Legame tra malocclusione e problemi posturali: cause ed effetti principali
PUBBLICATO IL 07 MAGGIO 2021
Tra malocclusione e problemi di postura c’è spesso un legame diretto, la soluzione è per questo multidisciplinare. 3 esperti spiegano perché e come affrontarli.
Mal di testa? Dolori al collo? Schiena bloccata? Potrebbe trattarsi di un problema di masticazione. Forse non tutti lo sanno, ma esiste un legame diretto tra denti e postura.
A causa dei sintomi non facilmente riconoscibili, spesso si arriva a individuare correttamente il problema, e di conseguenza la terapia, solo dopo molto tempo e dopo aver consultato diversi specialisti (non sempre indicati).
Come una malocclusione può condizionare l’assetto posturale? Qual è l’approccio vincente, sia del medico sia del paziente, per risolverla al meglio?
Lo abbiamo chiesto al Dottor Pietro Antonio Antonuzzo, medico Fisiatra coordinatore dell'area di Medicina e Riabilitazione Ambulatoriale presso Palazzo della Salute-Wellness Clinic, al Dottor Michele Manacorda, Odontoiatra e Direttore medico della Smart Dental Clinic presso Palazzo della Salute e al Professor Ennio Storti, Ortodontista referente presso la medesima struttura del Gruppo San Donato.
A Palazzo della Salute-Wellness Clinic questo tipo di disturbi vengono individuati, diagnosticati e trattati correttamente grazie alla sinergia tra diversi specialisti che, dall’inquadramento delle cause di ogni disturbo fino alla prescrizione dei trattamenti più efficaci, seguono il paziente passo dopo passo.
Malocclusione e postura: qual è il legame?
Per comprendere il legame tra malocclusione e postura, innanzitutto, è necessario comprendere che cosa si intende per occlusione alterata o malocclusione, ovvero un’alterazione nel fisiologico allineamento delle arcate dentali.
Cosa succede in caso di malocclusione dentale
«In condizioni fisiologiche le due arcate dentali, superiore e inferiore, assumono una posizione in cui i denti combaciano in modo armonico, garantendo il mantenimento di un equilibrio anche a livello neuromuscolare.
Quando, invece, in caso di malocclusione dentale questo assetto non è coerente, si creano microtraumi e tensioni che si ripercuotono:
- a livello della muscolatura periorale (intorno alla bocca) e dei muscoli masticatori e temporali;
- sui muscoli del collo e del trapezio e, scendendo, su quelli lombosacrali.
Tutto questo può portare all’insorgenza di problemi posturali: lo squilibrio che deriva da questa situazione di tensione, a cui si associa frequentemente il dolore, costringe infatti il corpo a mettere in atto meccanismi di compensazione che influenzano tutto l’apparato muscolo-scheletrico», spiega il Professor Storti.
Le cause della malocclusione
“La malocclusione - continua il Prof.Storti - può avere diverse origini. Infatti, può derivare da:
- un problema genetico-ereditario;
- da vizi come una respirazione anomala, una deglutizione scorretta o una fonetica atipica”.
In altri casi può essere legata a problemi di bruxismo o a carie che sono state curate con otturazioni troppo alte.
Quando si manifestano i problemi di malocclusione
I problemi di malocclusione in genere si manifestano in età adulta, quando è terminato sia lo sviluppo di denti e ossa, sia quello posturale. Prima di allora, infatti, l’organismo è in grado, almeno in parte, di adattarsi.
Come osserva il Dottor Manacorda: “Nel corso della vita di una persona si possono distinguere 3 fasi specifiche per quanto riguarda lo sviluppo dell’assetto posturale e lo sviluppo di ossa e denti:
- Fase evolutiva (0-14 anni): periodo che va dalla nascita fino alla pre-adolescenza, in cui la struttura ossea è ancora in fase di sviluppo.
- Fase terminale (15-20 anni): la struttura muscolo-scheletrica è formata, ma è comunque difficile riscontrare una sintomatologia, poiché le posture errate o le malposizioni a livello della colonna cervicale e toracica e/o delle ossa mascellari, non danno segnali d’allarme.
- Fase adulta (over 20 anni): «Si cominciano ad avvertire i primi sintomi, che in genere consistono in cefalee muscolo-tensive”.
I sintomi della malocclusione
I sintomi ricollegabili a un problema di malocclusione sono numerosi e diversi e possono riguardare la testa, il collo, la zona del trapezio fino alla schiena, persino problemi agli occhi.
Vediamoli nel dettaglio.
Il mal di testa
Il mal di testa si manifesta sotto forma di una cefalea muscolo-tensiva, con forte tensione a livello dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) che insorge dopo il pasto o durante il sonno.
“A causa della malocclusione, si verifica un avanzamento del capo, con adeguamento posturale errato e irrigidimento dei muscoli del trapezio e della regione mastoidea, la regione ossea situata dietro al padiglione auricolare”, spiega il medico fisiatra Dottor Antonuzzo.
Il mal di collo
“Il mal di collo è causato da un’alterazione dell’osso ioide, l’osso posizionato appena al di sotto della mandibola, che in osteopatia viene considerato un ‘osso di bilanciamento’ tra la mandibola e lo scheletro, che perde la sua simmetria propendendo più verso un lato rispetto all’altro - sottolinea lo specialista -.
Questo disequilibrio determina un aumento del tono muscolare (ipertono) nella parte anteriore del collo, ossia nel distretto sterno-cleno-mastoideo, e dei muscoli della parte destra o sinistra del volto con conseguente senso di dolore”.
Il mal di schiena
A causa della malocclusione si può verificare uno spostamento del baricentro del corpo e possono così instaurarsi dolori alla schiena e ipercifosi.
“Soprattutto nei ragazzi in fase di crescita, è molto importante eseguire una radiografia per osservare la presenza o meno di una tendenza alla ipercifosi posturale, ovvero un’accentuata curvatura della colonna che ne determina l’arrotondamento nel tratto superiore (“gobba”), dovuta a meccanismi di adattamento.
A 15-16 anni è piuttosto normale che la maggioranza dei ragazzi tenda a mostrare un’antiflessione della colonna vertebrale per diverse cause: un po’ per la posizione assunta a scuola, un po’ per l’utilizzo quotidiano di videoterminali come pc o smartphone”, precisa ancora il Dottor Antonuzzo.
I dolori cervicali
I dolori cervicali rappresentano già normalmente una problematica piuttosto frequente nella fascia adulta; questo perché le nostre attività predominanti sono caratterizzate da poca mobilità e determinano fissità di sguardo.
“In alcuni casi - continua Antonuzzo - in persone con uno stile di vita sedentario o che hanno già una tendenza alla perdita della lordosi cervicale (cioè della fisiologica curvatura della colonna vertebrale), i dolori cervicali possono essere intensificati da un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) e in particolare da un problema di malocclusione, anche in questo caso a causa dei meccanismi di adattamento che il corpo mette in atto per compensare il disequilibrio delle arcate dentarie”.
Problemi agli occhi
I problemi agli occhi possono dipendere dalla perdita di simmetria dell’osso ioide con conseguente lateralizzazione e ipertono dei muscoli della parte destra o sinistra del volto.
“Ciò porta la persona ad avere un focus oculare alterato - chiarisce lo specialista -. È molto semplice verificarlo: si prende un normalissimo foglio A4, si fa un buco al centro e si chiede alla persona di guardarci attraverso. A quel punto, d’istinto, la persona utilizzerà l’occhio dominante, ovvero quello con cui vede meglio”.
Una diagnosi multispecialistica
In caso si sospetti che il mal di testa o il mal di schiena di cui si soffre possano dipendere da disturbi all’articolazione temporo-mandibolare, gli specialisti a cui rivolgersi sono:
- Medico fisiatra: attraverso una valutazione posturale e del sistema recettoriale (che comprende recettori visivi, uditivi e vestibolari) sarà in grado di verificare la postura e la presenza di un eventuale disordine recettoriale da malocclusione. In caso sia presente un problema temporo-mandibolare, viene avviato un iter diagnostico e terapeutico multidisciplinare con il coinvolgimento dello gnatologo o dell’ortodonzista.
“Per una diagnosi corretta, si effettua dapprima il classico studio ortodontico cioè l’OPT, una radiografia cranio latero-laterale e il calcolo della malocclusione attraverso una cefalometria accurata”, sottolinea il Professor Storti.
- Neurologo: in caso di cefalea tensiva, la figura di riferimento è il neurologo, possibilmente specializzato in cefalee.
All’interno di Palazzo della Salute - Wellness Clinic, è presente il Centro di Diagnosi e Cura delle Cefalee diretto dal dottor Pietro Bassi, che accompagnerà la persona durante tutto il proprio percorso diagnostico, terapeutico e multidisciplinare per inquadrare le cause del mal di testa e identificare il trattamento ‘su misura’ più indicato per ciascuna tipologia di cefalea.
Le cure: osteopatia e bite
Per risolvere problemi di postura e dolori osteo-articolari derivanti da malocclusione, il percorso terapeutico prevede, anche in questo caso, la collaborazione tra diversi specialisti e in particolare tra Fisiatra, Fisioterapista-osteopata e Odontoiatra, specialità tutte presenti a Palazzo della Salute.
“Uno degli approcci più indicati ed efficaci è l’osteopatia. In particolare, l’osteopata tratta i disordini malocclusali attraverso manovre osteopatiche di simmetrizzazione in primis dell’osso ioide e dell’articolazione temporo-mandibolare, con esercizi specifici che il paziente può continuare anche a casa.
“Le manovre durano circa 30-40 minuti e al paziente viene prescritta una serie di esercizi da fare a casa come mantenimento (per esempio, il fischiettio, anteposizione della fuoriuscita della lingua verso l’alto o verso il basso, o la deglutizione gestita)”, spiega lo specialista fisiatra.
Il bite per la malocclusione
La terapia odontoiatrica, invece, può avvalersi del bite: “Il bite, in inglese ‘morso’, è l’equivalente della simmetrizzazione dei piedi quando sia ha una dismetria che determina un’alterazione nel carico della nostra leva di movimento, ossia l’anca. Il bite, che va controllato almeno due volte all’anno, può essere risolutivo del problema, ma sempre in associazione a trattamenti che ripristinino lo status fisiologico della simmetrizzazione”, spiega il Dottor Manacorda.
Il ruolo dei farmaci
Ma i farmaci possono servire? “I farmaci, ovvero gli antidolorifici (FANS) in caso di dolore oppure i miorilassanti centrali in caso di tensione muscolare dolorosa, attenuano i sintomi ma non risolvono il problema e sono consigliabili sono al bisogno”.
La prevenzione? Passa dall’igiene posturale
“Il messaggio importante da trasmettere al paziente è che, per risolvere problemi così complessi, non esiste una bacchetta magica, ma è lui stesso che deve prendersi la propria responsabilità di miglioramento e mantenimento nel tempo del proprio benessere”, conclude il Dottor Antonuzzo.
È necessario sottolineare il concetto di igiene posturale, che deve diventare un must nella quotidianità di ciascuno. Questa prevede di eseguire esercizi, già dai primi anni di vita, che permettano di mantenere un tono muscolare il più simmetrico possibile da entrambe le parti, riducendo la tensione muscolare.
Questa pratica permette il mantenimento di uno stato funzionale gradevole e assolutamente consono per lo svolgimento al massimo della performance delle attività di vita quotidiana, come il lavoro o lo sport. Per fare questo è necessaria la massima collaborazione da parte del paziente, che viene collocato all’interno di un vero e proprio circuito di rieducazione posturale del disordine occlusale e dentale attraverso un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse figure tra cui l’Ortodontista, il Fisiatra, l’Osteopata e il paziente stesso, in totale sinergia.