Gengivite e parodontite: perché è importante curarle
PUBBLICATO IL 15 OTTOBRE 2021
La salute di tutto l’organismo passa anche dalle gengive. Ecco cosa succede se si trascurano le malattie gengivali e come si possono prevenire e curare.
Il corpo umano con i suoi organi può essere definito con il termine ‘olobionte’, ovvero un ‘superorganismo’. Infatti, è interessante notare che circa 2 kg del nostro peso corporeo siano esclusivamente rappresentati dal proprio microbioma, cioè dall’insieme dei microorganismi che abitano il nostro corpo e che collaborano al benessere dell’organismo.
A livello del cavo orale esistono circa 700 specie batteriche, il cui squilibrio può portare a patologie orali quali le malattie gengivali, tra cui le gengiviti e le paradontiti. Queste, però, non provocano danni solamente alla bocca ma anche a tutto l’organismo.
Ma come possiamo prenderci cura delle nostre gengive in maniera corretta?
Ne parliamo con il Prof. Luca Francetti, Direttore della Clinica Odontoiatrica e i suoi collaboratori, il dott. Stefano Corbella, la dott.ssa Martina Muzzarelli e la dott.ssa Beatrice Zotti, odontoiatri presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi.
Le malattie gengivali: sintomi e cause
“Con il termine di malattie gengivali - spiega il prof.Francetti - si intendono:
- la gengivite;
- la parodontite (comunemente chiamata Piorrea)”
Le manifestazioni più evidenti del quadro clinico della gengivite sono:
- arrossamento e gonfiore delle gengive;
- sanguinamento spontaneo e/o indotto dallo spazzolamento dei denti. manifestazioni.
Questa infiammazione, nella maggior parte dei casi, è dovuta all’accumulo di placca batterica, composta da residui di cibo e batteri, che si deposita sulla superficie dei denti e delle mucose orali. In questa fase il danno è ancora reversibile, dunque conviene rivolgersi all’odontoiatra e all’igienista dentale per attuare misure di prevenzione primaria e secondaria.
Se non opportunamente curata, infatti, la gengivite può portare allo sviluppo di una patologia ben più grave, la parodontite, nelle sue diverse forme”.
Gli effetti del sanguinamento gengivale
Sulla base delle evidenze scientifiche, si può affermare che la perdita della salute gengivale possa comportare effetti a livello dell’intero organismo sia diretti (tramite disseminazione di batteri patogeni), sia indiretti (tramite un aumento dell’infiammazione sistemica) sul sistema cardiovascolare.
“Infatti, i batteri a partenza dal cavo orale possono causare seri problemi alle arterie e al cuore, in particolare in tutti quegli individui che presentano già fattori di rischio vascolari come il fumo o il diabete” - continua il dott. Corbella.
La parodontite in gravidanza
Alcuni ricercatori hanno osservato come la parodontite potesse rientrare tra i fattori di rischio per le complicanze durante la gravidanza come il parto pretermine e/o basso peso alla nascita.
Ma occorre ricordare che il parto pretermine è una sindrome iniziata da processi multipli, come infiammazione, infezione, ischemia uro-placentare, emorragia, iperdistensione uterina, stress e altri processi immunologici.
Sebbene non esista una chiara evidenza del fatto che il trattamento parodontale possa ridurre l’occorrenza di complicanze in gravidanza, è utile ricordare che è sempre indicato durante la gestazione curare la salute delle proprie gengive e presentarsi dal dentista regolarmente”.
Parodontite e malattie croniche
Questa è tematica già ampiamente dibattuta: già nel 1960 alcuni autori americani osservarono come l’estrazione di elementi dentari compromessi conducesse a un miglior controllo glicemico nei pazienti affetti da diabete.
Successivi studi hanno evidenziato come il diabete sia un fattore di rischio per la parodontite e come quest’ultima sia un’importante complicanza del diabete, tanto da esserne definita la sua ‘sesta complicanza’.
“È stata osservata, dunque, una correlazione di tipo bidirezionale - afferma la dott.ssa Muzzarelli -:
- da un lato, il controllo glicemico non accurato predispone a malattie gengivali, più precisamente alla parodontite;
- dall’altro, le malattie delle gengive, se non curate adeguatamente, favoriscono lo sviluppo di meccanismi di insulino-resistenza e possono peggiorare il controllo glicemico.
Tra le patologie sistemiche correlate a parodontite rientra anche l’artrite reumatoide, ovvero una forma di artrite autoimmune, diffusa nella popolazione, che colpisce principalmente le piccole articolazioni dei polsi, delle mani e dei piedi a seguito di una disfunzione del sistema immunitario.
Poiché le malattie gengivali possono influenzare il livello di infiammazione, mantenere le gengive sane può certamente aiutare questi pazienti, quantomeno riducendo l’effetto negativo della presenza dell’infezione a livello orale.
A oggi esiste una sostanziale evidenza scientifica che dimostra come la parodontite possa comportare modificazioni ed effetti a livello dell’intero organismo, i quali si esprimono principalmente a livello vascolare”.
Cura e prevenzione delle gengive
“È fondamentale la salvaguardia quotidiana della propria bocca tramite corrette manovre di igiene orale domiciliare - conclude la dott.ssa Zotti - che prevedono lo:
- spazzolamento dei denti almeno 2 volte al giorno (mattina e sera) per almeno 5 minuti;
- utilizzo del filo interdentale e/o dello scovolino.
Da sola, però, una buona igiene orale non è sufficiente: pertanto, è consigliato rivolgersi al proprio odontoiatra almeno ogni 6-12 mesi per una visita di controllo e una seduta di igiene orale professionale, in modo da poter consentire anche l’identificazione precoce di eventuali segni e sintomi di patologia parodontale”.
La cura della parodontite
La cura della parodontite si effettua con procedure cliniche che utilizzano strumenti manuali, strumenti sonici o ultrasonici e, laddove vi sia indicazione, si possono associare combinazioni particolari di antibiotici.
La terapia consiste in varie fasi:
- rimozione di placca e tartaro sopragengivale;
- insegnamento delle corrette misure di igiene orale domiciliare;
- promozione di uno stile di vita sano.
Si procede somministrando, quando è necessario, una piccola dose di anestesia locale, a una rimozione della placca e del tartaro presente al di sotto del margine gengivale, con una procedura di detersione e levigatura delle superfici delle radici dentali.
Gli obiettivi di questa fase sono il controllo dell’infezione attraverso la rimozione dei fattori causali.
Il paziente viene poi rivalutato a distanza di 8-12 settimane e, se necessario, si ricorre alla seconda fase che consiste nella terapia chirurgica il cui scopo è di modificare i tessuti di sostegno, anche ricostruendoli dove possibile, allo scopo di creare le condizioni per un mantenimento a lungo termine dei risultati raggiunti.
Le condizioni del cavo orale possono rappresentare dunque un rilevante campanello d’allarme, anche precoce, per indirizzare ad una corretta diagnosi di patologie sistemiche”.