Sindrome del tunnel carpale e smart working

PUBBLICATO IL 15 GIUGNO 2021

La sindrome del tunnel carpale, tipica di chi svolge attività manuali, è diventata ancora più frequente con lo smart working. Il neurologo spiega come riconoscerla e curarla. 

Mancanza di forza o di sensibilità alle dita delle mani, dolori, formicolii: sono questi alcuni dei sintomi con cui si può manifestare la sindrome del tunnel carpale, la forma più comune tra le cosiddette ‘sindromi da intrappolamento’, ovvero condizioni nelle quali i nervi vanno in sofferenza a causa di una compressione.

Molto diffusa tra chi svolge attività manuali, come sarte o casalinghe, musicisti o lavoratori dell'edilizia, in questi mesi di pandemia la sindrome del tunnel carpale è diventata ancora più frequente, complice lo smart working e l’overdose di tecnologia a cui molte persone sono state costrette in questo periodo.

Le posture scorrette e prolungate che spesso si assumono durante l’utilizzo dei device tecnologici, infatti, possono portare a un sovraccarico di mani e polsi e favorire la comparsa del problema.

Ma come si riconosce? Quali esami servono per diagnosticarla con certezza? Come si può curare? Ne parliamo con il dottor Marco Rascaroli, responsabile del Servizio di Neurofisiologia Clinica degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi e neurologo di Smart Clinic all’interno de Le Due Torri.

 

Che cos’è il tunnel carpale

La sindrome del tunnel carpale riguarda il cosiddetto “tunnel carpale”, ovvero la struttura del polso in cui passano il nervo mediano e i tendini flessori delle dita.

“A livello del polso - spiega il dottor Rascaroli - si realizza una vera e propria galleria tra le ossa del carpo (che ne rappresentano il pavimento) e il legamento trasverso (che corrisponde alla volta). All’interno di questa galleria corrono:

  • i 9 tendini dei muscoli flessori delle dita, che sono strutture molto forti e sono rivestiti da una guaina,
  • il nervo mediano che è invece molto delicato”.

 

Che cos’è la sindrome del tunnel carpale

I movimenti ripetuti, come quelli tipici di sarte, casalinghe, musicisti, lavoratori dell'edilizia, ma anche chi lavora per molto tempo al computer, determinano un’infiammazione delle guaine esterne dei tendini.

“Come accade in ogni processo infiammatorio, le guaine esterne dei tendini vanno incontro a un rigonfiamento che a sua volta provoca un aumento della pressione all’interno della ‘galleria’: i tendini, molto potenti, non risentono di questa situazione, mentre il delicato nervo mediano va in sofferenza, provocando la Sindrome del Tunnel Carpale”, approfondisce il medico. 

 

I sintomi

“Inizialmente  - spiega il neurologo - questa sofferenza coinvolge l’involucro esterno del nervo, la cosiddetta mielina, con conseguente rallentamento della velocità di conduzione dei nervi.

Questo dolore può variare al variare delle modificazioni della pressione all’interno del canale, specie nelle ore notturne e mattutine in cui il ristagno dei liquidi nei canali favorisce i tipici sintomi con i formicolii alle prime 3 dita della mano e metà dell’anulare.

Nelle fasi avanzate, invece, vengono colpite le fibre nervose che compongono il nervo con:

  •  dolore;
  •  perdita di forza”. 

 

Gli esami per la diagnosi

L’elettromiografia è l’esame che consente di fare diagnosi qualitativa e quantitativa della Sindrome del Tunnel Carpale e permette di:

  • identificare le varie fasi della malattia;
  • indirizzare alla terapia più indicata per ciascuna.

L'esame si articola in due momenti:

  • l’elettroneurografia;
  • l'elettromiografia.

 

L’elettroneurografia

L’elettroneurografia è un test non invasivo, eseguito dal medico o da tecnico di neurofisiopatologia, nel quale, una volta posizionati degli elettrodi di registrazione sulla cute della persona, si somministrano stimolazioni elettriche lungo il percorso dei nervi che evocano risposte grazie alle quali si studia, ad esempio, la velocità di conduzione delle fibre nervose motorie e sensitive.

 

L’elettromiografia

L'elettromiografia viene invece eseguita esclusivamente dal medico che, utilizzando elettrodi ad ago monouso, valuta l'attività elettrica generata nel muscolo, sia a riposo sia durante la contrazione muscolare.

Le tecniche elettromiografiche sono utili, oltre che in caso di sospetta Sindrome del Tunnel Carpale.

 

La cura

 

La terapia per la Sindrome del Tunnel Carpale inizialmente prevede, oltre al riposo, l’utilizzo di:

 

  • antinfiammatori, anche localmente con l’ossigeno-ozono terapia;
  • neurotrofici (farmaci che agiscono sul benessere del nervo).

 

In alcune circostanze una terapia infiltrativa locale con cortisonico e la fisioterapia mirata possono dare un beneficio spesso però solo temporaneo.

 

L’intervento chirurgico

 

Qualora con questo approccio non si riescano a raggiungere risultati soddisfacenti, sarà necessario ricorrere all’intervento chirurgico che consiste nel tagliare il legamento del carpo che costituisce il tetto del tunnel dalla parte del palmo della mano in modo da ricavare più spazio per il nervo all’interno del tunnel e andare così a decomprimerlo.

 

Cura e Prevenzione