immagini radiografiche.
Questo è solo un aspetto, ma è auspicabile che in futuro possa essere esteso anche ad altri ambiti della medicina. Non ci resta che scoprirlo.