Denti e bambini: quando andare dal dentista
PUBBLICATO IL 06 LUGLIO 2021
A che età iniziare a far controllare i denti al bambino? Quali i problemi più frequenti? La pediatra risponde
Nell’immaginario comune il bambino si reca dal dentista in lacrime, spaventato perché ha paura che gli farà male. Per evitare un trauma di questo tipo e valutare nel contempo il benessere, nonché la corretta igiene dell’apparato dentale, è opportuno che si venga avvicinati allo specialista sin da piccoli.
Iniziamo parlando di odontoiatria un percorso assieme alla Dott.ssa Roberta Levi, pediatra della Casa di Cura La Madonnina, volto alla prevenzione e controllo della salute del bambino.
Denti da latte: in quali casi andare dal dentista
Verso il 6°- 8° mese di vita al bambino iniziano a spuntare i primi ‘denti da latte’: una dentizione decidua che verso i 6 anni di età sarà, poi, sostituita da quella permanente. Le principali problematiche infantili che si possono riscontrare a carico della dentizione sono legate a:
- trauma dentale (caduta, incidente);
- carie;
- malformazione vascolare che porta a necrosi e poi alle carie.
Nel caso di un dentino nero è, infatti, opportuno recarsi dallo specialista per comprenderne bene le cause.
Prima visita dal dentista: il controllo a 3 anni
“In assenza di problematiche evidenti - spiega la Dott.ssa Levi - la prima visita dall’odontoiatra andrebbe effettuata intorno ai 3 anni o anche prima.
Da quando verso i 6 mesi inizia la dentizione, infatti, i denti del bambino vanno lavati e puliti a ogni pasto. Se inizialmente è esclusivamente la mamma ad occuparsene, crescendo il piccolo inizia a comprendere maggiormente ed è sempre più autonomo.
Oltretutto, intorno ai 3 anni cambia anche l’alimentazione, che per il bambino è un po’ più ricca di zuccheri e si avvicina a quella adulta”.
Le carie nei bambini piccoli
“Le carie non vanno sottovalutate – continua la pedriatra – in quanto a volte possono essere anche molto precoci e rivelarsi particolarmente profonde, tanto da richiedere la sigillatura del dente per limitarne la progressione.
Oltretutto, è importante insegnare al bambino che ancora non ha una grande manualità la procedura corretta per la pulizia dei denti.
Dai 3 anni in poi andrebbero effettuati dei controlli ogni 4/6 mesi, così da evitare che alcune situazioni possono sfuggire di mano fino a provocare dolore”.
Perché fare il controllo a 6 anni
Intorno ai 6 anni nel bambino:
- inizia la dentizione permanente e l’attenzione per eventuali carie diviene, quindi, ancora più importante;
- si completa anche la maturazione delle ossa della bocca.
“Per questo motivo - aggiunge la specialista - a quest’età un controllo dal dentista è opportuno, in modo da individuare anche eventuali malocclusioni o alterazioni che richiedono cure ortodontiche e che magari possono risolversi senza il ricorso a procedure più invasive.
Ad ogni modo, delle malformazioni più importanti della mandibola possono anche evidenziarsi prima”.
Il legame fra otiti e malocclusioni
“È opportuno sottolineare che esiste spesso una correlazione fra l’articolazione temporomandibolare e l’orecchio - specifica la dott.ssa Levi - in quanto si tratta di strutture anatomiche vicine, che possono influenzarsi vicendevolmente. La collaborazione e sinergia fra i vari specialisti diviene estremamente importante per l’individuazione e risoluzione di problematiche come questa.
Una malocclusione può, infatti, provocare uno slittamento mandibolare che a sua volta può causare otiti medie ed esterne.
Essendo legate ad una problematica meccanica, finché non si agisce sulla malocclusione, esse continuano a susseguirsi, richiedendo anche l’utilizzo di farmaci e antibiotici”.
L’attenzione dei genitori
Come messaggio finale, un controllo costante dello sviluppo del bambino da parte dei genitori è molto importante anche in relazione al progredire di un’eventuale patologia.
“Il dialogo con i genitori è fondamentale - conclude la pediatra - in quanto spesso sono loro che, avendo un contatto quotidiano con il bambino, si accorgono di problematiche a volte ancora non particolarmente evidenti, che fanno, poi, presenti allo specialista”.